12 Settembre 2007
Cerimonia venerdì 14 settembre al cinema Visionario a Udine
L'Università di Udine laurea honoris causa Carlo Sgorlon
Sarà proclamato dottore in Scienze della formazione primaria
L’Università di Udine celebra Carlo Sgorlon. Venerdì 14 settembre, alle 10, nella sala Astra del cinema Visionario, in via Asquini 33, a Udine, l’ateneo conferirà la laurea honoris causa in Scienze della formazione primaria allo scrittore friulano. Dopo gli interventi del rettore Furio Honsell e del preside della facoltà di Scienze della formazione, Franco Fabbro, seguirà la laudatio, pronunciata da Fabiana di Brazzà, docente di Letteratura italiana. Proclamato dottore e indossata toga e tocco, Sgorlon terrà la sua lectio doctoralis intitolata “Tra epos e metafisica”. La laurea gli è stata assegnata, spiega la motivazione, «per la consistente produzione letteraria che gli ha valso riconoscimenti nazionali e internazionali; per aver ricoperto nel corso della sua vita l’incarico di docente nelle scuole superiori, distinguendosi per l’impegno didattico e affiancando così la sua attività, volta all’educazione dei giovani, a quella dello scrittore; per aver esportato le tradizioni culturali al di fuori della nostra regione, veicolando l’immagine di una terra depositaria di sentimenti e di valori culturali, civili e umani».
Nato a Cassacco (Udine) nel 1930, Carlo Sgorlon si è laureato alla Scuola Normale di Pisa ed è stato docente di lettere nelle scuole superiori. Ha scritto una trentina tra romanzi, volumi di racconti e saggi. Ha vinto due premi Campiello e uno Strega (con L'armata dei fiumi perduti), due volte anche il Supercampiello (con Il Trono di legno e La conchiglia di Anataj), il Nonino, l’Hamingway, il Flaiano internazionale, il Pen, il Taranto e molti. L’attenzione verso i giovani è testimoniata da molte sue opere, fra le quali i romanzi Caldèras (Premio Napoli), il Il pària dell'universo e I sette veli (di cui esiste la versione in friulano, Il dolfin). Per la produzione in friulano si segnalano Prime di sere, traduzione del Vento nel vigneto, sua prima opera, e Il Dolfin.
La sua ultima produzione si concentra sugli aspetti della storia italiana che più hanno segnato le vicende del nostro Paese; in particolare, La carrozza di rame, La malga di Sir e la Foiba grande, rivolti anche verso i drammi della storia locale, come il terremoto del ‘76, l’eccidio di Porzus, la guerra mondiale. L’attenzione alla storia locale è ben visibile anche nel Il filo di seta in cui protagonista è Odorico da Pordenone, e in altre opere dove racconta la tragedia del Vajont fino ad arrivare alla Foiba grande, che narra le vicende dell’Istria e della sua gente dal 1939 al 1947. Nelle sue opere si ritrovano tutti i motivi della storia friulana: invasioni, guerre ed emigrazioni. Romanzi e racconti di Sgorlon sono stati tradotti in decine di lingue. Autore di oltre mille articoli per giornali e riviste sugli argomenti più vari ha scritto più di cento articoli su narratori, poeti ed artisti friulani.
Nato a Cassacco (Udine) nel 1930, Carlo Sgorlon si è laureato alla Scuola Normale di Pisa ed è stato docente di lettere nelle scuole superiori. Ha scritto una trentina tra romanzi, volumi di racconti e saggi. Ha vinto due premi Campiello e uno Strega (con L'armata dei fiumi perduti), due volte anche il Supercampiello (con Il Trono di legno e La conchiglia di Anataj), il Nonino, l’Hamingway, il Flaiano internazionale, il Pen, il Taranto e molti. L’attenzione verso i giovani è testimoniata da molte sue opere, fra le quali i romanzi Caldèras (Premio Napoli), il Il pària dell'universo e I sette veli (di cui esiste la versione in friulano, Il dolfin). Per la produzione in friulano si segnalano Prime di sere, traduzione del Vento nel vigneto, sua prima opera, e Il Dolfin.
La sua ultima produzione si concentra sugli aspetti della storia italiana che più hanno segnato le vicende del nostro Paese; in particolare, La carrozza di rame, La malga di Sir e la Foiba grande, rivolti anche verso i drammi della storia locale, come il terremoto del ‘76, l’eccidio di Porzus, la guerra mondiale. L’attenzione alla storia locale è ben visibile anche nel Il filo di seta in cui protagonista è Odorico da Pordenone, e in altre opere dove racconta la tragedia del Vajont fino ad arrivare alla Foiba grande, che narra le vicende dell’Istria e della sua gente dal 1939 al 1947. Nelle sue opere si ritrovano tutti i motivi della storia friulana: invasioni, guerre ed emigrazioni. Romanzi e racconti di Sgorlon sono stati tradotti in decine di lingue. Autore di oltre mille articoli per giornali e riviste sugli argomenti più vari ha scritto più di cento articoli su narratori, poeti ed artisti friulani.