Hanno vinto il torneo nazionale “Palestra di botta e risposta”

Gli studenti dell’Ateneo campioni italiani di dibattito

Otto studenti del Dipartimento di Scienze giuridiche, Alice Ronco premiata come miglior oratrice

L’Università di Udine è campionessa italiana di “dibattito”. La squadra di otto studenti del Dipartimento di Scienze giuridiche ha infatti vinto la finale nazionale del quinto torneo interuniversitario di dibattito “Palestra di botta e risposta”. Inoltre, una delle componenti del team, Alice Ronco, si è aggiudicata il premio di miglior oratrice della competizione. Nella sfida decisiva Udine ha battuto i colleghi dell’Università di Firenze nell’ultimo dibattito che si è svolto ll’Università di Padova.

I “magnifici otto”

La squadra dell’Ateneo friulano è composta da: Emna Boujimil di San Vito al Tagliamento; Giulia Gerussi di Magnano in Riviera, Erika Narduzzi di Udine, Alice Ronco di Artegna, Sama Thamasebi Enferadi di Udine, Angela Urban di Paluzza (capitana), tutte iscritte al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Giurisprudenza, Nicholas Pighin di Azzano Decimo, del corso di laurea in Diritto per le imprese e le istituzioni, e Samantha Colomba, di Tarcento, iscritta a Giurisprudenza. Il coordinatore del team è il professor Elvio Ancona, docente di Filosofia del diritto.

La Palestra

La “Palestra di botta e risposta” è una attività di formazione al dibattito argomentato e regolamento. Il torneo, che comprendeva le 12 migliori squadre universitarie italiane, è stato teatro di confronti serrati, dove argomentazione, eloquenza e spirito critico sono stati i protagonisti. La formula che dà il nome a questa disciplina è “disputa gentile”. Indica una forma di dibattito regolato, suddiviso in cinque fasi – qualificazioni, ottavi, quarti, semifinale, finale – caratterizzato da rispetto reciproco, spirito di condivisione e gentilezza.

I concorrenti

Le altre agguerrite dieci squadre che hanno partecipato al torneo appartengono agli atenei di Bologna, Lecce, Macerata, Padova, Pavia e Torino, all’Università Bocconi di Milano, al Politecnico di Torino, all’Istituto universitario di studi superiori (Iuss) di Pavia e alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Il tema dibattuto

Nella finale il tema in discussione – il topico nel gergo del dibattito – era “Pathei mathos: soffrendo si impara?”. Si tratta di una espressione tratta dall’”Agamennone” di Eschilo, divenuta quasi un luogo comune. I concorrenti dovevano affrontarla prendendo in considerazione gli argomenti pro e contro. Nel dibattito alla squadra di Firenze era stato assegnato il compito di difendere la risposta affermativa, mentre la squadra di Udine era impegnata a sostenere la negativa.

Soddisfazione e orgoglio

«È per tutti noi del Dipartimento di Scienze giuridiche – spiega la direttrice, Silvia Bolognini – motivo di grande orgoglio che i nostri studenti abbiano vinto la finale. Per noi giuristi saper argomentare, utilizzando in modo corretto le parole, riconoscendone il peso e l’importanza, nonché ascoltando i nostri interlocutori, è fondamentale. È per questo che abbiamo deciso di investire nel “Laboratorio di Disputa felice”. È un’attività didattica innovativa che, con un approccio pratico, stimola gli studenti ad acquisire una maggiore dimestichezza con le dinamiche e le logiche dell’argomentazione».

«La finale è stata molto combattuta – spiega il coordinatore del gruppo, Elvio Ancona, docente di filosofia del diritto –. La nostra squadra ha vinto perché ha dimostrato una maggiore capacità argomentativa ed espositiva. Il percorso di perfezionamento, di crescita individuale e di gruppo che hanno realizzato tutti i componenti è ammirevole. Gli studenti hanno messo a frutto le loro capacità e la loro preparazione praticando quella che forse è la più nobile tra le arti umane, l’arte della discussione. Ovvero l’arte in cui si impara dal confronto con l’altro, ci si addestra a riconoscere l’altro non come un ostacolo da rimuovere, ma come una risorsa di cui avvalersi. E così si apprende a crescere in umanità e conoscenza insieme con l’altro. Non è un esempio da poco nel mondo in cui viviamo».

«Non posso che dirmi orgogliosa ed entusiasta di fare parte di questo gruppo e del percorso fatto – afferma la capitana della squadra, Angela Urban –. Spero vivamente che questa vittoria non sia che il punto di partenza per un viaggio ancora molto lungo. Ringraziamo il Dipartimento per averci dato l’opportunità di scoprire capacità e interessi che forse non sapevamo di avere, ma soprattutto per averci dato l’occasione di costruire rapporti umani che hanno portato un valore aggiunto alle nostre vite che non potremo dimenticare».