Origini, ruolo, caratteristiche, diffusione dei quadrupedi dall’età preromana a oggi

I cavalli in FVG: al via ricerca internazionale sul Dna degli equini antichi e moderni

In collaborazione con Soprintendenza per i beni archeologici e Università di Vienna

Studiare origini, ruolo, caratteristiche e diffusione del cavallo in Friuli Venezia Giulia dall’antichità a oggi, a partire dal confronto tra il Dna delle popolazioni equine dall’età preromana al Medioevo e quello delle razze allevate attualmente. Sono questi gli obiettivi di un progetto di ricerca di genetica applicata all’archeozoologia avviato dall’Università di Udine e dalla Soprintendenza per i beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con l’Università di Vienna. A questo scopo verranno riesaminati tutti i reperti ossei di cavallo trovati in Friuli Venezia Giulia e sarà condotto uno studio storico dell’allevamento e del commercio di cavalli in quest’area dall’epoca romana a quella moderna. Al progetto, di durata triennale, partecipano anche l’Associazione Equestre Epona e l’Associazione Culturale “Un Decimum”. I dati preliminari della ricerca saranno presentati nell’ambito del convegno “ I cavalli sono cultura” in programma sabato 8 maggio, inizio alle 15, a Villa Dora a San Giorgio di Nogaro (Udine).
 
Il progetto consentirà innanzitutto di appurare se i cavalli che vivono ora in regione sono i discendenti delle popolazioni equine presenti in quest’area in epoca romana o precedente. Per verificarlo, e acquisire nuove conoscenze sulle caratteristiche dei quadrupedi antichi rispetto a quelli contemporanei, un gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze animali dell’ateneo friulano analizzerà il Dna di numerosi reperti di ossa e denti di cavallo antichi trovati in diverse località del Friuli Venezia Giulia e lo comparerà con quello degli equini moderni. A questo scopo la Soprintendenza ha autorizzato il prelievo di campioni di tessuto osseo da reperti di cavallo provenienti dai principali siti archeologici della regione (in particolare da Aquileia, Cividale del Friuli, Trieste e dal territorio di Udine). I resti da analizzare si riferiscono a un periodo che va dal Bronzo medio-recente (1400 – 1500 a.C. circa), come il campione proveniente dai recenti scavi dell’aggere protostorico scoperto all’interno di Palazzo Mantica a Udine, fino al Basso Medioevo (XIII-XIV secolo).
 
Il progetto è coordinato da Edo D’Agaro, docente di Miglioramento genetico degli animali all’Università di Udine, in collaborazione con Gabriella Petrucci, archeozoologa collaboratrice della Soprintendenza per i Beni archeologici, e Francesca Costa, veterinaria ed esperta di cavalli. «I dati archeozoologici relativi ai cavalli protostorici della nostra regione – spiega Petrucci –, offrono solo scarse informazioni sulla struttura fisica, le dimensioni e altri aspetti morfologici degli individui di questa specie. A partire dal periodo romano è, invece, disponibile un numero maggiore di reperti il cui studio può inoltre avvalersi del contributo delle fonti scritte e iconografiche».
 
Il gruppo di ricerca del dipartimento di Scienze animali, che da alcuni anni lavora su diverse tematiche di biologia molecolare applicate alla produzione animale, è coordinato da Edo D’Agaro ed è costituito da ricercatori e laureandi fra i quali Marco Cimolino, Amanda Zof e Maloku Ornela. «Il team, per la prima volta – sottolinea D’Agaro –, affronta questo argomento di notevole interesse scientifico e finora studiato solo dalle più importanti università del mondo».

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