Sito internet del dipartimento di Biologia applicata

Zecche on line all'università di Udine

Indagine sulla presenza delle zecche
in 16 località dell’Alto Friuli

        Un sito internet interamente dedicato alle zecche “friulane”: alle loro caratteristiche, alle malattie che possono trasmettere all’uomo, ai suggerimenti pratici per la protezione personale e ai risultati di un primo monitoraggio sulla presenza di questi acari nell’Alto Friuli. Il sito, visitabile all’indirizzo http://web.uniud.it/entomoinfo/zecche/zecche.html, è stato realizzato dal gruppo di ricerca sulle zecche attivo presso il dipartimento di Biologia applicata alla difesa delle piante dell’università di Udine che da quattro anni studia la zecca più pericolosa per l’uomo in Friuli: la Ixodes ricinus, la cosiddetta “zecca del bosco”. Nell’ultimo anno, in particolare, è stata avviata una ricerca, in collaborazione con l’Azienda per i servizi Sanitari n. 3 Alto Friuli, per verificare quali sono le località dell’Alto Friuli dove le zecche sono più numerose, oltre alla loro pericolosità per quel che riguarda le malattie trasmesse. I siti esaminati finora sono sedici: da Montenars a Paluzza, da Forni di Sotto a Tarvisio. 

        Nel sito una cartina geografica riporta le posizioni delle località studiate e, per ognuna, vengono fornite informazioni relative all’abbondanza di zecche in quel luogo e alla percentuale di individui portatori del patogeno responsabile della malattia di Lyme, molto diffusa in Friuli con centinaia di casi accertati. «Non si tratta comunque – precisa il ricercatore Francesco Nazzi, responsabile del gruppo di studio sulle zecche – di una mappa del rischio di morso da zecche o del rischio di contrarre una malattia trasmessa da zecche, ma di un primo tentativo di individuare le aree maggiormente interessate al fenomeno». La “zecca del bosco” può trasmettere all’uomo varie malattie tra cui l’encefalite trasmessa da zecche (TBE) e la malattia di Lyme. Mentre quest’ultima può essere curata mediante un’appropriata terapia antibiotica, l’encefalite è invece più rara e sporadica ma ha effetti potenzialmente molto gravi. 

        Da queste prime indagini svolte dall’università di Udine emerge una situazione alquanto eterogenea con alcune località in cui sono state raccolte centinaia di zecche insieme ad altre in cui le zecche sono meno numerose. Analogamente, le analisi sul materiale raccolto dai ricercatori udinesi svolte dall’equipe del professor Pierlanfranco D’Agaro, del dipartimento di Scienze di medicina pubblica dell’Università di Trieste, hanno rivelato percentuali di zecche portatrici del patogeno responsabile della malattia di Lyme variabili tra il 7 e il 41%. Le zecche prediligono gli ambienti umidi e sono particolarmente attive in primavera e in autunno. Sono soggetti al rischio di subire un morso da zecca soprattutto coloro che svolgono attività all’aperto per lavoro, per svago o che risiedono in aree infestate. Per ulteriori informazioni: 0432 558513.