4 Marzo 2009
Delibera approvata nella seduta di oggi, mercoledì 4 marzo
Senato Accademico: per i docenti pensione a 70 anni
Obiettivo, contenere le spese fisse
e favorire l’ingresso dei ricercatori
Il Senato Accademico dell’università di Udine ha deliberato le nuove misure relative alla cessazione di servizio del personale docente e tecnico-amministrativo. Le misure adottate dovrebbero consentire all’Ateneo di ridurre il rapporto tra spese per il personale e fondo di finanziamento ordinario e favorire l’assunzione di ricercatori. La manovra prevede la discrezionalità dell’amministrazione per la concessione del biennio di servizio attivo del personale, anticipando di fatto il pensionamento a 70 anni per i docenti, e la risoluzione dei rapporti di lavoro del personale dirigente e tecnico amministrativo che ha maturato 40 anni di servizio effettivo. Tali misure avranno effetto a partire da quest’anno e potrebbero consentire all’ateneo di ottenere un risparmio di stipendi stimato in 2,2 milioni di euro per il periodo 2010-2012.
Le misure adottate tengono conto delle recenti disposizioni normative (decreto legge “Tremonti” 112/2008) e sono previste al fine di contenere il rapporto tra spese per stipendi e fondo di finanziamento ordinario, che per Udine nel 2008 si attesta all’86,91%, al di sotto della soglia del 90%. È questa, infatti, una condizione essenziale prevista dalla legge “Gelmini” 1/2009 per evitare il blocco delle assunzioni e, in prospettiva, anche per migliorare i parametri considerati dal Miur per ripartire i finanziamenti.
«La manovra - spiega il rettore, Cristiana Compagno – è coerente con quanto già previsto nel bilancio triennale 2009 -2011 ed è stata assunta con grande senso di responsabilità dal nostro Senato accademico. In particolare, essa è stata varata tenendo conto dell’attuale scenario istituzionale e legislativo, che mira ad un incisivo intervento riformatore nelle pubbliche amministrazioni nella direzione di un sostanziale ridimensionamento della spesa, contrassegnato da forti tagli ai finanziamenti al sistema universitario e finalizzato da una parte alla riduzione degli organici, dall’altra dalla forte spinta a favorire il ricambio generazionale mediante l’assunzione di giovani leve, finanziata da risorse liberate dal turn over».