5 Febbraio 2007
Inaugurato il monumento
industriale donato dall’Enel
Una turbina-monumento davanti al polo scientifico dei Rizzi
Honsell: «Un simbolo della rinascita
del Friuli dopo il terremoto»
Pesa tre tonnellate e ha un diametro di due metri. È la girante, cioè l’elemento rotante, della turbina idraulica Pelton, donata dall’Enel all’Università di Udine che ha deciso di collocarla davanti l’entrata del polo scientifico dei Rizzi come significativo esempio di monumento industriale. Il manufatto, realizzato alla fine degli anni ‘40, ricorda un’importante opera tecnica per la storia del Friuli, la centrale idroelettrica di Ampezzo, dov’era in funzione fino a pochi anni fa. Alla cerimonia di inaugurazione del monumento erano presenti, fra gli altri, il rettore Furio Honsell, l’ingegner Paolo Toldo, già direttore del Nucleo idroelettrico di Udine dell’Enel, e il curatore dell’iniziativa, Piero Pinamonti, professore ordinario di Sistemi per l’energia e l’ambiente.
«Si tratta – ha detto Honsell – di un monumento che arricchisce ulteriormente il contesto in cui le facoltà scientifiche si trovano ad operare. Ha un grande valore simbolico e storico, ma anche un grande valore civile perché, in servizio per molti anni alla centrale di Ampezzo, ha contribuito con l’energia prodotta alla rinascita del Friuli dopo il terremoto». Le turbine Pelton, con giranti simili a quella in mostra di fronte alla sede scientifica dell’ateneo friulano, sono tuttora operative nell’impianto di Ampezzo. La girante ha una portata di 2,75 metri cubi al secondo, una caduta utile di 477 metri e può sviluppare una potenza di 10 megawatt. La centrale, ora di proprietà della società Edipower, è entrata in servizio nel 1948. Viene alimentata dal lago di Sauris ed è la seconda per importanza in regione dopo quella di Somplago.
«Il monumento– ha spiegato Pinamonti –simboleggia da un lato l’importanza e l’attualità del problema della produzione energetica, dall’altro il ruolo che in questo campo può svolgere la ricerca scientifica che vede nell’università il suo centro propulsivo». Il funzionamento della turbina Pelton rispecchia quello della classica ruota a pale dei mulini. L’acqua viene indirizzata verso le pale, a forma di due cucchiai appaiati, della girante che trasforma l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica. Allo scoprimento del monumento erano presenti anche i presidi delle facoltà di Agraria, Angelo Vianello; Ingegneria, Alberto Felice De Toni; Lingue, Vincenzo Orioles; Medicina veterinaria, Marco Galeotti, e Scienze, Carlo Tasso.
«Si tratta – ha detto Honsell – di un monumento che arricchisce ulteriormente il contesto in cui le facoltà scientifiche si trovano ad operare. Ha un grande valore simbolico e storico, ma anche un grande valore civile perché, in servizio per molti anni alla centrale di Ampezzo, ha contribuito con l’energia prodotta alla rinascita del Friuli dopo il terremoto». Le turbine Pelton, con giranti simili a quella in mostra di fronte alla sede scientifica dell’ateneo friulano, sono tuttora operative nell’impianto di Ampezzo. La girante ha una portata di 2,75 metri cubi al secondo, una caduta utile di 477 metri e può sviluppare una potenza di 10 megawatt. La centrale, ora di proprietà della società Edipower, è entrata in servizio nel 1948. Viene alimentata dal lago di Sauris ed è la seconda per importanza in regione dopo quella di Somplago.
«Il monumento– ha spiegato Pinamonti –simboleggia da un lato l’importanza e l’attualità del problema della produzione energetica, dall’altro il ruolo che in questo campo può svolgere la ricerca scientifica che vede nell’università il suo centro propulsivo». Il funzionamento della turbina Pelton rispecchia quello della classica ruota a pale dei mulini. L’acqua viene indirizzata verso le pale, a forma di due cucchiai appaiati, della girante che trasforma l’energia cinetica dell’acqua in energia meccanica. Allo scoprimento del monumento erano presenti anche i presidi delle facoltà di Agraria, Angelo Vianello; Ingegneria, Alberto Felice De Toni; Lingue, Vincenzo Orioles; Medicina veterinaria, Marco Galeotti, e Scienze, Carlo Tasso.