29 Maggio 2007
Seminario venerdì 1 giugno alle 11
alla facoltà di Economia
Gli Ogm in agricoltura: è possibile conciliare etica, profitto, produttività e salute?
Ne parlerà Michele Morgante, genetista dell’ateneo friulano
Il controverso tema dell’utilizzo di organismi geneticamente modificati nelle produzioni agricole sarà al centro del seminario “Etica e modificazioni genetiche” che Michele Morgante, docente di Genetica alla facoltà di Agraria dell’Università di Udine, terrà venerdì 1 giugno alle 11 presso la facoltà di Economia dell’ateneo friulano, in via Tomadini 30, a Udine. L’incontro è organizzato nell’ambito del nuovo insegnamento di Etica ed economia attivato dalla facoltà di Economia in collaborazione con l’Unione cristiana imprenditori dirigenti e l’Associazione Etica ed economia di Udine. Il seminario rientra nel modulo “Etica e innovazione” tenuto da Cristiana Compagno, docente di Strategia d’impresa.
«Il dibattito sugli Ogm in agricoltura – spiega Morgante – investe molteplici ambiti e solleva una serie di delicate questioni: le modificazioni biotecnologiche devono essere considerate sostanzialmente differenti dalle modificazioni genetiche compiute con metodi tradizionali e per questo essere normate in maniera differente? E’ corretto e vantaggioso utilizzare il principio di precauzione nelle decisioni sulle piante transgeniche? E’ saggio rinunciare ad un’agricoltura più compatibile con la tutela ambientale in nome di una presunta salvaguardia della “naturalezza”? E’ possibile regolamentare l’accesso a queste innovazioni tecnologiche in modo da salvaguardare i diritti degli inventori da un lato e renderle disponibili anche ai più poveri e bisognosi dall’altro? Fino a che punto la diffidenza sugli Ogm, che spesso degenera in fobia, pregiudica la diffusione di questo tipo di tecnologie che potrebbero essere risolutive dei problemi alimentari dei Paesi del Sud del mondo?».
Michele Morgante è professore ordinario di Genetica all’Università di Udine e direttore scientifico dell’Istituto di Genomica applicata del Parco scientifico e tecnologico di Udine di Udine. Attualmente il suo laboratorio si occupa dell’analisi dei genomi vegetali e dell’analisi della variazione di sequenza. Il suo gruppo di ricerca ha completato la creazione delle prima mappa fisica del genoma della vite e ha ormai quasi completato anche il sequenziamento del genoma della vite. Con il suo gruppo ha dato un apporto fondamentale nel mettere a punto una serie di tecnologie genomiche. Ha dato anche un importante contributo alla comprensione dei tipi di variazione genetica presenti a livello di sequenza nel mais e dei meccanismi molecolari che governano tale variazione. Nel 2005 ha ricevuto la Medaglia per le Scienze fisiche e naturali dell'Accademia delle Scienze.
«Il dibattito sugli Ogm in agricoltura – spiega Morgante – investe molteplici ambiti e solleva una serie di delicate questioni: le modificazioni biotecnologiche devono essere considerate sostanzialmente differenti dalle modificazioni genetiche compiute con metodi tradizionali e per questo essere normate in maniera differente? E’ corretto e vantaggioso utilizzare il principio di precauzione nelle decisioni sulle piante transgeniche? E’ saggio rinunciare ad un’agricoltura più compatibile con la tutela ambientale in nome di una presunta salvaguardia della “naturalezza”? E’ possibile regolamentare l’accesso a queste innovazioni tecnologiche in modo da salvaguardare i diritti degli inventori da un lato e renderle disponibili anche ai più poveri e bisognosi dall’altro? Fino a che punto la diffidenza sugli Ogm, che spesso degenera in fobia, pregiudica la diffusione di questo tipo di tecnologie che potrebbero essere risolutive dei problemi alimentari dei Paesi del Sud del mondo?».
Michele Morgante è professore ordinario di Genetica all’Università di Udine e direttore scientifico dell’Istituto di Genomica applicata del Parco scientifico e tecnologico di Udine di Udine. Attualmente il suo laboratorio si occupa dell’analisi dei genomi vegetali e dell’analisi della variazione di sequenza. Il suo gruppo di ricerca ha completato la creazione delle prima mappa fisica del genoma della vite e ha ormai quasi completato anche il sequenziamento del genoma della vite. Con il suo gruppo ha dato un apporto fondamentale nel mettere a punto una serie di tecnologie genomiche. Ha dato anche un importante contributo alla comprensione dei tipi di variazione genetica presenti a livello di sequenza nel mais e dei meccanismi molecolari che governano tale variazione. Nel 2005 ha ricevuto la Medaglia per le Scienze fisiche e naturali dell'Accademia delle Scienze.