Più spazio a didattica e ricerca con mille posti a sedere e 70 laboratori
Kolbe, prima pietra per il nuovo campus medico
L’intervento ha un costo complessivo di quasi 20 milioni di euro e sarà realizzato con il contributo della Regione e del Ministero
È stata posta la prima pietra per realizzare nell’area esterna dell’ex convento dei Cappuccini in piazzale Kolbe la nuova sede del Dipartimento di Medicina dell’Università di Udine che ospiterà i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia e delle Professioni sanitarie. Erano presenti il rettore Roberto Pinton, l’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi, l’assessore regionale al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca Università e Famiglia Alessia Rosolen, il sindaco di Udine Alberto De Toni, il direttore generale dell'Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale Denis Caporale, il CEO e founder di Progetto CMR di Milano Massimo Roj e Andrea Perini, direttore dell’impresa aggiudicataria Icicop di Ronchi dei Legionari (Gorizia), in associazione temporanea d'impresa con Ed Impianti di Campoformido (Udine) e Ranzato Impianti srl di Padova. Per l’università c’erano anche il direttore del dipartimento di Medicina, Leonardo Sechi, oltre a numerosi altri docenti delegati e referenti dell’attività dipartimentale e il personale della direzione Servizi operativi. Al termine della cerimonia che ha visto depositare una pergamena all’interno della prima pietra, il cantiere ha ricevuto la benedizione del vicario generale Guido Genero.
Il testo della pergamena recita: “l’Università degli Studi di Udine nata dalla volontà popolare per promuovere lo sviluppo e il progresso della cultura e delle scienze attraverso la ricerca, la formazione, la collaborazione scientifica e culturale con istituzioni italiane ed estere, contribuendo con ciò allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico del Friuli, per mano del Magnifico Rettore, prof. Roberto Pinton, colloca oggi la prima pietra della nuova sede del Dipartimento di Medicina che ospiterà gli spazi per la ricerca scientifica e la formazione di personale medico, tecnico e infermieristico. L’opera è realizzata con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e del Ministero dell’Università e della Ricerca”.
Come sottolinea il rettore Roberto Pinton, “la volontà di garantire spazi adeguati e tecnicamente all’avanguardia per le attività scientifiche e didattiche del Dipartimento di medicina del nostro ateneo e la possibilità di accentrare tutti i corsi di laurea in un unico edificio, ha portato alla progettazione di questa nuova prestigiosa sede”.
“È una bella giornata frutto del punto di arrivo e di convergenza di diversi attori istituzionali” ha sottolineato anche il sindaco Alberto De Toni. La nuova struttura rappresenterà uno snodo importante “per il futuro del nostro ospedale e dell’intero sistema sanitario regionale” ha evidenziato Denis Caporale, direttore dell’Asufc.
L’ampia superficie a verde disponibile nell’ambito dell’ex convento e situata a sud degli edifici esistenti, costituisce il sedime su cui è prevista la nuova costruzione. Dal punto di vista funzionale il complesso è articolato in due edifici distinti: il primo, su due piani, destinato alle aule per la didattica e il secondo, su tre piani, come sede dipartimentale e dei laboratori di ricerca. I laboratori didattici, in continuità con il corpo aule, sono collocati ai piani interrato e terra e hanno accesso controllato, mentre i laboratori di ricerca sono accessibili mediante zone filtro. Al piano secondo sono collocati gli studi dei docenti articolati in base ai diversi settori disciplinari del Dipartimento.
L’intervento, del costo complessivo di quasi 20 milioni di euro, ha lo scopo di dare più spazio alla didattica e di trasferire i laboratori presenti negli edifici esistenti in spazi moderni e più adatti ad ospitare attività ad alto contenuto tecnologico. Il nuovo complesso includerà, tra l’altro, 8 aule (di cui 3 da 200 posti) per una capienza complessiva di quasi 1.000 posti a sedere, circa 70 laboratori, circa 60 uffici tra studi e openspace e avrà, oltre all’attuale accesso su via Chiusaforte, un nuovo ingresso su via Ristori. L’opera sarà realizzata con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e del Ministero dell’Università e della Ricerca. La progettazione e la direzione lavori è di Progetto CMR di Milano, mentre l'impresa aggiudicataria è la Icicoop di Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia. I lavori termineranno entro la fine del 2024.
“La progettazione per la nuova sede del Dipartimento di Area Medica dell’Università di Udine sottolinea Massimo Roj, CEO e founder di Progetto CMR - mette al centro dell’attenzione le persone, che saranno le reali fruitrici degli spazi progettati. Esiste un legame emotivo tra gli uomini e gli spazi che abitano, siano essi una città, un quartiere, un luogo di studio o una casa. Ma per generare un clima positivo di formazione, di ricerca e di ispirazione non basta un semplice progetto architettonico. È necessario dare vita a un’idea progettuale articolata, capace di fornire una soluzione completa e personalizzata, che combini architettura, ingegneria e design, e che possa dare come esito un luogo aperto alla città di Udine e i suoi abitanti.”
L’intera filosofia progettuale è basata sulla sostenibilità ambientale e l’efficienza energetica. Da un punto di vista costruttivo il progetto risponde alle più recenti tecnologie dell’ingegneria antisismica con la messa in opera di sistemi isolatori in fondazione finalizzati a diminuire la trasmissione delle azioni sismiche dal terreno all’edificio.
L’intervento, infatti, si colloca nell’ambito di un progetto di più ampio respiro che prevede anche il recupero di una parte dell’ex convento per destinarlo ad attività di tipo residenziale, ricreative e collettive con destinazione universitaria, che andrà a costituire il nuovo Campus di Area Medica. Tale progetto potrà influenzare il prossimo sviluppo del quartiere e della città, ospitando attività mirate a produrre innovazione scientifica ad alto livello in ambito medico e sanitario. Il nuovo Campus è stato progettato nel rispetto di un contesto naturale di pregio, dove studenti, docenti e personale potranno usufruire anche dei giardini e delle aree esterne di aggregazione.