Appuntamento mercoledì 4 maggio a palazzo Antonini

Omaggio a Giorgio Caproni, interventi, letture, musica e proiezioni in Ateneo

Penultimo appuntamento con il “Canovaccio di letture”

        Il “Canovaccio di letture” dell’ateneo friulano, dedicato quest’anno a lingua, poesia, traduzione, organizzato, a cura di Anna Panicali, dall’Università e dal Conservatorio “Jacopo Tomadini” di Udine, dall’Associazione laureati in Lingue (All) e Cittàteneo, rende omaggio al poeta Giorgio Caproni. Domani, mercoledì 4 maggio nell’aula 7 di palazzo Antonini, in via Petracco 8, per tutta la giornata si terranno interventi critici, proiezioni, letture, a cura di Rita Maffei, esecuzioni di brani musicali che ispirarono l’opera del poeta, in cui il nodo fra parola e musica è molto stretto. 

        Dalle 9.30 Biancamaria Fra botta, dell’università di Roma, introdurrà “Le città visibili”, e Adele Dei, dell’università di Firenze, “Il romanzo spezzato”. Alle 11 intermezzo musicale con gli allievi del Conservatorio Tomadini, il soprano Eva Burco e Marius Barroccini al pianoforte. A seguire, Anna Dolfi, dell’università di Firenze, affronterà “Sulle soglie dell’ombra”. Quindi sarà proiettato il cortometraggio di Giuseppe Bertolucci “Il congedo del viaggiatore cerimonioso”, con il commento di Luigi Surdich, dell’università di Genova. 

        Nel pomeriggio dalle 15.30 Antonio Prete, dell’università di Siena, si soffermerà su “Traduzione e poesia”, con letture in lingua originale e in traduzione italiana. Enrico Testa, dell’università di Genova, presenterà “Con gli occhi di Annina. L’ultimo Caproni”. Infine, Luca Zuliani, dell’università di Padova, e Rodolfo Zucco, dell’università di Basilea, con Martina Bretoni al violoncello e Anna Giulia Serena al pianoforte, e voce recitante di Rita Maffei, tratteranno “Il gioco delle rime: metrica e musica”, andando a scoprire il rapporto tra Caproni e i poeti del Duecento, la metrica di Cavalcanti e le ariette settecentesche. 

        Giorgio Caproni nacque a Livorno il 7 gennaio 1912. Nel 1936 pubblicò la sua prima raccolta di poesie. Commesso, impiegato, e infine maestro elementare, nel 1938 si trasferì a Roma, dove continuò a fare il maestro fino al 1973, lontano dai salotti letterari. Dopo la guerra e la Resistenza, collaborò a giornali e riviste come L'Unità, Mondo operaio, Avanti!,Italia socialista, Il lavoro nuovo, La fiera letteraria, con articoli, racconti, traduzioni. Intensa fu la sua attività di traduttore di prosa e di poesia soprattutto dal francese, tra cui Il tempo ritrovato di Proust, I fiori del male di Baudelaire, Morte a credito di Celine, Bel-ami di Maupassant, Genet e Apollinaire. Vinse diversi premi letterari. Il vero successo lo ebbe nel 1975, con Il muro della terra, e successivamente con il Franco cacciatore, che vinse i premi Montale e Feltrinelli. Giorgio Caproni ricevette nel 1984 la laurea honoris causa in Lettere e Filosofia all'università di Urbino e nel 1985 la cittadinanza onoraria di Genova, città che influenzò profondamente il suo spirito e la sua produzione poetica. Nel 1986 ottenne i premi Chianciano, Marradi Campana e Pasolini, per la raccolta Il conte di Kevenhuller. Si spense a Roma il 22 gennaio 1990.