Il cittadino banchiere laureato honoris causa in Banca e finanza

Padoa-Schioppa, imprenditore d'Europa

Honsell: «L’Europa è un valore fondamentale»

        «L’interesse pubblico non è l’interesse di una entità astratta. È l’interesse delle persone, degli individui in quanto esseri sociali. Non è l’interesse di chi in quel momento ha una funzione pubblica». Per l’“imprenditore d’Europa” Tommaso Padoa-Schioppa, uno degli artefici teorici e pratici dell’Euro, laureato ad honorem in Banca e finanza dall’università di Udine, l’interesse pubblico fa sì che «la competizione non sia guerra, ma sia gara. Ed è quello che costantemente osserviamo, comprese le dolorose vicende giudiziare o di rottura di codici etici che vediamo con frequenza nel nostro paese e anche in altri». È stata invece «una nozione di bene inteso interesse pubblico nazionale – ha spiegato il neo dottore honoris causa nel corso della cerimonia nel Castello di Udine – quella che, alla fine, ha rimosso gli ostacoli intellettuali e, in parte, politici, spingendo gli stati ad accettare la moneta unica europea». 

        La figura di Padoa-Schioppa, dal 1998 al 2005 nel comitato esecutivo della Banca centrale europea, «è di grande ispirazione per tutti coloro che credono nell’idea di Europa» ha detto il rettore, Furio Honsell, sottolineando come «l’università di Udine considera l’Europa come un valore fondamentale». Il mondo delle università e della ricerca, infatti, è quello dove il senso di Europa si è manifestato in modo più forte. «La ricerca – ha aggiunto Honsell – si costruisce soprattutto con progetti che vedono coinvolti gli atenei dove lingue, confini, culture e diversi punti di vista sono dei valori aggiunti e mai un ostacolo». 

        «La banca e la finanza – ha svelato Padoa-Schioppa nella sua lectio doctoralis su “Banca e finanza: interessi e valori” – sono stati quasi un pretesto per occuparmi di interesse pubblico e di valori civili». La laurea ad honorem gli è stata attribuita, perché, spiega la motivazione, «ha saputo coniugare ad un livello molto elevato senso delle istituzioni, competenza professionale e metodologica nel settore economico-finanziario e passione civile, in una vita coerentemente ispirata all’ideale europeo, alla realizzazione del quale ha dato significativi contributi». 

        «Per il cittadino banchiere Padoa-Schioppa – ha detto il professor Flavio Pressacco nella sua laudatio – il riferimento è stato precocemente e coerentemente, non nazionale ma europeo». Cittadino banchiere perché la sua professionalità di banchiere centrale, ovvero di colui che si occupa del governo della moneta e della politica economica di un’entità statale o federale, l’ha messa al servizio dei cittadini, della comunità di riferimento. Nato a Belluno nel ’40, Padoa-Schioppa frequenta il liceo a Trieste per poi laurearsi alla Bocconi di Milano. Sentendone la vocazione sceglie il servizio pubblico. Entra in Banca d’Italia, poi il master al prestigioso Mit di Boston dove fu allievo, fra gli altri, del Nobel Franco Modigliani. Ritornato in patria non sfugge al desiderio di lavorare per un’Europa unita. 

        Nel 1979 diventa direttore generale per gli Affari economici e finanziari della Commissione europea dove rimarrà fino al 1983. Dal 1984 al 1997 è vice direttore generale della Banca d’Italia. Poi, fino al ’98, presiede la Consob. Ma sarà ancora l’Europa il fulcro del suo impegno. Il suo ruolo nella nascita dell’euro e della Banca centrale europea «fu decisivo – ha spiegato Pressacco – grazie all’abbinamento dei ruoli di teorico e di stimato e autorevole banchiere centrale e di grande esperto dei meccanismi decisionali europei». Tanto che alla nascita della Bce, nel 1998, Padoa-Schioppa fu uno dei sei membri del comitato esecutivo della Banca. Terminato da poco il mandato di otto anni non rinnovabili nel board dell’istituto di Francoforte, «è facile prevedere – secondo Pressacco – che non starà a lungo in panchina, né il paese né l’Europa possono permetterselo».

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