Realizzato da Ditedi con il contributo scientifico degli Atenei di Udine e di Trieste e Area Science Park

Presentato il Report Fvg digitale 2024

Analizza e descrive come le realtà del mondo digitale regionale stanno generando nuove offerte di prodotti e servizi legate all’intelligenza artificiale

Mercoledì 4 dicembre nel nuovo teatro immersivo P. Maurensig di Tavagnacco è stato presentato il report annuale realizzato da DITEDI, con il contributo scientifico delle Università di Udine e Trieste e Area Science Park, che in questa nuova edizione, la quarta, affronta uno dei temi più caldi del momento, ovvero l’Intelligenza Artificiale, e come questa tecnologia condizioni le strategie d’impresa delle aziende che la utilizzano per generare nuovi prodotti e servizi oltre che per customizzare soluzioni in grado di impattare sui prodotti e sui processi produttivi dei loro clienti.

Attraverso il lavoro di ricerca dei docenti Maria Chiarvesio e Guido Bortoluzzi delle Università di Udine e Trieste e Enrico Longato di Area Science Park e la collaborazione dei dottorandi di ricerca Lorenzo La Porta e Martina Tomasetig si è proceduto ad analizzare l’andamento economico del comparto ICT regionale e l’impatto delle tecnologie AI sulle aziende che lo compongono.

I dati del 2024 dimostrano come gli insediamenti di imprese ICT sul territorio regionale (2908) siano in costante e regolare aumento, +2,4% rispetto al 2022, per un totale di 2214 aziende del Friuli Venezia Giulia operanti nel settore ICT, in aumento dello 0,9% sempre rispetto al 2022, con la provincia di Udine che rappresenta il bacino di riferimento delle aziende del settore della regione, in quanto ospita quasi la metà di quelle individuate (figura 1 e 2).

Le società di capitali (1056 unità) rappresentano la struttura societaria prevalente, pari al 47,7% del totale, in aumento (+1,7%) dal 2022; seguono le imprese individuali (812 unità, 36,7%), che registrano un aumento nominale più significativo, con 31 unità in più rispetto al 2022, bilanciando il calo di 32 unità tra le società di persone (318) (tabella 3).

Da un punto di vista economico, dopo un 2020 negativo, con decremento più marcato per il comparto dell’hardware, e la ripresa del 2021, il 2022 è stato un anno ancora positivo, complessivamente migliore rispetto al periodo pre-Covid, mentre il 2023 si è assestato su incrementi del fatturato più modesti, e inferiori all’anno precedente, tranne che per i Servizi.

Si registra complessivamente un andamento altalenante nel tempo, con un miglioramento nel 2021, una flessione nel 2022 e una sostanziale tenuta nel 2023, a favore soprattutto della gestione operativa. Rispetto alla tipologia di offerta, quello dell’hardware presenta maggiore sofferenza anche in termini di redditività.

Il settore digitale regionale rappresenta in ogni caso un forte spinta innovativa per l’economia e il sistema delle imprese regionali. Infatti, il settore ICT conta attualmente 102 startup innovative, che operano principalmente nello sviluppo di software e rappresentano il 52% di tutte le startup regionali, a testimonianza dell’importanza del settore in termini di spinta innovativa. Altri segnali di questo tipo sono rilevabili anche dall’indicatore di propensione all’innovazione, il quale evidenzia come il 13% delle aziende del settore ICT regionale presenti almeno un segnale di innovazione. Tali aziende rappresentano il 9% di tutte le aziende regionali con una oggettiva propensione all’innovazione.

Osservando invece l’attività di brevettazione, salta subito all’occhio un incremento progressivo dal 2017 sia per i depositi italiani che europei (figura 4). Per quanto positiva questa tendenza, tale dato mostra come in termini assoluti il settore presenti una scarsa propensione alla brevettazione rispetto a numeri decisamente più elevati in settori “analogici”.

Si è approfondito, grazie alla collaborazione con Modefinance Srl, anche il tema del merito creditizio (rating) delle imprese appartenenti al cluster digitale. L’analisi mette in luce che il profilo creditizio delle aziende del digitale operanti in FVG risulta solido ed in progressivo ed ulteriore consolidamento nel corso degli anni. Al tempo stesso, la rischiosità media delle imprese del settore appare limitata. Un comparto che cresce, quindi, in modo armonico senza mostrare gli “strappi” tipici di altri contesti IT, pensiamo a quello americano, caratterizzati al contrario da maggiore rischiosità, ma anche da tassi di crescita mediamente superiori.

Relativamente alla dimensione temporale, il calcolo del “rating medio” (media ponderata ottenuta attribuendo un valore numerico a ciascun giudizio di rating) rivela un ulteriore miglioramento del merito creditizio delle aziende del digitale nel corso del 2023 – da 6,89 a 6,94 in una scala da 1 a 10 – che segue a quello commentato nel report precedente (da 6,73 a 6,89). Se si sommano le imprese che ottengono un voto compreso tra AAA ed A, la percentuale sul totale sale dal 37% circa del 2022 al 40% del 2023 (Figura 7).

L’analisiL’analisi prosegue con una serie di interviste ad imprenditori e manager dalle quali emergono le modalità, il ruolo e le strategie con cui le imprese del digitale regionali affrontano il mercato per integrare il potenziale dell’AI, all’interno dei propri modelli di business e al servizio dei propri clienti. I casi aziendali raccolti risultano significativi rispetto al tema trattato e rappresentativi dell’eterogeneità del cluster digitale: AI4IV, Aindo, Datamantix, DataMind, evoseed, eXact lab, Eye-Tech, Infostar, Motion Analytica, NT Nuove Tecnologie, Visiofy e Visup.

Quello che emerge è l’immagine di un business capital intensive. Il mercato dell’AI è knowledge-intensive perché richiede di sviluppare tecnologie avanzate e algoritmi sofisticati. Ma è anche capital-intensive, richiedendo notevoli investimenti sia per la fase di ricerca e sviluppo (R&S) sia per la successiva fase di produzione e industrializzazione, per sostenere la transizione da prototipi a soluzioni scalabili.

Ecosistema dinamico. La spinta innovativa del comparto non tocca solo prodotti e servizi, ma anche modelli di business e relazioni. Start up innovative focalizzate sull’AI nascono come spin off di realtà già esistenti o vedono coinvolti imprenditori già operanti in altre realtà del digitale. La collaborazione esplicita con altre imprese in chiave ecosistemica, inoltre, consente di aggregare competenze complementari per strutturare offerte complete e intercettare nuovi clienti attraverso molteplici canali di accesso al mercato. L’analisi trasversale dei casi ha consentito agli autori di identificare almeno tre modelli di offerta con cui le imprese si presentano al mercato: (a) l’alta sartoria digitale, (b) la soluzione a scaffale e (c) il system integrator.

Domanda ancora poco consapevole. Risulta evidente il fatto che il potenziale dell’AI applicata ai diversi contesti aziendali è tuttora un campo in continua esplorazione e la domanda appare ancora confusa e in attesa di una migliore comprensione da parte degli operatori economici. E dunque si reputa necessario proseguire nel lavoro di diffusione di cultura e competenze.

Rimane la certezza che siamo di fronte ad una rivoluzione destinata a segnare profondamente il mondo produttivo, ben aldilà quindi dei confini del comparto dell’IT. L'ecosistema digitale del FVG appare così in crescita e pronto alla sfida dell’AI; si profila uno scenario ricco di opportunità, in cui emerge il ruolo del Cluster regionale DITEDI, il quale, facilitando connessioni e relazioni tra aziende, istituzioni ed enti di ricerca e di trasferimento tecnologico, si pone l’obiettivo di rendere il territorio sempre più attrattivo di idee, persone e capitali.

Il report integrale è disponibile al link

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