Honsell: «Un modello per gli imprenditori, un leader del nostro tempo»

Gian Carlo Michellone, manager dell'innovazione ad honorem

Il numero 1 del Centro ricerche Fiat dottore in Economia aziendale

        Con 1200 brevetti attivi, importanti innovazioni come i motori Common rail e Multijet, un valore della produzione pari a 130 milioni di euro in crescita del 7% all’anno e un organico altamente qualificato di 930 unità, il Centro Ricerche Fiat (CRF) è il più importante centro di ricerca privato europeo. Da sedici anni è guidato da un imprenditore e manager dell’innovazione, Gian Carlo Michellone, responsabile per la Ricerca e l’innovazione del gruppo Fiat, che l’università di Udine ha laureato ad honorem in Economia aziendale per “aver saputo coniugare la tecnologia all’economia dell’innovazione, cogliendo e affrontando con successo i problematici aspetti economici e di trasferimento tecnologico sottesi a tutti i processi innovativi”. 

        Il presidente del Centro Ricerche Fiat, uno dei fondatori del Consorzio Friuli innovazione che oggi gestisce il Parco scientifico e tecnologico di Udine, è «un modello per tutti gli imprenditori, un leader del nostro tempo» ha detto il rettore, Furio Honsell, nel corso della cerimonia di conferimento svoltasi nel Salone del Parlamento del Castello di Udine. «Michellone – ha aggiunto Honsell – è un ambasciatore dell’innovazione che si è distinto per la sua capacità di far scoprire il divertimento della creatività, trasformandola da individuale a collettiva». 

        L’innovazione? Nasce sull’orlo del caos. «In un mondo imprenditoriale in cui c’è una sola certezza, l’incertezza – ha spiegato Michellone nella sua lezione magistrale su “Economia e management dell’innovazione” –, se, per nostra fortuna, siamo sull’orlo del caos, dobbiamo restarci. E’ lì che nasce l’innovazione a tutto campo, quella che permette ad un’azienda di prosperare anche in tempi difficili». Poiché «nessuno è più creativo di chi sa che se non lo è il giorno dopo sarà impiccato – ha aggiunto –, il management deve aggiungere cambiamenti ai cambiamenti già in atto». Dire innovazione, che sia di prodotto, di processo o di metodi di lavoro, però non basta. «Essa ha valore – ha ribadito Michellone – solo quando è trasferita ai clienti che la utilizzano, conta cioè l’innovazione in uso».

Innovazione significa quindi «trasferimento di idee nuove sul mercato con il giusto profitto» ha chiarito Michellone che, nel 1969, a 29 anni, inventò e brevettò l’Antilock, il sistema antislittamento, noto come Abs, oggi in dotazione su quasi tutte le automobili. Tuttavia, la gestione dell’innovazione nei suoi vari aspetti non è facile. «Fondamentale – ha sottolineato – è la crescita delle persone e, in particolare, la formazione dei ricercatori, di coloro cioè che, interni ed esterni all’azienda, sviluppano idee per la competitività aziendale». Compiti del management sono perciò anche quelli di «allenare i collaboratori a mantenere l’eccellenza – ha spiegato il presidente del CRF – e, vera sfida per il successo nel lungo termine, trasformarli in maestri che sappiano trasmettere il loro sapere, i loro valori e i loro comportamenti positivi». 

        Autore o coautore di oltre 140 brevetti, sessantacinque anni, nato a Cambiano, nel torinese, comune del quale è stato anche sindaco per una ventina d’anni, Michellone è entrato in Fiat subito dopo la laurea in Ingegneria meccanica . «Da vero manager dell’innovazione – ha spiegato nella sua laudatio, Cristiana Compagno, ordinario di Strategie di imprese alla facoltà di Economia dell’ateneo friulano –, dal 1989, quando fu nominato amministratore delegato e direttore, ha impresso al Centro ricerche di Orbassano un cambiamento strategico, organizzativo e culturale che ne ha consentito il rilancio aprendo nuove prospettive di sviluppo duraturo». Da «centro di costo» lo trasformò in «centro di profitto» cambiandone la prospettiva. Come? «Ricercando sul mercato – ha sottolineato Compagno – le opportunità di potenziali clienti ai quali vendere non ricerca ma competitività». 

        Consapevole delle forti relazioni tra formazione, conoscenza e innovazione, Michellone ha dato vita ad una collaborazione strutturata con l’università di Udine e ad una qualificata serie di iniziative mirate, anche in ambito locale. «Il trasferimento tecnologico di un grande centro di ricerca – ha spiegato la professoressa Compagno – è anche un veicolo di trasmissione di stimoli per la generazione di autonomi processi innovativi nel sistema e di avvio di circoli virtuosi». In questa direzione vanno la partecipazione, fin dal 1998, alla creazione del Consorzio Friuli innovazione, il sostegno all’avvio dei laboratori del Centro internazionale di ricerca per la montagna (Cirmont) e del Centro ricerche PlastOptica di Amaro, il finanziamento di numerosi progetti di ricerca, fra i quali, quello che ha dato origine al laboratorio di prototipazione rapida e al primo spin-off dell’ateneo friulano e, più recentemente, il supporto all’edizione 2006 del Premio nazionale per l’innovazione che si terrà a Udine.

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