Preziosi volumi datati tra il XV e il XX secolo

La biblioteca di Enzo Bottasso donata all'università di Udine

Editoria specializzata nel settore
delle discipline biblioteconomiche e bibliografiche

            Trecento opere datate tra il XV e il XX secolo, edizioni antiche e di pregio, del valore di 75.000 euro, che si aggiungono a 1.250 volumi, a un centinaio di opuscoli ed estratti, e a una collezione di importanti periodici già ricevuti in donazione nel 2001 dal dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’ateneo di Udine: la biblioteca completa del professor Enzo Bottasso (1918-1998), legato per amicizia e attività scientifica all’ambiente accademico udinese, entra a far parte del patrimonio librario del Centro interdipartimentale di servizi bibliotecari di storia, grazie alla generosa donazione all’ateneo di Udine voluta dalla moglie e dal figlio del professore, Maria Grazia Delleani Bottasso e Lionello. La parte antica del fondo Bottasso (circa 300 opere), in particolare, è composta da 10 incunaboli datati tra il 1478 e il 1499, 36 Cinquecentine di rilevante interesse culturale ed editoriale, volumi pubblicati nei secoli XVII, XVIII e XIX, e 21 titoli di grande pregio stampati da Alberto Tallone tra il 1939 e il 1965.


            «L’università di Udine – hanno spiegato Maria Grazia Delleani e Lionello Bottasso – è un ateneo giovane e vivo, dove operano studiosi e allievi di Enzo, e dove esistono corsi di studio di biblioteconomia, bibliografia e storia del libro». Particolare soddisfazione ha espresso la signora Delleani per la possibilità offerta dall’ateneo friulano di conservare il fondo nella sua interezza, «mantenendo così intatto anche il ricordo di mio marito». «Questa donazione – ha affermato il direttore amministrativo dell’ateneo di Udine, Daniele Livon – è un gesto di immenso valore che arricchisce il patrimonio bibliografico della nostra università», che ora, come ha precisato il direttore Centro interdipartimentale di servizi bibliotecari di storia, Andrea Zannini «conserverà con cura il fondo mettendolo anche, nel modo migliore, a disposizione degli studiosi».


            «La biblioteca personale di Enzo Bottasso – ha concluso il direttore tecnico del Centro interdipartimentale di servizi bibliotecari di storia, Beatrice Rinaldis – concorre a formare un prezioso nucleo, ricco e importante, di editoria specializzata nel settore delle discipline biblioteconomiche e bibliografiche». I dipartimenti di Storia e tutela dei beni culturali e di Scienze storiche e documentarie dell’università di Udine hanno voluto esprimere tangibilmente la loro riconoscenza ricordando Enzo Bottasso attraverso la realizzazione del volume “La filosofia del bibliotecario e altri scritti”, curato da Attilio Mauro Caproni e Ugo Rozzo, pubblicato da Forum nella collana Libri e biblioteche.


            Nella parte antica del fondo Bottasso, fra i dieci incunaboli spicca il Mammotrectus, il noto dizionario di vocaboli biblici di Giovanni Marchesini, nell’edizione uscita a Venezia nel 1478. Il volume è anche il più antico della collezione Bottasso. Ancora, tra le Cinquecentine, l’Arcadia di Sannazaro, che Domenico Farri fece uscire a Venezia nel 1599, e il volume di grande interesse non solo editoriale che contiene le opere latine del Petrarca nella stampa veneziana del 1503, dovuta a Simone Bevilacqua. Infine, tra i volumi del Seicento va ricordato il De bibliothecis liber singularis di Johann Lomejer, nella seconda edizione stampata ad Utrecht nel 1680.


            Laureato in lettere all’università di Torino nel 1940, Enzo Bottasso entrò nel ruolo direttivo delle biblioteche governative nel 1942, presso la Biblioteca nazionale di Torino. Nel dicembre del 1951 passò a dirigere le Biblioteche civiche torinesi. Dopo essersi specializzato a Strasburgo, Parigi, Manchester e negli Stati Uniti, dal 1972 al 1975 diresse i servizi culturali della regione Piemonte. Libero docente di Biblioteconomia e bibliografia, nel 1976 divenne ordinario di Bibliografia e biblioteconomia all’università di Roma. Nell'immediato dopoguerra promosse la formazione della sezione piemontese dell'Associazione italiana biblioteche (Aib), ricoprendo importanti ruoli anche a livello nazionale. Negli anni Sessanta fu membro del comitato direttivo della Federazione italiana delle biblioteche popolari. Numerosi i suoi contributi in riviste letterarie e professionali, su temi biblioteconomici, bibliografici e di storia del libro.

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