Riconoscimento al capo della Protezione civile dell’Ontario

Julian Fantino dottore honoris causa in Ingegneria dell'ambiente e delle risorse

Honsell: «Incarna i valori forti della gente friulana»
Fantino: «Prima emigravano le braccia ora le idee»

        «Se non si fa uno sforzo per capire gli altri, accettandone le differenze, si può scivolare in uno scontro culturale che, se radicalizzato, è molto più pericoloso di quello politico-ideologico». È il messaggio lanciato dall’italo-canadese Julian Fantino, capo della Protezione civile dello Stato canadese dell’Ontario, friulano, originario di Vendoglio di Treppo Grande, laureato ad honorem dall’università di Udine in Ingegneria dell’ambiente e delle risorse «per le straordinarie capacità organizzative dimostrate e l’elevato senso di responsabilità di cui ha dato prova nella gestione di tutti gli incarichi pubblici affidatigli». Più di 40 anni spesi a favore della collettività e dell’integrazione multirazziale, Julian Fantino, 64 anni, emigrato in Canada nel ’53, dal 2000 al 2005 capo della polizia di Toronto, la più grande città del Canada con il quinto corpo di polizia del Nord America, ha spiegato come proprio «i friulani residenti nelle varie parti del mondo possono ritenersi fortunati perché lo stato di necessità iniziale li ha spinti a capire gli altri, a ragionare, ad accettare realtà diverse». 

        Alla cerimonia di conferimento svoltasi nel Salone del Parlamento del Castello di Udine erano presenti, fra gli altri, il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, il presidente della Provincia di Udine, Marzio Strassoldo, e il sindaco di Treppo Grande, Giordano Menis. Il rettore Furio Honsell ha detto che Fantino «incarna i valori della gente friulana» perché ha manifestato «serietà, impegno, coraggio, senso di responsabilità e capacità di gestire con lucidità e vigore situazioni difficili». Fantino, ha aggiunto Honsell, «rappresenta la diaspora friulana, quell’emigrazione che porta con sé competenze, professionalità e valori forti. E’ questa la caratteristica dell’emigrazione friulana che ha fatto sì che i tanti friulani nel mondo abbiano poi assunto ruoli significativi nella costruzione della società civile». 

        La vita di Fantino è la “Storia di un percorso difficile”, come ha intitolato la sua lezione magistrale; piena di sacrifici ma anche ricca di soddisfazioni. «I nostri giovani – ha detto il neo dottore parlando ai giovani del Friuli dei giovani friulani sparsi nel mondo – vogliono allacciare un dialogo con la madre terra non per chiedere risarcimenti, ma per offrire un’opportunità di collaborazione con risultati positivi e reciproci». Da qui l’appello ai giovani friulani in Friuli ad «incrementare il dialogo con i loro coetanei all’estero in campo culturale, economico e sociale», a partecipare ad un nuovo tipo di emigrazione, quella “virtuale”. «Prima emigravano due braccia – ha spiegato Fantino –, ora emigrano le idee». 

        La vicenda di Fantino è soprattutto la storia di una «contrastata affermazione sociale e professionale – ha spiegato nella laudatio, Giuliano Dolcetti, ordinario di Chimica industriale all’università di Udine – in un mondo ancora permeato da pregiudizi culturali ed etnici». Secondo Dolcetti sono cinque i punti fondamentali del modo di Fantino di concepire il servizio di sicurezza: «una forte integrazione della polizia con la popolazione; una peculiare attenzione e promozione della cultura della legalità nella polizia; il vivo senso di appartenenza alla comunità canadese con una condivisione totale dei suoi valori di democrazia, tolleranza, integrazione etnica e identità nazionale; l’adozione di adeguate strategie di prevenzione del crimine, più efficaci e socialmente meno dirompenti di quelle di contrasto, e l’innovazione organizzativa del servizio». 

        A trent’anni dal terremoto che sconvolse il Friuli, la facoltà di Ingegneria dell’ateneo udinese ha voluto conferire questa laurea inquadrandola tra le manifestazioni organizzate nel ricordo di quei drammatici eventi. «Julian Fantino – ha spiegato il preside di Ingegneria, Andrea Stella –, partendo dalla svantaggiata condizione di emigrato ha saputo ugualmente raggiungere vertici assoluti facendo esclusivo affidamento sulle sue capacità, sulla sua volontà e sulla sua determinazione». In tutte le funzioni pubbliche ricoperte «ha costantemente ricercato – ha detto Stella – un rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini, ha dimostrato grande sensibilità riguardo ai problemi sociali dell’integrazione multirazziale, ha ricercato con costanza un dialogo costruttivo attraverso la conoscenza e il riconoscimento della diversità, ha ricercato la coesione sociale attraverso la tolleranza». 

        Cittadino onorario di Treppo Grande, Fantino è stato presidente della Federazione dei Fogolars del Canada. Ha rappresentato l’Ente regionale immigranti (Ermi) nella comunità italo-canadese mantenendo anche i contatti con l’Ente Friuli nel Mondo. Con la Famee Furlane collabora alla raccolta di fondi per la promozione e il sostegno ad attività sociali a favore dei friulani. Particolarmente rilevante è stato il suo impegno nello stabilire un legame istituzionale tra le università di Udine e Toronto nell’ambito del progetto “Primo De Luca” che ha portato alla valorizzazione della cultura e della lingua friulana nella comunità regionale in Canada.

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