Inaugurato il 28° anno accademico

L'università di Udine progetta la futura espansione

Sarà costruita una nuova biblioteca e laboratori
per 60 mila metri quadri al polo dei Rizzi

Nel 2006 il ministero non incrementerà i finanziamenti
Con l’aumento del 2005 assunti nuovi ricercatori,
banditi concorsi per il personale,
sanato il 30% del disavanzo dell’Amministrazione centrale

        Non accenna a fermarsi la crescita dell’università di Udine: parte ora il progetto per l’espansione del campus dei Rizzi. Una nuova biblioteca scientifica e laboratori di ricerca saranno costruiti su una superficie di 60 mila metri quadri che l’ateneo acquisterà nel 2007. Un progetto ambizioso, destinato a cambiare il volto del polo dei Rizzi e che costerà circa 12 milioni euro (su finanziamento regionale). Permetterà, nei prossimi 20 anni, di completare la costruzione del polo scientifico, interrotta da oltre 10 anni. Il progetto è stato illustrato dal rettore Furio Honsell nella relazione per l’inaugurazione dell’anno accademico 2005-2006, la tradizionale cerimonia in cui ogni anno il rettore delinea i risultati raggiunti nel precedente anno accademico e gli obiettivi futuri. Dopo il completamento del restauro di palazzo Caselli nel centro storico per il dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali, nel 2006 nel polo scientifico saranno terminati gli edifici per i dipartimenti di Scienze degli alimenti e di Scienze degli animali e per i laboratori didattici della facoltà di Agraria (per un totale di 6mila metri quadri) e per il dipartimento di Biologia ed economia agroindustriale (850 metri quadri) dove saranno allestiti anche laboratori per un investimento di un milione e mezzo di euro.
 
        Uno sviluppo non sempre accompagnato dal sostegno a livello nazionale. Honsell critica la legge sul riordino dello stato giuridico dei docenti, recentemente approvata, che considera “un’occasione perduta per dare regole certe ai giovani”. Apprezza il contributo della Regione ad alcune iniziative dell’ateneo, come la Scuola superiore, il Parco scientifico e tecnologico, la fiera Innovaction, il Premio nazionale dell’innovazione, le lauree sanitarie, in Scienze motorie e in Viticoltura (alla cerimonia ha partecipato anche il presidente della Regione, Riccardo Illy). Propone al prossimo governo il modello di nuova università, fondata sui principi della qualità, della valutazione, della definizione di regole certe per il reclutamento, in modo da permettere all’università di innovarsi con autonomia anche sul piano organizzativo. Un appello raccolto e condiviso da Giuseppe Morandini, presidente della Piccola industria di Confindustria: “In tutto il mondo le università competono per attrarre i migliori e ottenere i finanziamenti. Per inserirsi nella competizione internazionale i nostri atenei devono aprirsi alla concorrenza, a un sistema efficiente di valorizzazione dei talenti e delle eccellenze”. In altre parole: è necessaria la logica della valutazione e della conquista dei finanziamenti in funzione dei risultati. Indispensabile, poi, una maggiore integrazione della ricerca con il mondo dell’impresa.
 
        Oltre la metà della relazione del rettore è stata poi dedicata ai risultati “da ricordare” realizzato nello scorso anno accademico non soltanto nella didattica e nella ricerca, ma anche nell’internazionalizzazione, nell’innovazione, nel trasferimento tecnologico e nei servizi agli studenti, settori di particolare importanza anche nel 2006. L’ateneo friulano conta oggi 10 facoltà, 28 dipartimenti, 43 corsi di laurea triennale e 46 di laurea magistrale, 18 master universitari molti dei quali d’intesa con istituzioni locali, 19 corsi di dottorato di ricerca, 29 Scuole di specializzazione, ha un Policlinico universitario a gestione diretta con 18 cliniche e 8 istituti, con oltre 850 operatori, un’Azienda Agraria, una Casa Editrice. Si estende oggi su un campus diffuso costituito da cinque poli a Udine, a Pordenone (oltre 1000 studenti), Gorizia (oltre 2000 studenti), Cormòns, Gemona, e svolge inoltre attività didattica e di ricerca a Cividale, Mestre, Tarcento, Gradisca, Tolmezzo, Lignano, Amaro. Complessivamente l’Ateneo di Udine muove oltre 20mila persone: 723 tra docenti e ricercatori, 570 tra tecnici e amministrativi, 726 docenti esterni, sono attualmente iscritti oltre 16mila studenti e circa un migliaio tra assegnisti di ricerca, borsisti, specializzandi e dottorandi di ricerca. Dalla sua nascita ad oggi, l’Università di Udine ha creato ben 18.500 laureati.
 
        Nessun incremento di finanziamenti nel 2006. All’ateneo friulano sono stati assegnati 8,8 milioni di euro in più sul Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) per il 2005. Con un incremento del 14%, l’Ffo consolidato è così passato dai 61,6 milioni del 2004 ai 70,4 milioni di euro del 2005. Poteva essere l’anno della svolta, invece si è rivelato un episodio isolato. “Il Ministero – ha sottolineato il rettore - non ha attualmente previsto, a differenza dell’anno scorso, alcuna somma da ripartire esclusivamente tra gli atenei sottofinanziati come quello di Udine. È ovvio che tutti i miei sforzi in questo momento sono dedicati a fare in modo che venga applicato il criterio che siamo riusciti ad ottenere l’anno scorso. Per conoscere l’esatto ammontare del finanziamento ministeriale per il 2006 bisognerà attendere almeno un mese”. Nonostante il forte incremento dell’anno scorso, quindi, l’Ateneo di Udine risulta ancora il quinto ateneo più sottofinanziato d’Italia (-18%).
 
        Le azioni realizzate con i finanziamenti del 2005. L’aumento di risorse per il 2005 ha però permesso di realizzare una serie di azioni attese da tempo. Quattro in particolare: il rientro di una parte del disavanzo dell’amministrazione centrale, assunzioni di docenti, ricercatori, tecnici e amministrativi e progressioni di carriera. “L’Università di Udine è riuscita non solo a raggiungere ma anche a superare l’obiettivo di rientro dal disavanzo dell’amministrazione centrale che si era posta un anno fa – ha evidenziato Honsell -. L’obiettivo era di rientrare di 1,12 milioni di euro, ovvero circa il 15% a fronte di un disavanzo di parte corrente di circa 9 milioni di euro. Nel bilancio consuntivo si stima che il rientro sarà di circa il 30%, ovvero di oltre 2 milioni di euro. Un risultato molto positivo che dimostra il rigore, l’attenzione e l’alto livello di controllo di gestione che l’amministrazione dell’Ateneo sta perseguendo”. Importanti risultati sono stati ottenuti sul piano delle risorse umane. Lo scorso 31 dicembre il corpo docente era formato da 723 unità (474 docenti e 249 ricercatori), a fronte dei 667 dell’anno precedente. Sono stati realizzati quindi ben 56 nuovi ingressi, oltre alle numerose progressioni di carriera. Nel 2006 saranno assunti altri 10 docenti e 30 ricercatori. Sono quindi oltre 240 i nuovi docenti e ricercatori che in 9 anni sono arrivati ad insegnare nelle aule e a fare ricerca nei laboratori dell’ateneo friulano. Inoltre, grazie allo sblocco delle assunzioni, sono stati banditi, dopo cinque anni di blocco, i primi 10 concorsi a tempo indeterminato per il personale tecnico e amministrativo. Altri concorsi saranno banditi entro la fine del 2006. L’obiettivo è di assumere oltre trenta nuovi dipendenti entro l’anno. Inoltre sarà possibile quest’anno scorrere l’intera graduatoria della mobilità orizzontale, per un totale di 70 posizioni, con un investimento da parte dell’ateneo pari a complessivi 80mila euro.
 
            Le richieste degli studenti. Tradurre i risultati della valutazione dei corsi fatta dagli studenti in miglioramenti tangibili, per evitare che lo strumento resti “un mero adempimento burocratico o un esercizio statistico”. È stato il tema della valutazione dei corsi al centro della relazione di Michele Lorenzon, presidente del Consiglio degli studenti, che ha sottolineato anche l’importanza dei rapporti con l’estero e l’offerta di nuovi servizi agli studenti. Dopo quelli già avviati dall’ateneo, ora gli iscritti chiedono più attenzione agli orari di apertura di aule studio e biblioteche, un numero maggiore di postazioni informatiche e di spazi dedicati allo studio e ai servizi di segreteria. Fra le altre richieste, lo sviluppo del polo scientifico dei Rizzi e una maggiore attenzione da parte del Comune per le esigenze degli studenti universitari.
 
            Le richieste del personale tecnico e amministrativo. Formazione, tutela per i lettori di lingua straniera e per il personale del Policlinico che con l’Azienda unica dovrà scegliere se rimanere all’università o passare al sistema sanitario, nuovi concorsi per completare l’assunzione del personale precario: sono queste alcune fra le priorità del personale tecnico e amministrativo, elencate da Carla Rigon. Fra i punti dolenti, il costante ritardo del contratto del personale dell’università. L’ateneo ha previsto il pagamento degli anticipi sui futuri miglioramenti contrattuali in attesa della sigla del contratto per il biennio 2004-2005 che dovrebbe essere imminente, ma il personale chiede al Rettore di sollecitare nelle sedi opportune la situazione del personale universitario, tra i peggio pagati di tutto il pubblico impiego. Delusione da parte del personale per la mancata modifica dello Statuto per permettere di eleggere il rettore ad una maggiore rappresentanza dei tecnici e amministrativi. Infine, l’auspicio che la definizione del piano triennale del fabbisogno di personale, la ridefinizione del riassetto organizzativo dell’ateneo e l’individuazione di ruoli e figure di tipo dirigenziale e direttivo porti ad un riordino efficace e a razionalizzazione dell’intera struttura.
 

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