III MAGIS - Gradisca Film Studies Spring School

I futuri maestri del cinema di tutto il mondo per una settimana a Gradisca

Carrellata di “versioni multiple”
con alcuni film cult nel passaggio dal muto al sonoro

Vengono da tutto il mondo, per esplorare i terreni più remoti della cinematografia, quando i film cominciarono a varcare i confini del Paese di produzione e il sonoro, introdotto alla fine degli anni Venti, impose il ricorso alle pratiche del doppiaggio e della sottotitolatura. 

Dottorandi e ricercatori riuniti per un'intensa settimana al III Magis – Gradisca Film Studies Spring School, che l'Università degli Studi di Udine - DAMS Cinema di Gorizia, la Cinegraph di Amburgo, la Cineteca del Friuli, la Cineteca di Bologna e altre realtà nazionali ed europee organizzano dall'11 al 19 marzo, riprendendo e approfondendo il complesso e affascinante tema delle versioni multiple dei film nel passaggio dal muto al sonoro. 

Stamani, al Palazzo del Monte di Pietà, l'inaugurazione con i saluti del sindaco di Gradisca d'Isonzo, Franco Tommasini, l'assessore comunale al turismo, Massimiliano Skocaj, il consigliere del Consorzio per lo Sviluppo del Polo Universitario di Gorizia, Medeot, e il direttore del Cego, Mauro Pascolini, oltre alla presentazione della Scuola da parte del presidente del Corso di laurea Dams, Leonardo Quaresima. 

Affidate a docenti provenienti da alcune delle più prestigiose università europee e d'oltreoceano, le lezioni frontali della mattina si alterneranno con i workshop del pomeriggio. Nel programma, approfondimenti sul rapporto tra cinema e radio (Peppino Ortoleva), la costruzione di una filmografia e di un database e le questioni di base sulle versioni multiple (Michèle Lagny, Hans-Michael Bock, Joseph Garncarz, Uli Jung), il cinema come traduzione (Natasa Durovicova), un confronto culturale tra le diverse versioni (Irmbert Schenk), l'analisi figurale dei film (Philippe Dubois), il rapporto con la canzone popolare (Charles O'Brien) e la pratica del riutilizzo di materiali d'archivio (Julia Noordengraf). 

Il viaggio a ritroso nella storia del cinema continuerà, ogni sera, con la proiezione di pellicole rare degli anni Trenta. Tutte rigorosamente proposte in lingua originale e fatte poi seguire dalle versioni girate nelle altre lingue. “Il problema che domina il periodo successivo all'affermazione del film sonoro – spiegano Enrico Biasin e Giorgio Bacchigia, del Dams – è quello delle differenze linguistiche, che limitano la circolazione di un'opera cinematografica al solo circuito di distribuzione del Paese di produzione. Da qui, il ricorso al metodo delle versioni multiple, che prevede la reiterazione delle pratiche di ripresa di uno stesso titolo, conservandone il plot e gli scenari ma cambiando gli attori sulla scena”. Un fenomeno che conobbe la sua massima espansione tra il 1929 e il 1933 e che dagli Stati Uniti si diffonderà in Europa, incentivando quel movimento cosmopolita di registi, attori e maestranze in voga nel vecchio continente già negli anni Venti. 

Due le pellicole in programma per sabato sera, nella Sala Civica Bergamas. Si comincia alle 18 con “Sunshine Susie” (1931), di Victor Saville, (National Film and Television Archive-BFI di Londra), per continuare alle 21 con il celebre “Dier Herrin Von Atlantis. Eine Fata Morgana” (1932), di Georg Wilhelm Pabst (Bundesarchiv-Filmarchiv di Berlino), di cui domenica sera, alle 18, al Palazzo del Monte di Pietà, sarà proposta la versione francese del 1932 “L'Atlantide”. Con l'adattamento del romanzo “L'Atlantide” di Pierre Benoit, Pabst aggiunse notorietà alla propria carriera, segnata già dai successi di “Loulou”, conosciuto anche come “Il vaso di Pandora”, e “Das Tagebuch Einer Verlorenen” (Il diario di una ragazza perduta), con Louise Brooks, l'icona del cinema muto e l'ispiratrice del fumetto “Valentina”.

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