Sequenziamento del DNA della vite, Udine nell'accordo italo-francese

In cantiere la nascita di un istituto di genomica
al Parco scientifico e tecnologico

        L’università di Udine rimane in prima fila nell’ambito delle ricerche sul genoma della vite. Gli studiosi dell’ateneo friulano, dopo averne completato due anni fa la prima mappatura fisica, sono da oggi coinvolti nel progetto italo-francese di sequenziamento del DNA. Il gruppo con competenze multidiciplinari, costituito da Michele Morgante per la parte della genomica, da Alberto Policriti per la bioinformatica e da Gabriele Di Gaspero per la genetica vegetale, è entrato a far parte del progetto “Vigna”, cui partecipano dodici fra atenei ed enti di ricerca italiani e il CRA (Centro di ricerca agricola) del ministero per le Politiche agricole e forestali. Il progetto, con la sottoscrizione ufficiale avvenuta il 26 luglio scorso a Parigi dell’accordo di collaborazione scientifica italo-francese, intende procedere al sequenziamento completo del genoma della vite. «Si tratta – afferma Morgante – di decodificare 500 milioni di basi del DNA della vite. Il sequenziamento porterebbe ricadute positive pratiche nel settore vitivinicolo. Ad esempio, si potrebbero ottenere la caratterizzazione dei vitigni autoctoni o produrre varietà resistenti agli agenti patogeni utilizzando tecniche di miglioramento genetico per incrocio e selezione rese molto più efficaci dalle conoscenze molecolari acquisite». 

        Intanto a Udine si sta avviando la creazione, all’interno del Parco scientifico e tecnologico, di un istituto di ricerca di genomica delle piante, in cui confluirebbero le competenze dei ricercatori dell’università di Udine. «L’istituto – commenta Morgante – rappresenterà una punta di diamante nel settore della genetica delle piante a livello mondiale, e si unirebbe quale terzo polo, oltre ai due gruppi del progetto Vigna e dei ricercatori francesi, nel lavoro di sequenziamento del genoma della vite». Per questo «contiamo – auspica Morgante - che ci sia un adeguato supporto al progetto da parte delle realtà private operanti in regione nel settore, dopo che i politici e le istituzioni pubbliche hanno fatto la loro parte nel promuovere e finanziare un’iniziativa di grande prestigio ed ampio respiro, dalla quale potrebbero da un lato derivare nuove conoscenze che ci permettano di capire sempre meglio il funzionamento e l’evoluzione dei genomi, e dall’altro tradurre tali conoscenze in applicazioni pratiche con benefici per l’agricoltura e l’ambiente».

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