Essere inseriti in circuiti dei sapere scientifici sempre più ampi per raggiungere la ormai necessaria massa critica, e saper crescere attraverso le relazioni, le alleanze strategiche e accordi regionali, interregionali ed europei. È questa la strategia che il rettore dell’Università di Udine Cristiana Compagno ha indicato oggi nel corso dell’inaugurazione del 35° anno accademico 2012/2013 - ultimo del suo mandato da rettore - come unica possibile via per poter sopravvivere al difficilissimo e inquietante quadro di de-finanziamento dell’università italiana, e per poter continuare a crescere e competere a livello europeo e internazionale. «Dobbiamo potenziare le nostre alleanze strategiche con altri atenei – ha detto Compagno – e così crescere e fare massa critica attraverso le relazioni, potenziando i modelli reticolari. Questo sta nella visione dei nostri padri fondatori, che spetta a noi oggi interpretare e attualizzare. Il grande obiettivo istituzionale che ci attende è il potenziamento del nostro sistema universitario regionale, nel pieno rispetto dell’autonomia e delle specificità dei singoli».
Fare massa critica, dunque, per poter competere a livello globale, aumentando le potenzialità entro cui gli atenei regionali operano, con una maggiore specializzazione degli asset strategici, «in un quadro – ha sottolineato il rettore - di cooperazioni allargate che superi, a livello regionale, i dualismi del passato e rigetti con forza ogni ambizione accentratrice più o meno latente». Un percorso, questo, già tracciato e avviato, anche con l’accordo di collaborazione federativa con l’università di Trieste e la Sissa, unito agli accordi quadro con Trento e con Verona, ma anche dai progetti definiti all’interno della Conferenza dei rettori dell’Alpe Adria e del progetto europeo nell’area danubiana condiviso con l’università di Trieste, la Sissa e Area Science Park e finanziato attraverso i fondi del Fondo sociale europeo. «Come trentacinque anni fa – ha considerato Compagno -, stiamo oggi scrivendo una pagina nuova della storia della nostra università. Con coraggio, con la capacità di vedere oltre, ripatendo dal territorio».
La cerimonia di inaugurazione ha ripercorso i 35 anni trascorsi dal 6 marzo 1978, quando il Dpr 102 sancì l’avvio dell’ateneo friulano. Dal teatro cittadino, dove l’evento si è per la prima volta svolto, il rettore Compagno ha rilanciato «l’appello dei rettori finora inascoltato: un urlo di dolore di fronte al declino dell’università pubblica italiana - ha detto - derivante dai tagli lineari introdotti dal decreto Tremonti nel 2008 e portati a completa applicazione con il governo Monti. Non sono più procrastinabili rifinanziamenti strutturali del sistema, fino ad arrivare almeno all’1% del Pil, e saremmo comunque ultimi dei Paesi europei. Per avvicinare il mondo delle piccole imprese all’università è urgente una manovra di defiscalizzazione dei contributi versati dalle imprese agli atenei. Ed è urgente poi ridare agli atenei una capacità di programmazione in un quadro di stabilità normativa e finanziaria».
In presenza di questo difficilissimo quadro, con sacrificio e determinazione «abbiamo posto le basi – ha detto il rettore - per realizzare un nuovo modello di Ateneo, innovativo, capace di agire efficacemente all’interno di uno spazio europeo e internazionale. In questi anni abbiamo lavorato su tre direttrici: risanamento, razionalizzazione e rilancio».
Situazione finanziaria e sotto finanziamento. Attraverso una politica di contenimento dei costi, che ha preservato le attività core dell’ateneo, dopo il pieno raggiungimento del riequilibrio economico-finanziario nel 2010, conseguito con tre anni di anticipo rispetto a quanto concordato con il Miur, nel 2011 e nel 2012 pur entro i continui tagli ministeriali «abbiamo prodotto risultati positivi di amministrazione – ha affermato Compagno - che ci hanno consentito di rafforzare patrimonialmente la nostra università, e ciò in presenza di tagli di trasferimenti statali che dal 2009 al 2013 raggiungeranno la cifra di circa 11 milioni di euro, a cui deve aggiungersi lo storico sotto finanziamento dell’Università di Udine che dal 2009 al 2013 si è tradotto in minori entrate per circa 36 milioni di euro», dato che colloca l’Ateneo di Udine ancora fra quelli maggiormente penalizzati a livello di sotto finanziamento in Italia, al 9° posto in valori percentuali e al 12° posto in valori assoluti.
«Voglio ricordare – ha sottolineato inoltre il rettore - che il sotto finanziamento colpisce a livello regionale solo l’Università di Udine, creando quindi una disparità di trattamento nelle assegnazioni ministeriali. E voglio sottolineare che anche grazie al pieno riconoscimento di questa situazione di forte sperequazione da parte del rettore di Trieste, il consiglio regionale per la prima volta ha riconosciuto a livello normativo, con la legge regionale 2/2011 sul finanziamento del sistema regionale universitario, la necessità di interventi perequativi e di riequilibrio fra atenei. È di questi ultimi giorni la definizione del regolamento attuativo di questa legge regionale che meriterà peraltro un momento di attenta analisi politica data la delicatezza del tema».
Didattica. La qualità dell’attività di alta formazione dell’ateneo, oggi gestita dai Dipartimenti, è stata uno degli elementi che hanno portato l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario a selezionare Udine, con altri soli 11 atenei, per la sperimentazione della valutazione delle competenze dei laureandi. Questo tipo di valutazione è applicata nelle migliori università d’Europa e degli Stati Uniti: dalla fine del 2013, dunque, i laureandi udinesi saranno comparabili nel mercato del lavoro internazionale con i migliori studenti di tutto il mondo.
A fronte di un generalizzato calo delle immatricolazioni che si registra a livello nazionale, dal 2009 a oggi Udine segna il +14%. Un risultato molto positivo considerato il contesto demografico e sociale e il generalizzato calo delle immatricolazioni a livello di sistema.
Per il 2012/2013 secondo l’annuale classifica del Censis, sono 7 su 10 le facoltà che si collocano entro i primi 10 posti a livello italiano, con ben 3 facoltà (Lettere, Lingue e Scienze della formazione) al 1° posto in Italia, Medicina al 3°, Agraria al 4°. E se una buona alta formazione è tale anche perché viene riconosciuta dal mercato del lavoro, l’ultima indagine AlmaLaurea mostra che a un anno dal conseguimento della laurea il 54,4% dei laureati dell’Università di Udine risulta occupato, a fronte della media nazionale del 47,8%.
Internazionalizzazione. Prosegue il processo di internazionalizzazione dell’offerta didattica, che sta per essere ulteriormente consolidato anche nell’ambito di un accordo di programma realizzato con il Miur, per il potenziamento della cooperazione dell’alta formazione nell’area dell’Euroregione, ma anche per l’allargamento della numerosità dei corsi di laurea in lingua inglese e della componente internazionale dei dottorati di ricerca. Attualmente i corsi di studio con titolo doppio congiunto, sono 7 e i corsi interateneo italiani sono 9 (escluse le scuole di specializzazione e le scuole sanitarie). Dall’anno accademico 2013-2014 prenderà avvio il primo corso di laurea magistrale in Economics completamente in inglese ed è in corso la programmazione di ulteriori corsi di studio con titolo congiunto in convenzione con atenei stranieri nelle aree di insegnamento dell’ingegneria e delle lingue e letterature straniere.
In 5 anni dall’a.a. 2009/2010, nell’anno accademico 2013/2014 l’incremento dei corsi interateneo italiani sarà del 56% e l’incremento dei doppi titoli o corsi con titolo di studio congiunto con atenei stranieri sarà pari al 38%. Gli atenei italiani di riferimento sono Padova, Trento, Trieste e Verona, mentre le università straniere hanno sede in Germania, Argentina, Austria, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Spagna, Brasile, Canada.
Ricerca. La qualità della produzione scientifica dei docenti e ricercatori si conferma anche nel 2012 con l’incremento su base annua del numero di prodotti scientifici pubblicati (+3,9%) su riviste incluse nel database bibliografico e citazionale Thomson-Reuters Web of Science, che seleziona a livello mondiale pubblicazioni a elevati standard di qualità. «Circa la produttività della nostra università ma più in generale alla produttività del sistema universitario – a rimarcato Compagno -, a fronte di un calo di risorse che dal 2000 a oggi è circa pari al 13%, l’aumento della produttività in termini di prodotti scientifici della nostra università è pari al 16%. Questo indica che il sistema università è più forte del sistema Paese nel quale siamo inseriti». Per quanto riguarda gli indicatori di trasferimento tecnologico, nel 2012 il portafoglio brevetti ha raggiunto 74 domande di tutela presentate per un totale di 51 brevetti attivi di cui 24 commercializzati con 36 contratti con imprese italiane e straniere. Gli spin-off attivi sono 31. L’attenta gestione del portafoglio brevetti lo ha reso una fonte di entrata netta per l’Ateneo.
Il saluto del rettore. Alla sua ultima inaugurazione di anno accademico, essendo il mandato da rettore in scadenza il prossimo ottobre e non più rinnovabile, Cristiana Compagno ha voluto infine rivolgere il suo saluto e ringraziamento alla comunità universitaria, ai ricercatori, agli studenti, al sistema territoriale, ai privati e alle imprese. «Posso dire – ha concluso - di aver cercato in questi anni di dare il mio contributo con il massimo impegno, ho lavorato con la testa e con il cuore per il bene superiore dell’istituzione che ho avuto l’onore di guidare. Sono sicura che questa università continuerà a migliorare e a crescere, rimanendo punto di riferimento per l’intera comunità del Friuli. Il nostro grazie, come comunità universitaria e mio personale, va alle donne e uomini che hanno lottato per avere questa università, e alle donne e uomini di oggi che hanno a cuore il futuro del nostro ateneo e ci supporteranno nell’affrontare le sfide future con il coraggio dei padri».
La cerimonia è proseguita con il riconoscimento alla partecipazione degli studenti alla vita e al governo di ateneo. Un premio alla partecipazione istituzionale, e dunque all’impegno civile, ai 113 studenti eletti e attivi negli organi di governo, simbolicamente consegnato alla presidente del Consiglio deli studenti, Alice Buosi.
Nel suo intervento, la presidente del Consiglio deli studenti Alice Buosi ha voluto augurare e auspicare che «coloro che avranno presto in mano le sorti dell’Università Italiana si dimostrino capaci di compiere scelte lungimiranti, che trovino il coraggio di uscire dai binari finora percorsi tornando a credere nell’università e a considerarla un investimento per il futuro dell’intera società. Ci aspettiamo – ha detto - che i prossimi governi, sia nazionale che regionale, dimostrino la volontà politica di puntare sull’Università, finanziandola in modo adeguato, garantendo il diritto allo studio e sostenendo le strutture che se ne occupano. Ci aspettiamo che le necessità del mondo accademico siano rispettate e che si smetta di credere che investire nell’Università pubblica sia uno spreco di risorse. Ci aspettiamo che le scelte politiche del nuovo ministero siano frutto di un ampio dibattito e siano quindi condivise con tutti i soggetti che animano e vivono l’Università Italiana»
Quindi, la consegna da parte del rettore Compagno e del direttore generale Clara Coviello dei riconoscimenti per merito ai migliori studenti del primo anno dei 36 corsi di laurea triennale 2012 dell’Ateneo. Infine, la consegna, da parte del rettore del presidente della Fondazione Crup, Lionello D’Agostini, dei premi ai dieci migliori ricercatori non strutturati, premi sono istituiti con il sostegno della Fondazione Crup per incentivare e sostenere le eccellenze scientifiche presenti all’Università di Udine.