Da giovedì 26 a sabato 28 gennaio a Palazzo Antonini, Udine

I missionari e l'occidentalizzazione del mondo

Convegno internazionale sui primi
antropologi della modernità

        Sono stati i protagonisti del primo confronto/scontro interculturale della modernità occidentale. Testimoni della fede cristiana e, allo stesso tempo, capaci di ripensare e di rendere compatibili l’eguaglianza e la diversità tra gli uomini, i missionari e la loro azione etnografica sono i protagonisti del convegno sulle “Lingue e culture dei missionari” organizzato dal Centro internazionale sul plurilinguismo e dal dipartimento di Lingue e letterature germaniche e romanze dell’università di Udine che si terrà da giovedì 26, con inizio alle 15, a sabato 28 gennaio nella sala Convegni di Palazzo Antonini, in via Petracco 8, a Udine. Una ventina di studiosi provenienti da università italiane, francesi e brasiliane affronteranno, da una prospettiva multidisciplinare, il tema della modernità dei missionari. 

        I lavori saranno introdotti dal prorettore, Maria Amalia D’Aronco, dal preside della facoltà di Lingue, Vincenzo Orioles, e dal direttore del Centro internazionale sul plurilinguismo, Carla Marcato. Seguiranno le relazioni di Carlo Borghero (Confucio, i libertini e il buon uso dell’apologetica) e Lucetta Scaraffia (L’apporto dei missionari alla cultura dell’età contemporanea) dell’università di Roma “La Sapienza”; Chiara Giuntini, (Malebranche, i gesuiti e la “teologia cinese”), Paola Dessì (L’inoculazione del vaiolo in Cina: un caso di cecità epistemologica) e Nicola Gasbarro (Il diavolo interculturale) dell’università di Udine. 

        Venerdì 27 gennaio, a partire dalle 9, interverranno Enzo Gualtiero Bargiacchi (L’esperienza tibetana di padre Ippolito Desideri), Charlotte de Castelnau-L’Estoile dell’università Paris X-Nanterre (La traduzione di un’istituzione: missionari e matrimonio), Alessandra Ferraro (Attività missionaria e mediazione interculturale nella Nouvelle France: Marie de l’Incarnation) dell’università di Udine, Celestina Milani e Mario Iodice (Un linguista interculturale tra gli indios del Brasile: il gesuita Josè de Anchieta) dell’università Cattolica di Milano, Cristina Pompa (Missionari e Tapuia nel Certão coloniale) dell’università di San Paolo, Domenico Santamaria (La linguistica gesuitica e l’indoeuropeistica del secondo Ottocento) dell’università di Perugia. Nel pomeriggio, dalle 15, parleranno Gianguido Manzelli (Il contributo dei missionari italiani allo sviluppo della conoscenza delle lingue e alla linguistica prescientifica nei secoli XVI-XVIII) dell’università di Pavia, Sergio Cappello (La linguistica dei missionari nella Nouvelle France) e Fiorenzo Toso (La percezione del plurilinguismo congolese nelle relazioni dei cappuccini italiani [secoli XVII-XVIII]) dell’università di Udine, Diego Poli (Strategia interpretative e comunicative della linguistica missionaria nello spazio culturale sino-nipponico fra Cinquecento e Settecento) e Vittorio Tomelleri (Aspetti linguistici nei primi testi a stampa georgiani. Trascrizione fonetica e interpretazione di categorie grammaticali) dell’università di Macerata, Giovanni Marchetti (La documentazione linguistica dei gesuiti espulsi dalle Americhe) dell’università di Bologna. 

        Sabato 28 gennaio i lavori riprenderanno alle 9.30 con i contributi di Francesco Surdich (L’interesse di Sapeto per l’arabo e le lingue etiopiche) dell’università di Genova, Benoit de L’Estoile (“Rispettare la cultura del proprio popolo”. La politica educativa e linguistica dei missionari nell’Africa degli anni Venti) del Cnrs di Parigi, Maurizio Gnerre (Lingua e musica indigena nelle missioni fra gli Jivaros dell’Alta Amazzonia) dell’università di Napoli, Paula Montero (Salesiani, indigeni e antropologi) dell’università di San Paolo.

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