11 novembre: convegno all’Unione industriali

I risultati della ricerca: la nuova tecnologia "ORC" adatta per le medie aziende del mobile

39 aziende di Prata di Pordenone, Brugnera e Sacile
hanno aderito all’indagine delle Università di Udine e Trieste

            Il 40% delle aziende del Mobile della Destra Tagliamento usa caldaie alimentate a scarti legnosi, principalmente combinate con caldaie di integrazione a gasolio che coprono i consumi di punta invernali. Queste caldaie vengono utilizzate principalmente per il riscaldamento ambientale; più raramente, e principalmente nelle aziende più grandi, si usa il calore anche per scopi di processo, come l’essiccazione e la post verniciatura. Questo un primo dato emerso dal progetto di ricerca sugli ORC, un moderno processo di conversione dell’energia, che verrà presentato giovedì 11 novembre alle 15 presso la sala convegni dell’Unione degli industriali di Pordenone, durante il convegno "Energia prodotta dagli scarti della lavorazione del legno: opportunità di cogenerazione nel distretto del mobile" organizzato dal Centro polifunzionale di Pordenone dell’Università di Udine, in collaborazione con l’Università di Trieste, la sezione regionale dell’Ati e con il sostegno di Campusone (corso di laurea in Ingegneria meccanica dell’ateneo friulano) e del Consorzio di Pordenone.

Lo scorso anno, un gruppo di ricercatori dei dipartimenti di Energetica delle Università di Udine e Trieste ha avviato, sotto la guida di Gioacchino Nardin, docente di Impianti Industriali presso l’Università di Udine, un progetto di ricerca finalizzato a valutare l’opportunità di introdurre nelle aziende mobiliere del Distretto pordenonese una nuova tecnologia, commercialmente nota sotto il nome ORC, per la produzione di energia elettrica in cogenerazione a partire dagli scarti legnosi dell’industria. In particolare, si è sviluppata un’impegnativa indagine sul campo, che è stata possibile grazie alla collaborazione del Distretto del Mobile e specialmente di un campione di imprese, estratto dagli elenchi forniti dalla Camera di Commercio di Pordenone, attive nella fabbricazione di mobili e nell’industria del legno in generale. Le 39 aziende che hanno preso parte all’indagine sono situate principalmente nei comuni di Prata di Pordenone, Brugnera e Sacile e sono rappresentative di tutte le dimensioni aziendali presenti nel distretto (da meno di cinque a oltre 250 addetti). Le aziende contattate hanno messo a disposizione informazioni sui consumi energetici, completato un questionario e consentito la visita alle loro centrali termiche, con la rilevazione dei principali dati tecnici.

In funzione delle caratteristiche tecniche dei moduli cogenerativi ORC disponibili sul mercato, si evidenzia che l’introduzione di questa tecnologia sarebbe possibile in aziende dotate di caldaie almeno della potenza di 2500 kW termici circa. Dall’indagine effettuata si è dedotto che nel distretto pordenonese questa situazione si verifica in aziende aventi almeno 70 dipendenti: la nuova tecnologia è dunque adatta anche per l’utilizzo nelle medie imprese mobiliere. Un ulteriore aspetto favorevole è che proprio nelle aziende medio-grandi si concentrano gli impianti alimentati a scarti legnosi: essi vengono infatti utilizzati come combustibile da circa il 72% delle aziende che hanno caldaie di almeno 2500 kW, ovvero da circa un terzo delle aziende del campione considerato. Considerazioni interessanti sono legate all’età degli impianti: tenendo conto cje l’intero campione, la maggior parte delle aziende (72%) ha caldaie di meno di 10 anni; in generale, dunque, le ristrutturazioni richieste per l’applicazione della nuova tecnologia interverrebbero su impianti recenti e potrebbero essere quindi meno onerose.

La possibilità di vendere l’energia elettrica usufruendo di prezzi incentivati dai certificati verdi consentirebbe, infatti, delle buone prestazioni economiche, che peraltro potrebbero essere migliori se si puntasse alla realizzazione di impianti centralizzati comuni a più aziende. Tale soluzione troverebbe riscontro nella propensione, manifestata dalle aziende campione nel corso dell’indagine, alla centralizzazione di alcuni servizi a livello di distretto (si sono dimostrate favorevoli l’80% delle aziende). Sviluppi tecnico-economici in questa direzione sono attualmente allo studio dei ricercatori. Sicuramente, l’orientamento delle imprese ad agire come distretto e la consapevolezza dell’importanza dei servizi e delle infrastrutture comuni a tutte le aziende rappresentano, assieme alla dimensione media aziendale più alta che in altri distretti mobilieri italiani, dei punti di forza del distretto pordenonese non solo per l’introduzione di impianti avanzati per la produzione dell’energia, ma in generale per lo sviluppo tecnologico del territorio.

Lo scorso anno, un gruppo di ricercatori dei dipartimenti di Energetica delle Università di Udine e Trieste ha avviato, sotto la guida di Gioacchino Nardin, docente di Impianti Industriali presso l’Università di Udine, un progetto di ricerca finalizzato a valutare l’opportunità di introdurre nelle aziende mobiliere del Distretto pordenonese una nuova tecnologia, commercialmente nota sotto il nome ORC, per la produzione di energia elettrica in cogenerazione a partire dagli scarti legnosi dell’industria. In particolare, si è sviluppata un’impegnativa indagine sul campo, che è stata possibile grazie alla collaborazione del Distretto del Mobile e specialmente di un campione di imprese, estratto dagli elenchi forniti dalla Camera di Commercio di Pordenone, attive nella fabbricazione di mobili e nell’industria del legno in generale. Le 39 aziende che hanno preso parte all’indagine sono situate principalmente nei comuni di Prata di Pordenone, Brugnera e Sacile e sono rappresentative di tutte le dimensioni aziendali presenti nel distretto (da meno di cinque a oltre 250 addetti). Le aziende contattate hanno messo a disposizione informazioni sui consumi energetici, completato un questionario e consentito la visita alle loro centrali termiche, con la rilevazione dei principali dati tecnici.

In funzione delle caratteristiche tecniche dei moduli cogenerativi ORC disponibili sul mercato, si evidenzia che l’introduzione di questa tecnologia sarebbe possibile in aziende dotate di caldaie almeno della potenza di 2500 kW termici circa. Dall’indagine effettuata si è dedotto che nel distretto pordenonese questa situazione si verifica in aziende aventi almeno 70 dipendenti: la nuova tecnologia è dunque adatta anche per l’utilizzo nelle medie imprese mobiliere. Un ulteriore aspetto favorevole è che proprio nelle aziende medio-grandi si concentrano gli impianti alimentati a scarti legnosi: essi vengono infatti utilizzati come combustibile da circa il 72% delle aziende che hanno caldaie di almeno 2500 kW, ovvero da circa un terzo delle aziende del campione considerato. Considerazioni interessanti sono legate all’età degli impianti: tenendo conto cje l’intero campione, la maggior parte delle aziende (72%) ha caldaie di meno di 10 anni; in generale, dunque, le ristrutturazioni richieste per l’applicazione della nuova tecnologia interverrebbero su impianti recenti e potrebbero essere quindi meno onerose.

La possibilità di vendere l’energia elettrica usufruendo di prezzi incentivati dai certificati verdi consentirebbe, infatti, delle buone prestazioni economiche, che peraltro potrebbero essere migliori se si puntasse alla realizzazione di impianti centralizzati comuni a più aziende. Tale soluzione troverebbe riscontro nella propensione, manifestata dalle aziende campione nel corso dell’indagine, alla centralizzazione di alcuni servizi a livello di distretto (si sono dimostrate favorevoli l’80% delle aziende). Sviluppi tecnico-economici in questa direzione sono attualmente allo studio dei ricercatori. Sicuramente, l’orientamento delle imprese ad agire come distretto e la consapevolezza dell’importanza dei servizi e delle infrastrutture comuni a tutte le aziende rappresentano, assieme alla dimensione media aziendale più alta che in altri distretti mobilieri italiani, dei punti di forza del distretto pordenonese non solo per l’introduzione di impianti avanzati per la produzione dell’energia, ma in generale per lo sviluppo tecnologico del territorio.

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