Ricerca coordinata dal dipartimento di Scienze degli alimenti

Viticoltura ed enologia biologica: progetto per una normativa europea

Finanziato con 223 mila euro, terminerà nel 2009

        Sviluppare un quadro normativo europeo di riferimento per il settore della viticoltura e dell’enologia biologica mediante sperimentazioni ad hoc, dal laboratorio ad aziende pilota, per la produzione di vino biologico di qualità nel rispetto dell’ambiente e delle esigenze del consumatore. È l’obiettivo del progetto comunitario Orwine (Organic viticulture and wine-making) il cui coordinamento scientifico è stato affidato dipartimento di Scienze degli alimenti dell’università di Udine. L’unità operativa dell’ateneo friulano è stata finanziata dalla Commissione europea con 223 mila euro. La ricerca ha una durata di 38 mesi, terminerà nel marzo 2009 e gode di un finanziamento complessivo di un milione 345 mila euro. Oltre all’università di Udine partecipano all’iniziativa altri dieci partner italiani ed europei. Capofila organizzativo è l’Associazione italiana per l’agricoltura biologica. Il progetto coinvolgerà produttori di vino biologico, distributori, consumatori, esperti e policy makers, che verranno interpellati nelle diverse fasi del lavoro per avere i loro contributi e suggerimenti. 

        Le attività previste dalla ricerca includono: la raccolta e la valutazione delle tecniche viticole ed enologiche in uso nelle aree di produzione tipiche dei vini in Europa e la valutazione dell’impatto di queste pratiche sull’ambiente e la qualità del prodotto; l’identificazione delle esigenze dei consumatori e delle strategie di marketing per una comunicazione efficace; lo sviluppo di tecniche enologiche innovative per migliorare la qualità del vino biologico, in particolare mediante la riduzione dell’uso dei solfiti; la sperimentazione in azienda delle tecniche più promettenti per valutarne applicabilità ed efficacia; la produzione di un codice di buona pratica vitivinicola per la produzione di vino biologico di qualità e la formulazione di raccomandazioni per la revisione del regolamento europeo 2092/91 (relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli) attraverso il coinvolgimento dei soggetti interessati. 

        «Orwine – spiega il coordinatore scientifico, Roberto Zironi, docente di tecnica enologica all’università di Udine – punta soprattutto a sviluppare tecniche ecologicamente sostenibili, e orientate alle richieste del consumatore, per il miglioramento della qualità del vino biologico e per una normativa di riferimento basata su dati scientifici». Al progetto partecipano anche l’Istituto di chimica agraria ed ambientale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e la Vinidea s.r.l. Gli altri soggetti coinvolti sono: l’International federation of organic agriculture movements; i francesi dell’Institut technique de l’agriculture biologique, il Centre technique interprofessionnel de la vigne et du vin e l’Institut national de la recherche agronomique; i tedeschi della Federal association of organic wine producers e il dipartimento di Microbiologia e biochimica dello State research Institute di Geisenheim, e gli svizzeri della Forschungsinstitut für biologischen di Landbau. 

        La normativa europea non parla di vino biologico. Sull’etichetta dei vini si trova infatti solo la dicitura “prodotto da uve da agricoltura biologica”. In Italia, la superficie totale di vigneto a conduzione biologica nel 2003 era di 28.000 ha (Ismea 2005), con oltre il 99% rappresentato da viti per la produzione di uva da vino. La maggiore diffusione territoriale è detenuta da Sicilia e Toscana. Le cantine biologiche risultano invece prevalentemente situate nel Centro-Nord Italia. Le aziende che producono vino biologico vanno dalle piccole alle grandi dimensioni: si passa da meno di un ettaro a quelle con più di duecento ettari. L’età degli imprenditori è minore rispetto a quella media del settore agricolo: solo il 35% supera i 50 anni e presenta, inoltre, un livello d’istruzione elevato. Quasi il 60% della produzione, viene esportata principalmente in Germania, Svizzera, Gran Bretagna, Olanda e Stati Uniti. (Fonte: Luca Bernardis, “Fattori di qualità nella produzione del vino biologico”, tesi di laurea, università di Udine, 2005).