La Dolomiti Mountain School cerca di trasformare i problemi del turismo in opportunità
Attori territoriali a confronto sul turismo sociale
“La Dolomiti Mountain School si è concentrata sul tema del turismo, con una particolare attenzione alla dimensione che potremmo definire ‘sociale’, cioè al rapporto fra i residenti e i turisti stessi”. Lo ha detto al termine della terza tappa della Dolomiti Mountain School 2024, andata in scena a Forni di Sopra, il professore di Economia dello sviluppo sostenibile dell’Università di Udine Francesco Marangon.
“Il tema dell'equilibrio nei flussi turistici, delle aspettative del turista e delle prerogative dei residenti”, gli ha fatto ecco la direttrice della Fondazione Dolomiti UNESCO Mara Nemela, “è centrale per il mantenimento del riconoscimento UNESCO e dell'equilibrio fra sostenibilità ambientale, economica e sociale. Mettere attorno a un tavolo persone da territori diversi con esperienze diverse è utile per fare rete e ideare o diffondere soluzioni nuove”.
Michil Costa, albergatore e autore di “FuTurismo. Un accorato appello contro la monocultura turistica”, ha spiegato la necessità di decisioni nette: “Per fare in modo che la convivenza tra turisti e autoctoni sia armoniosa e positiva, bisogna fare delle scelte. A volte bisogna essere molto radicali: non basta la sensibilità, bisogna decidere in che direzione andare e indirizzarvi i turisti”.
“Il turismo è un incontro che cambia la comunità e le persone che viaggiano: bisogna pensare quali cambiamenti si vuole che avvengano, prevedendoli” ha aggiunto Francesca Declich, professoressa di Antropologia del turismo dell’Università di Urbino. “Questi cambiamenti sono di tipo sociale, culturale, sul tempo di vita e sulle priorità. Bisogna capire come le persone che vivono in montagna vogliono rispondere a una domanda che loro ritengono adeguata o meno. Non è obbligatorio rispondere a tutti i tipi di turismo che si presentano”.
“Sia nelle aree dolomitiche più frequentate che in quelle meno note è importante valutare prima quali sono le minacce, le pressioni e i problemi che i turisti creano nelle vallate e nelle comunità, per cercare di trasformarli in opportunità” ha spiegato il pianificatore del territorio e ricercatore Andrea Omizzolo. “Lì dove c’è un problema, esistono piccole occasioni che possono fare da spalla per un cambiamento nel turismo, creando nuove opportunità economiche”.
Ma come fare a incrementare il flusso di turismo sostenibile nelle Dolomiti e nelle Terre Alte in generale? “Secondo il modello ‘Win-Win UNESCO Experience’ i residenti, gli imprenditori e i turisti possono unire le forze per valorizzare il patrimonio naturale, materiale e immateriale dell’UNESCO” ha spiegato Monica Basile, responsabile marketing e ricerche di Federalberghi Trentino. “Si mettono insieme tutti gli imprenditori e i residenti di una destinazione affinché il turista viva esperienze uniche, magari legate agli antichi saperi della montagna. I giovani possono diventare mediatori culturali: questo evita anche lo spopolamento”.