Cerimonia il 29 settembre, alle 16.30, in sala Ajace, a Udine

Italo Zannier, storico della fotografia ad honorem

È il decano della “scienza” fotografica in Italia

        A Italo Zannier, ideologo della fotografia, fino a pochi anni fa unico docente di Storia e tecnica della fotografia negli atenei italiani, l’Università di Udine conferirà la laurea ad honorem in Conservazione dei beni culturali per il fondamentale apporto dato alla storia e alla diffusione della cultura della fotografia, e per l’impegno profuso nella conservazione e valorizzazione del patrimonio fotografico. La cerimonia si terrà mercoledì 29 settembre, alle 16.30, nella sala Ajace di Palazzo D’Aranco, a Udine. L’indirizzo di saluto del rettore, Furio Honsell, introdurrà l’atto di conferimento del massimo riconoscimento accademico all’artista spilimberghese. Sarà poi la preside della facoltà di Lettere e filosofia, Caterina Furlan, ordinario di Storia dell’arte moderna, a pronunciare la laudatio. Italo Zannier terrà la sua lectio doctoralis su “Il sogno della fotografia”.
           
        Italo Zannier è uno dei padri fondatori della storia della fotografia in Italia, «disciplina con la quale ha interagito – spiega la prof.ssa Furlan – dapprima come apprezzatissimo fotografo, in seguito come autorevole critico e storico e infine, ma le due attività si sono svolte in parallelo, come docente in varie università italiane. I risultati raggiunti in questa triplice veste gli hanno meritato, unico nel suo genere, l’inserimento nell’ultimo supplemento del Dizionario enciclopedico Treccani». Zannier si interessò inizialmente di cinema prima di passare dietro la macchina fotografica. Nel 1955, assieme ai sodali del Gruppo friulano per una nuova fotografia, pubblica nella sua Spilimbergo il primo, e forse unico, “manifesto” della fotografia neorealista. Fotografo di successo, ispiratore di innumerevoli colleghi, realizza, nel 1963, il primo fotolibro sul Friuli Venezia Giulia arricchito dai commenti di Elio Bartolini.
        
        Fra gli anni Sessanta e Settanta pubblica numerosi libri fotografici, la maggior parte dei quali dedicata all’architettura e all’ambiente. Alcuni li dedica anche a pittori quali Giuseppe Zigaina e Luigi Spacal. Il 1976, l’anno del terremoto che distrusse il Friuli, segna uno spartiacque nella vita di Zannier. La mostra pordenonese Fotografia&fotografia rappresenta il suo congedo dal mestiere di fotografo. Da quel momento in poi si dedica quasi esclusivamente all’insegnamento universitario e all’attività di critico e storico della fotografia. Dopo il primo incarico di docente di Fotografia presso il Corso superiore di disegno industriale di Venezia, una sorta di Bauhaus italiana, Italo Zannier insegna Tecniche della comunicazione presso l’Istituto universitario di architettura di Venezia, quindi Tecniche della fotografia al Dams di Bologna, e, infine, Storia e tecnica della fotografia presso il corso di laurea in Architettura a Venezia, il Dams di Bologna, l’Università Cattolica di Milano, la facoltà di Conservazione dei beni culturali con sede a Ravenna, l’Università di Udine e, dal 1998, l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche, si è cimentato anche nella stesura di opere di sintesi e in raccolte antologiche che sono diventate altrettanti manuali di storia della fotografia.
        
        Per oltre quarant’anni si è dedicato anche ad una intensa attività di critico, che lo ha visto impegnato nel ruolo di curatore di decine di importanti mostre in Italia e all’estero. Collaboratore di molte riviste specializzate, Zannier è anche curatore di Fonologia e Fotostorica, due delle maggiori riviste di fotografia pubblicate nel nostro paese. Decano degli storici della fotografia, presidente del comitato scientifico del Museo di Storia della fotografia fratelli Alinari di Firenze, fa parte di varie società internazionali. È stato anche promotore e anima del Centro di ricerca e archiviazione della fotografia (Craf) di Lestans. Grazie a questa istituzione, Spilimbergo e lo spilimberghese sono diventati uno dei principali centri di diffusione della cultura fotografica in Italia e all’estero.