La cooperazione scientifica tra Italia e Indonesia si rafforza all’insegna della ricerca, anche dell'Ateneo friulano, della sostenibilità e della valorizzazione delle filiere locali

“Brewing the future”, innovazione e sostenibilità per il caffè indonesiano

Iniziativa a Jakarta coordinata da Roberto Carniel del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura e addetto scientifico dell’Ambasciata d’Italia nella capitale indonesiana

In occasione della Giornata della ricerca italiana nel mondo, celebrata ogni anno il 22 aprile per onorare la nascita della vincitrice del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, si è tenuto il 27 maggio presso l'Istituto italiano di cultura di Jakarta l’evento “Brewing the future: innovation and sustainability for indonesian coffee”. L'iniziativa dell’Addetto scientifico dell'Ambasciata d'Italia a Jakarta, professor Roberto Carniel del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura dell'Università di Udine, aperta dai saluti della direttrice dell'Istituto, Maria Battaglia, ha messo in evidenza il ruolo della scienza e dell’innovazione nel promuovere pratiche sostenibili e filiere di qualità nel settore del caffè, che collega Indonesia e Italia.

Scienza, cultura e diplomazia del caffè

L’ Ambasciatore d'Italia a Jakarta S.E. Roberto Colaminè, che rappresenta il nostro Paese in Indonesia, a Timor Est e presso il Segretariato dell'Asean, ha aperto i lavori sottolineando il potere del caffè come simbolo culturale e ponte tra civiltà. Ha evidenziato il ruolo storico dell’Indonesia come pioniere nella produzione del caffè e ha lanciato un appello a rafforzare le sinergie tra università, centri di ricerca e produttori dei due Paesi, puntando a una cooperazione scientifica che valorizzi la sostenibilità e l'impatto sociale.

La filiera del caffè tra ricerca accademica e innovazione tecnologica

I diversi interventi hanno tracciato un quadro ricco e multidisciplinare dell’interazione italo-indonesiana sul caffè, in un giusto equilibrio fra ricerca pura e applicazioni sul campo:

  • Marco Zancani (Università di Udine), direttore del master in Coffee economics and Science “Ernesto Illy” - che coinvolge l’Università di Udine, l’Università di Trieste, la Sissa (Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste), l’Area Science Park di Trieste e la Fondazione Illy, ha illustrato un programma formativo unico al mondo, che da oltre 15 anni forma esperti del settore con una visione integrata tra ambiti biologico, agronomico, tecnologico, economico e manageriale, in una prospettiva di sostenibilità. Anche studenti indonesiani vi hanno preso parte negli ultimi anni, segno di un dialogo già avviato efficacemente.
  • Azzurra Di Bonaventura (Università di Udine) ha presentato i risultati del suo dottorato sul potenziale delle colture in vitro di Coffea arabica, mostrando come la pianta possa diventare una fonte sostenibile per la produzione su larga scala di metaboliti bioattivi quali caffeina, terpenoidi e acidi clorogenici, con promettenti applicazioni nei settori cosmetico e farmaceutico. Il lavoro mira a massimizzare la produzione e l’estrazione di questi composti nelle colture in sospensione liquida. Questa ricerca apre nuove strade per l’utilizzo industriale del caffè come risorsa funzionale, trasformandolo da semplice bevanda a piattaforma biotecnologica per la produzione sostenibile di ingredienti ad alto valore commerciale.
  • Soni Sisbudi Harsono (Università di Jember, East Java, Indonesia) ha illustrato le sfide per una produzione di caffè più sostenibile nell’area montuosa di Java–Raung Ijen nell’Est di Java, con varietà di Arabica coltivate soprattutto da piccoli produttori. Anche per affrontare l’impatto crescente del cambiamento climatico, vengono privilegiati sistemi agroforestali che promuovono la fertilità del suolo e la biodiversità. È un ottimo esempio di come l’innovazione locale e la collaborazione tra più attori possano orientare il settore del caffè indonesiano verso un futuro più resiliente e sostenibile.
  • Nicola Finardi, imprenditore italiano co-fondatore di PT JYN GROUP, ha parlato del caffè di Bajawa sull’isola di Flores, dove l’Arabica cresce sotto la copertura della foresta vergine senza deforestazione, con rese inferiori ma preservando un ecosistema ricco di biodiversità, che conferisce al caffè di Flores un profilo aromatico distintivo e un impatto ambientale minimo. I progetti di JYN Group, in collaborazione con le comunità indigene locali, mirano a migliorare la produzione nel rispetto della tradizione, aumentando qualità e quantità del raccolto senza danneggiare l’equilibrio forestale.
  • Alain Scialoja, fondatore della microtorrefazione digitale Koro Roasters a Bali, ha presentato un modello di filiera guidata dalla tecnologia che aiuta i piccoli produttori — che in Indonesia rappresentano il 99% della produzione — a migliorare qualità e tracciabilità senza sacrificare sostenibilità. In un contesto caratterizzato da microclimi estremamente variabili e fermentazioni sperimentali, ha illustrato come l’utilizzo di dati precisi — come il contenuto d’acqua del chicco, la sua densità e le curve di tostatura — possa contribuire a garantire risultati costanti senza sacrificare l’identità locale del prodotto. Il suo metodo consente di affrontare con rigore scientifico l’eterogeneità naturale dei caffè di origine indonesiana, trasformando la complessità della produzione artigianale in un’opportunità per esaltare la qualità e la tracciabilità, nel rispetto delle tradizioni locali.

Italia e Indonesia: un modello di cooperazione scientifica applicata

L’evento ha rappresentato un esempio concreto di diplomazia scientifica e innovazione applicata. Dalla biotecnologia agraria alle pratiche agroforestali, passando per le tecnologie digitali di filiera, Brewing the Future ha dimostrato come la collaborazione tra Italia e Indonesia possa generare valore condiviso per le comunità locali, tutelando l’ambiente e rispondendo alle sfide globali.

La registrazione dell’evento disponibile online.

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