Dalla raccolta differenziata alle colture biologiche

Convegno mercoledì 10 novembre al polo dei Rizzi

        I rifiuti possono divenire risorse preziose. Anche per la salute dell’uomo. Lo dimostra il progetto “Carlo Urbani Safe food project” nato dalla collaborazione tra il dipartimento di Biologia ed economia agroindustriale dell’Università di Udine e l’Hanoi Agricoltural University. Obiettivo finale: prevenire le parassitosi intestinali, particolarmente rilevanti in alcune aree del Vietnam, mediate il consumo di alimenti sani prodotti con il metodo biologico grazie al compost ottenuto dalla frazione organica dei rifiuti domestici. Il progetto, dedicato alla memoria del dottor Carlo Urbani, parassitologo dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che aveva collaborato alla sua stesura, sarà illustrato nel corso del convegno “La gestione sostenibile dei rifiuti solidi urbani e rurali per la produzione di compost” che si terrà mercoledì 10 novembre, alle 15, presso l’aula M del Polo scientifico dei Rizzi, in via delle Scienze 208, a Udine.
           
        
        Interverranno Mario Gregari, coordinatore italiano del progetto e docente di Economia ed estimo rurale all’Università di Udine, che spiegherà “Finalità e organizzazione del progetto”, e Maria De Nobili, docente di Chimica del suolo all’ateneo friulano, che terrà una relazione sul “Compostaggio anaerobico controllato: una nuova prospettiva per il riciclo dei rifiuti organici”. Elisa Napoletano, responsabile organizzativo del “Carlo Urbani Safe food project”, parlerà di “Comunicazione e motivazione alla raccolta differenziata”. Alle 18, nella sala Florio di Palazzo Florio, in via Palladio 8, a Udine, verrà presentato il volume di Carlo Urbani “Le malattie dimenticate”. Parteciperanno il curatore dell’opera, Marco Albonico, infettivologo dell’Oms; Pierluigi Viale, docente di Malattie infettive all’Università di Udine, e Carlo Gregori.

          Il dottor Urbani è stato un uomo che «ha agito per cambiare le regole del mondo, per sollevare quei Paesi in cui miseria e malattia annientano l’umanità», come racconta la moglie, Giuliana Chiorrini. Parassitologo dell’Organizzazione mondiale della sanità, specialista in malattie infettive e tropicali, era riuscito a trasformare in lavoro il suo sogno di facilitare l’accesso alla salute ai segmenti più disagiati delle popolazioni. Nel 1999, in qualità di presidente di Medici senza frontiere Italia, aveva ritirato il Premio Nobel per la pace. Ha pagato però con la vita la sua voglia di aiutare gli altri dopo aver isolato, in Vietnam, il virus della Sars, la polmonite atipica.

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