Corona d’alloro per un giovane rifugiato politico in protezione sussidiaria
Primo laureato afghano all’Università di Udine
Tawab Ahmad Mushtaq ha conseguito la magistrale in Ingegneria civile
Primo laureato di nazionalità afghana all’Università di Udine. Tawab Ahmad Mushtaq, 36 anni, rifugiato politico in protezione sussidiaria, ha conseguito la laurea magistrale in Ingegneria civile del Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura (Dpia). Alla discussione della tesi di laurea ha presenziato il rettore, Roberto Pinton, che lo ha poi proclamato dottore magistrale. Tawab ha discusso una tesi sull’impiego dell’intelligenza artificiale per la progettazione avanzata delle infrastrutture stradali che ha avuto per relatore Nicola Baldo. In Afghanistan ha fatto il regolare percorso di studi superiori per poi conseguire la laurea triennale in Ingegneria civile al Politecnico di Kabul.
Tawab Ahmad Mushtaq, originario della provincia di Kapisa, nell’Afghanistan nord orientale, è arrivato a Udine nel 2017 dopo un lungo e duro viaggio, attraversando i vari Paesi in parte a piedi e in parte in automobile fino a giungere in Italia. Se ne era andato dalla sua terra per problemi con i Talebani.
Per questo ha chiesto e ottenuto lo status di rifugiato politico in protezione sussidiaria. Cioè quella particolare condizione nella quale si trova il cittadino straniero che non possiede i requisiti per essere riconosciuto rifugiato, ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine, o, nel caso di un apolide, se ritornasse nel Paese nel quale aveva precedentemente la dimora abituale, correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno.
«Il mio modo di vivere è cambiato da quando sono venuto in Italia – ha detto Tawab Ahmad Mushtaq –, gli italiani hanno qualità speciali e sono molto gentili. Dapprima ho passato due anni nella Casa dello studente e dal 2019 sono al Convitto Bertoni e in questi anni ho avuto tante sperienza e imparato tante le cose. Dato che ho trascorso molto tempo con gli studenti ho stretto molte amicizie e durante i miei studi tutti i professori sono stati molto gentili. Sono davvero felice di essere venuto in Italia e di aver studiato all’Università di Udine. Un ringraziamento speciale lo dedico al rettore, Roberto Pinton, a tutti i professori e, in particolare, al relatore, il professor Nicola Baldo, e al correlatore, il dottor Matteo Miani, e a tutti gli amici che ho incontrato, che a loro volta mi hanno aiutato a ottenere la laurea in Ingegneria civile».
«La laurea del dottor Tawab è una notizia bellissima per l’Università di Udine – ha detto il rettore, Roberto Pinton –. È motivo di orgoglio per la nostra comunità accademica, da sempre aperta e inclusiva, che fa dell’integrazione uno dei suoi principi cardine e vuole dare a tutti la possibilità di coronare il desiderio di raggiungere un traguardo così importante come la laurea. Tawab deve diventare un simbolo e un modello per tutti i nostri studenti. Un simbolo di libertà, di grande impegno e forza di volontà che, in un ambiente favorevole come quello friulano, consente, come ha dimostrato Tawab, di raggiungere risultati straordinari».
«Il dottor Tawab – spiega il professor Baldo – ha discusso una tesi relativa all’uso di sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, per l’ottimizzazione numerica della composizione delle miscele bituminose, impiegate nelle infrastrutture stradali. Si tratta quindi di un contributo significativo nell’ambito dell’ingegneria civile, sviluppato in modo estremamente diligente dal dottor Tawab, al quale rivolgo i migliori auspici per un brillante futuro professionale».
Per il direttore del Dipartimento politecnico di Ingegneria e Architettura, Alessandro Gasparetto, «la laurea magistrale del dottor Tawab rappresenta, a suo modo, un piccolo evento storico per il nostro Dipartimento, oltre che per l’intero Ateneo. Sono felice per il neolaureato al quale faccio i miei personali complimenti per essere riuscito a conseguire il titolo nonostante la criticità della sua situazione. Come direttore, mi compiaccio inoltre per l’accoglienza e il supporto che il dipartimento e, in particolare i colleghi di Ingegneria Civile, gli hanno riservato».