I risultati delle sei campagne di scavo
nel convegno internazionale dal 9 all’11 dicembre a Udine

L'università di Udine farà rivivere l'antica capitale siriana Qatna

Al via la messa a parco del sito di Tell Mishrifeh
Uno dei più ambiziosi progetti archeologici internazionali

            L’università di Udine sarà protagonista di uno dei più ambiziosi progetti archeologici a livello internazionale: il restauro e messa a parco archeologico di uno dei maggiori scavi in Siria, alla ricerca dell’antica capitale Qatna, uno dei più vasti cantieri attualmente attivi nell’intero Medio Oriente, il sito di Tell Mishrifeh, 18 chilometri a nord-est della città di Homs nella Siria centrale. Dopo sei anni, dal 1999 al 2004, di lungo, faticoso e meticoloso lavoro di ricerca da parte della Missione scientifica archeologica congiunta italo-siro-tedesca, «d’ora in avanti – dichiara il direttore della missione archeologica dell’ateneo di Udine, Daniele Morandi Bonacossi – la ricerca archeologica procederà di pari passo con i lavori di conservazione, restauro e messa a parco archeologico del grande palazzo reale di Qatna del II millennio a.C.». Obiettivo del progetto, proteggere e valorizzare il vasto e prezioso patrimonio archeologico portato alla luce a Tell Mishrifeh, attraverso la creazione di un parco archeologico fruibile dal grande pubblico, tramite percorsi guidati e ricostruzioni animate in realtà virtuale.

            I risultati scientifici finora conseguiti dalla Missione archeologica a Tell Mishrifeh, l’antica capitale Qatna, saranno presentati dal 9 all’11 dicembre a partire dalle 9.30 nella sala convegni di via Petracco 8, a Udine, nel corso del convegno internazionale promosso dal dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’ateneo di Udine, “Urban and natural landscapes of an ancient Syrian capital. Settlement and environment at Tell Mishrifeh/Qatna and in central-western Syria”.

            Dal 1999, anno di fondazione della Missione scientifica archeologica internazionale italo-siro-tedesca che opera alla ricerca delle tracce utili a ricostruire la vita, l’economia e l’ambiente naturale dell’antica capitale Qatna, l’ateneo friulano ha partecipato ogni anno alle campagne di scavi con un’équipe di docenti, personale tecnico e studenti, diretta da Daniele Morandi Bonacossi, docente di Archeologia e storia dell’arte del vicino oriente antico alla facoltà di Lettere e filosofia dell’università di Udine. L’équipe opera fianco a fianco con lo staff della Direzione generale delle antichità e dei musei della Siria, diretto da Michel Al-Maqdissi, e con l’università di Verona, nell’ambito di una convenzione di cooperazione scientifica fra i due enti accademici. Qatna, nel II millennio a.C. reggeva le sorti di un vasto regno, e regolava il traffico delle via carovaniere attraverso il deserto siro-arabico, dalla Masopotamia al Levante. «Il cuore del futuro parco archeologico di Tell Mishrifeh – anticipa Morandi Bonacossi – sarà costituito dal palazzo dei sovrani di Qatna della tarda età del Bronzo (1600-1350 a.C. ca.). Esso rappresenta il più grande palazzo reale dell’intera regione siro-palestinese, dopo quello più antico di Mari».

            Dal 9 all’11 dicembre, al convegno internazionale di Udine parteciperanno una trentina di relatori. Sarà fatto il punto dei lavori svolti dal 1999 ad oggi a Tell Mishrifeh. In particolare, gli studiosi si concentreranno sulla ricostruzione dell’ambiente antico e della sua evoluzione, per cause naturali e antropiche, fra il tardo Pleistocene e il tardo Olocene (40.000-700 a.C. ca.). Verranno presentati i risultati delle indagini archeologiche, geoarcheologiche, palinologiche, archeobotaniche, archeozoologiche, antropologiche, filologiche. Gli argomenti trattati contestualizzeranno da una parte il sito di Mishrifeh da un punto di vista archeologico e ambientale (vegetazione, fauna, idrologia, acqua e altre risorse), dall’altra esamineranno l’interazione fra ambiente naturale e insediamento umano e strategie di sussistenza. Oltre agli archeologi impegnati sul sito, al convegno interverranno gli studiosi operanti nelle regioni adiacenti della Siria centro-occidentale, che illustreranno le loro ricerche sulla fascia costiera, sulla valle dell’Oronte e sulla steppa semi-arida della Palmirena, con l’obiettivo di delineare una ricostruzione generale dell’insediamento e dell’ambiente nella vasta regione compresa fra la costa mediterranea e la steppa della Shamiyah, basata sulle evidenze archeologiche e paleoambientali e sui dati forniti dalle fonti cuneiformi.

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