Dolomiti Mountain School, ripensare la montagna tra ritorni e nuove visioni
A Tramonti di Sopra il primo incontro del 2025, dedicato ai cambiamenti della popolazione montana
Venerdì 16 maggio, Tramonti di Sopra ha ospitato l’appuntamento inaugurale della Dolomiti Mountain School 2025, dal titolo “Fughe, ritorni e aspettative: come cambia la popolazione”. Il confronto tra relatori e pubblico ha messo in luce esperienze concrete, prospettive culturali e visioni di futuro legate alla vita in montagna.
Per Moreno Baccichet, architetto e docente di Urbanistica all’Università di Udine e allo IUAV di Venezia, è urgente cambiare il modo in cui si raccontano i territori montani: “Raccontarli solo come luoghi dell’abbandono è fuorviante. Chi li osserva da fuori spesso li percepisce come ambienti vivi e suggestivi. La natura che avanza e si riprende i suoi spazi non è solo perdita: può diventare il punto di partenza per una nuova narrazione e una nuova forma di urbanità, diffusa e a bassa densità, immersa nella bellezza”.
Ivan Provenzale, progettista e assessore comunale a Tramonti, ha portato un esempio di impegno personale e amministrativo: “Più che tante analisi, è fondamentale agire. Con la mia famiglia e un gruppo di amici abbiamo iniziato a rigenerare un angolo remoto di queste montagne. L’esperienza associativa e l’impegno politico vanno nella stessa direzione: sperimentare, insistere, crederci”.
Un racconto fuori dagli schemi è stato quello di Antonio Pisanò, architetto e fondatore del progetto Girotondo: “È un laboratorio rigenerativo che collega territori diversi, dall’East London all’Appennino Reggiano. Basecamp, Atelier e Impact sono tre anime di un’esperienza che fonde ospitalità, design e impresa sociale. La risposta alla crisi è fare tutto, ovunque, tutti insieme: poesia, autoproduzione, arte e comunità”.
La sindaca di Tramonti di Sopra Patrizia Del Zotto ha ribadito il valore di appuntamenti come l'incontro della Dolomiti Mountain School: “Vivere in montagna è un privilegio. Certo, mancano dei servizi, ma c’è una qualità della vita che altrove si è persa. Lo scorso anno abbiamo chiuso con un saldo positivo tra nati, morti e migrazioni. È solo un +2, ma è un segno di speranza. La montagna non è ferma: c’è fermento, c’è energia, e noi amministratori vogliamo continuare a crederci”.
Il programma della rassegna dedicata alle terre alte proseguirà venerdì 13 giugno a Comeglians (UD), ci si confronterà sulla sanità nelle aree periferiche dal titolo “Garantire la salute lontano dagli ospedali”. Dopo la pausa estiva, si tornerà venerdì 26 settembre a Forni di Sopra (UD), con una giornata dedicata al ruolo della musica nella vita delle comunità montane con “La colonna sonora delle terre alte”. Infine, venerdì 31 ottobre a Socchieve (UD) si parlerà de “La trasformazione del rifugio da punto di appoggio a meta”.
Tutti gli appuntamenti sono gratuiti e aperti al pubblico. La Dolomiti Mountain School è promossa dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, la Fondazione Dolomiti UNESCO, la Magnifica Comunità di montagna Dolomiti Friulane, Cavallo e Cansiglio, la Comunità di montagna della Carnia e l’ASCA / Leggimontagna-Cortomontagna.