18 Maggio 2004
Yu Sanle incontra gli allievi di Scienze e tecnologie multimediali
A Pordenone oggi è stato presentato il documentario "Matteo Ricci in Cina"
Al campus pordenonese si parla
di uno degli italiani più noti in Cina
La Cina sbarca al Centro polifunzionale di Pordenone dell’Università di Udine. E’ stato infatti presentato oggi agli studenti del corso di laurea in Scienze e tecnologie multimediali, il documentario “Matteo Ricci in Cina”, l’opera doppiata in inglese e in italiano, sul grande scienziato e missionario marchigiano realizzata per la televisione cinese dal professor Yu Sanle, direttore dell’Istituto di studi “Matteo Ricci per le relazioni con l’Occidente” di Pechino.
“Si tratta di un evento straordinario – ha affermato il prorettore dell’ateneo friulano, Maria Amalia D’Aronco – perché è il primo film dedicato a Matteo Ricci prodotto ufficialmente dalla Repubblica Popolare Cinese, l’appuntamento è il primo di una serie di scambi tra l’ateneo udinese e il Beijing Administrative College di Pechino”.
A Pordenone, presso il Consorzio universitario, Yu Sanle, direttore dell’istituto di studi Matteo Ricci per le relazioni con l’Occidente’ di Pechino, accompagnato dalle docenti Huang Dunhong e Wang Shaomin, ha illustrato agli allievi dell’ateneo friulano i punti salienti del filmato, introducendo la figura di Matteo Ricci (nato a Macerata nel 1552 e morto a Pechino nel 1610), il gesuita che quattrocento anni fa entrava a Pechino preceduto dalla fama di "Uomo saggio dell'Occidente", per rimanervi fino alla morte.
Conosciuto nel Celeste impero con il nome di Li Madou - certo più famoso in Cina di quanto non lo sia in Italia - Ricci nel 1583, 300 anni dopo Marco Polo, riuscì a penetrare nella Cina dei Ming, da tempo chiusa a ogni influenza esterna. Ricci tradusse in lingua mandarina testi di astronomia e matematica, tra cui (insieme al letterato Xu Guanxi) i primi sei libri degli Elementi di Euclide. Con i suoi calcoli astronomici e la costruzione di strumenti per osservare il cielo, aprì la strada alla riforma dei calendario cinese (compito poi affidato ai gesuiti che seguirono la sua strada a Pechino) e, grazie alle sue famose carte geografiche - i mappamondi ricciani - mostrò a eruditi e mandarini quanto erano grandi i confini della Terra. Inoltre, realizzò un dizionario cinese-portoghese, tradusse in latino i classici confuciani; fu autore di libri stampati e diffusi in Cina su temi religiosi e morali. Ricci usò la scienza per convincere i cinesi della superiorità della propria cultura e arrivare, infine, alla loro conversione. Ma se le conversioni furono poche e i metodi di Ricci, rispettosi delle tradizioni locali, furono sconfessati dalla Chiesa, la sua opera è universalmente considerata fondamentale nella costruzione dei rapporti fra Cina e Occidente. Così importante che ancora oggi è il collante per degli scambi tra un’università italiana, quella di Udine e una cinese, il Beijing Administrative College di Pechino.