6 Dicembre 2004
Inaugurato l'anno accademico 2004-2005
Honsell: "Il progetto del campus goriziano non può aspettare"
L'accordo di programma va concretato con urgenza
Il progetto del campus goriziano non può più aspettare. All’inaugurazione dell’anno accademico dei corsi isontini dell’Università di Udine, il rettore Furio Honsell ha lanciato nella sua relazione «un fermo richiamo alla Regione, alla Provincia, al Comune, alla Fondazione Carigo e alla Camera di commercio di Gorizia a concretare con urgenza l’accordo di programma più volte discusso per creare la cittadella universitaria e risolvere le criticità logistiche che hanno finora penalizzato lo sviluppo dell’Università di Udine a Gorizia». Pur esprimendo un «grande apprezzamento per la definizione di un progetto edilizio finalmente chiaro e condiviso e per le delibere programmatiche della giunta regionale e le lettere di intenti della Provincia, del Comune, della Fondazione Carigo, della Camera di commercio di Gorizia», Honsell esprime anche «preoccupazione perché qualunque ritardo nella soluzione di queste criticità può compromettere seriamente la straordinaria opportunità che la presenza dell’Ateneo friulano rappresenta per la città e per la sua provincia. Queste intenzioni e impegni devono tradursi al più presto in fatti concreti». Il calo di immatricolazioni registrato dal corso di Relazioni Pubbliche, dovuto proprio alle insufficienti strutture didattiche, alla frammentata articolazione logistica, e alla mancanza di adeguati alloggi, prosegue Honsell, «è la prova che l’accordo di programma deve assolutamente trovare rapido finanziamento con il contributo di tutti». Confermando la disponibilità a contribuire anche finanziariamente a questa intesa, il rettore annuncia che «per accelerare i tempi candido l’Università di Udine a guidare e gestire operativamente l’accordo di programma».
La scelta stessa di svolgere a Palazzo Alvarez l’inaugurazione è simbolica: quel palazzo, dice Honsell, dovrà essere il centro del Campus, «intorno al quale a ferree scadenze si dovranno aggiungere gli altri tasselli contigui della cittadella universitaria»: i locali del complesso ex Fermi, dell’area ex Locchi, successivamente quelli dello "Stella Mattutina". «Solo così diventeranno coerenti anche le scelte di Casa Lenassi come sede del nuovo nucleo dipartimentale che riteniamo opportuno istituire e dell’ex convento di Santa Chiara quale sede del Dams». Il rettore rivolge un secondo appello al sistema goriziano: «Gorizia deve essere più convinta del ruolo che può giocare attraverso lo sviluppo dell’Università di Udine. L’Ateneo friulano si offre di costituire un pensatoio, un think tank d’intesa con il territorio per cogliere meglio le opportunità che in questi anni vengono offerte dalla Storia al capoluogo isontino». Che, dice Honsell, anche grazie ad iniziative universitarie di ricerca e alta formazione, deve diventare un hub, uno snodo di idee fra est e ovest.
Oltre al forte impegno per il raccordo con il sistema scolastico, l’Ateneo, dice Honsell, mira a potenziare il raccordo con il sistema delle imprese. «Va intensificato il rapporto dell’Università con il tessuto economico e industriale goriziano. Un raccordo che riceverà slancio nuovo attraverso i parchi scientifici e tecnologici in via di sviluppo a Udine, Pordenone e Gorizia. Per questo, auspico, da un lato, che l’Associazione industriali di Gorizia entri nella compagine del consorzio Friuli Innovazione (che gestisce il parco tecnologico udinese ndr), dall’altro, offro la disponibilità dell’Ateneo di Udine a partecipare alle attività del costituendo parco scientifico di Gorizia».
Con quasi 2100 iscritti, l’Ateneo di Udine raccoglie i due terzi della popolazione universitaria goriziana, attratta dalle sue 5 lauree triennali (Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo, Relazioni pubbliche, Relazioni Pubbliche on-line, Traduttori e Interpreti e Viticoltura ed enologia), e dalle 7 lauree specialistiche organizzate con il sostegno e con la collaborazione del Consorzio per lo Sviluppo del polo universitario di Gorizia, ma anche dal dottorato di ricerca in Teoria, tecnica e restauro del cinema, della musica e dell’audiovisivo, dai 4 master (fra cui gli ultimi nati in Conservazione e restauro di beni archivistici e librari, in Progettazione, economia e gestione di eventi dello spettacolo in collaborazione con il Comune di Lignano e in Scienze della grappa), dai corsi Ifts e dalle scuole post-doc. «La presenza dell’Università di Udine a Gorizia - dice il rettore - si qualifica soprattutto per l’attività di ricerca riconosciuta a livello nazionale e internazionale nel settore del restauro del suono e del cinema. Ora è opportuno istituire anche un Dipartimento nel settore della Comunicazione e delle relazioni». Inoltre, l’Ateneo in questi anni si è attivato energicamente anche per superare gli impasse burocratici sui quali continua ad arenarsi il master in Gestione del rischio idrogeologico e per la difesa del suolo con l’Università di Trieste. «Speriamo possa partire al più presto», dice Honsell. Se già sono 197 i docenti a Gorizia, di cui 43 incardinati (25 a Gorizia e 18 nella sede di Cormòns), «dal 1. Gennaio 2005 a questi docenti se ne aggiungeranno ulteriori 7, attualmente in attesa di presa di servizio a causa del blocco delle assunzioni che ha penalizzato l’università italiana da due anni». Honsell ha poi ricordato l’intensa attività dell’Ateneo a Gorizia. Dalla creazione del "Palazzo del cinema" del Dams in piazza Vittoria al recupero conservativo dei nastri dell’archivio Pivano da parte del Laboratorio Mirage, dai nuovi curricula specialistici di Traduttori e Interpreti alle contaminazioni artistiche del Progetto Aracne dello stesso corso. E poi il grande fermento di Relazioni Pubbliche (dove si contano 480 progetti di tirocinio e 200 studenti in mobilità Socrates), nel cui alveo è nato il corso on line di Relazioni Pubbliche, un’iniziativa strategica premiata dal boom di immatricolati, ben 65 (+28%). Notevole exploit si è registrato anche per Viticoltura ed Enologia a Cormòns (+48%).
Particolarmente suggestiva la cerimonia di inaugurazione, con il marchio creativo tipico dell’Ateneo di Udine a Gorizia, che si è esplicato nel "collage" di foto di vita universitaria scattate dagli studenti del Dams, nell’esecuzione di "Eine Kleine K-Musik", un brano del 1979 del compositore Vittorio Gelmetti per banda magnetica e pianoforte, restaurato dal Laboratorio Mirage e proposto con l’esecuzione live del musicista Pierpaolo Levi, ma anche nel tradizionale "Gaudeamus", cantato da una giovane laureata dell’Università friulana a Gorizia, Cinzia Bertoletti. La prolusione, tenuta dal professor Angelo Orcalli, docente di Storia della musica e direttore del Laboratorio Mirage, e dedicata a "Musica e nuovi media", ha ripercorso alcune fasi della musica più recente «letta attraverso il modello concettuale di "medium" nella doppia accezione formulata a suo tempo da McLuhan: di strumento tecnologico e di tessuto comunicativo che controlla e plasma le proporzioni e la forma dell’associazione e dell’azione umana», con una carrellata storica che, a partire dall’inizio del ’900, ha attraversato il futurismo, la "rivoluzione" di Stockhausen, fino al "caso" di Glenn Gould e alla computer music. E’ intervenuto anche il presidente del Consorzio per lo sviluppo del polo universitario goriziano Niccolò Fornasir.
La scelta stessa di svolgere a Palazzo Alvarez l’inaugurazione è simbolica: quel palazzo, dice Honsell, dovrà essere il centro del Campus, «intorno al quale a ferree scadenze si dovranno aggiungere gli altri tasselli contigui della cittadella universitaria»: i locali del complesso ex Fermi, dell’area ex Locchi, successivamente quelli dello "Stella Mattutina". «Solo così diventeranno coerenti anche le scelte di Casa Lenassi come sede del nuovo nucleo dipartimentale che riteniamo opportuno istituire e dell’ex convento di Santa Chiara quale sede del Dams». Il rettore rivolge un secondo appello al sistema goriziano: «Gorizia deve essere più convinta del ruolo che può giocare attraverso lo sviluppo dell’Università di Udine. L’Ateneo friulano si offre di costituire un pensatoio, un think tank d’intesa con il territorio per cogliere meglio le opportunità che in questi anni vengono offerte dalla Storia al capoluogo isontino». Che, dice Honsell, anche grazie ad iniziative universitarie di ricerca e alta formazione, deve diventare un hub, uno snodo di idee fra est e ovest.
Oltre al forte impegno per il raccordo con il sistema scolastico, l’Ateneo, dice Honsell, mira a potenziare il raccordo con il sistema delle imprese. «Va intensificato il rapporto dell’Università con il tessuto economico e industriale goriziano. Un raccordo che riceverà slancio nuovo attraverso i parchi scientifici e tecnologici in via di sviluppo a Udine, Pordenone e Gorizia. Per questo, auspico, da un lato, che l’Associazione industriali di Gorizia entri nella compagine del consorzio Friuli Innovazione (che gestisce il parco tecnologico udinese ndr), dall’altro, offro la disponibilità dell’Ateneo di Udine a partecipare alle attività del costituendo parco scientifico di Gorizia».
Con quasi 2100 iscritti, l’Ateneo di Udine raccoglie i due terzi della popolazione universitaria goriziana, attratta dalle sue 5 lauree triennali (Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo, Relazioni pubbliche, Relazioni Pubbliche on-line, Traduttori e Interpreti e Viticoltura ed enologia), e dalle 7 lauree specialistiche organizzate con il sostegno e con la collaborazione del Consorzio per lo Sviluppo del polo universitario di Gorizia, ma anche dal dottorato di ricerca in Teoria, tecnica e restauro del cinema, della musica e dell’audiovisivo, dai 4 master (fra cui gli ultimi nati in Conservazione e restauro di beni archivistici e librari, in Progettazione, economia e gestione di eventi dello spettacolo in collaborazione con il Comune di Lignano e in Scienze della grappa), dai corsi Ifts e dalle scuole post-doc. «La presenza dell’Università di Udine a Gorizia - dice il rettore - si qualifica soprattutto per l’attività di ricerca riconosciuta a livello nazionale e internazionale nel settore del restauro del suono e del cinema. Ora è opportuno istituire anche un Dipartimento nel settore della Comunicazione e delle relazioni». Inoltre, l’Ateneo in questi anni si è attivato energicamente anche per superare gli impasse burocratici sui quali continua ad arenarsi il master in Gestione del rischio idrogeologico e per la difesa del suolo con l’Università di Trieste. «Speriamo possa partire al più presto», dice Honsell. Se già sono 197 i docenti a Gorizia, di cui 43 incardinati (25 a Gorizia e 18 nella sede di Cormòns), «dal 1. Gennaio 2005 a questi docenti se ne aggiungeranno ulteriori 7, attualmente in attesa di presa di servizio a causa del blocco delle assunzioni che ha penalizzato l’università italiana da due anni». Honsell ha poi ricordato l’intensa attività dell’Ateneo a Gorizia. Dalla creazione del "Palazzo del cinema" del Dams in piazza Vittoria al recupero conservativo dei nastri dell’archivio Pivano da parte del Laboratorio Mirage, dai nuovi curricula specialistici di Traduttori e Interpreti alle contaminazioni artistiche del Progetto Aracne dello stesso corso. E poi il grande fermento di Relazioni Pubbliche (dove si contano 480 progetti di tirocinio e 200 studenti in mobilità Socrates), nel cui alveo è nato il corso on line di Relazioni Pubbliche, un’iniziativa strategica premiata dal boom di immatricolati, ben 65 (+28%). Notevole exploit si è registrato anche per Viticoltura ed Enologia a Cormòns (+48%).
Particolarmente suggestiva la cerimonia di inaugurazione, con il marchio creativo tipico dell’Ateneo di Udine a Gorizia, che si è esplicato nel "collage" di foto di vita universitaria scattate dagli studenti del Dams, nell’esecuzione di "Eine Kleine K-Musik", un brano del 1979 del compositore Vittorio Gelmetti per banda magnetica e pianoforte, restaurato dal Laboratorio Mirage e proposto con l’esecuzione live del musicista Pierpaolo Levi, ma anche nel tradizionale "Gaudeamus", cantato da una giovane laureata dell’Università friulana a Gorizia, Cinzia Bertoletti. La prolusione, tenuta dal professor Angelo Orcalli, docente di Storia della musica e direttore del Laboratorio Mirage, e dedicata a "Musica e nuovi media", ha ripercorso alcune fasi della musica più recente «letta attraverso il modello concettuale di "medium" nella doppia accezione formulata a suo tempo da McLuhan: di strumento tecnologico e di tessuto comunicativo che controlla e plasma le proporzioni e la forma dell’associazione e dell’azione umana», con una carrellata storica che, a partire dall’inizio del ’900, ha attraversato il futurismo, la "rivoluzione" di Stockhausen, fino al "caso" di Glenn Gould e alla computer music. E’ intervenuto anche il presidente del Consorzio per lo sviluppo del polo universitario goriziano Niccolò Fornasir.