In dialogo con gli studenti dell'ateneo lo scorso 30 ottobre

Il regista bosniaco Ado Hasanović all’università di Udine

Nato a Srebrenica, utilizza il cortometraggio per esplorare temi attuali e recuperare eventi passati, ma anche per iniziare i giovani all’arte cinematografica e per costruire collaborazioni tra l’Italia e la Bosnia ed Erzegovina

Incontro con Ado Hasanović

Lo scorso 30 ottobre l’Università di Udine ha ospitato il regista Ado Hasanović. Bosniaco, vive in Italia da una decina d’anni e si è formato tra Sarajevo e Roma, specializzandosi nella forma artistica del cortometraggio. I suoi film “The Angel of Srebrenica”, “Blue Viking in Sarajevo”, “Mama”, “Breath of Life Srebrenica”, “Pink Elephant”, “Nomophobia” e “Let There Be Colour” sono stati selezionati da festival e concorsi in tutto il mondo e hanno vinto numerosi premi internazionali.

I soggetti dei suoi lavori sono molteplici. Da un lato tratta temi di attualità, come la relazione genitori e figli, il rapporto dei giovani con la tecnologia, la pandemia, la pornografia, i diritti LGBT. Dall’altro tocca aspetti profondi della memoria, legati anche alla sua esperienza personale, attraverso la guerra in Jugoslavia e in particolare il genocidio di Srebrenica, luogo da cui proviene e dove ha scelto di organizzare la prima edizione del festival cinematografico Silver Frame, tenutosi il mese di luglio 2024.

Ado Hasanović si dedica con passione anche alla formazione. Dopo aver partecipato e collaborato a diverse iniziative e laboratori fin dal 2007, ha deciso di creare il proprio format di workshop, Cortovisioni, di cui ci ha parlato durante l’incontro e in cui esprime la sua vocazione come docente di regia, riprese e montaggio, curando laboratori, rivolti a bambini e ragazzi, che trovano spazio nelle scuole, nelle università e in altre attività educative in Italia e all’estero.

Durante l’evento sono stati proiettati alcuni cortometraggi e gli studenti hanno dialogato con il regista sulle sue fonti di ispirazione e la scelta dei soggetti. In particolare, il cortometraggio “Let there be colour”, un documentario sul primo Pride che si tenuto a Sarajevo nel mese di settembre 2019, ha dato spazio al dibattito sui diritti LGBT e sulla situazione attuale nei Balcani. Il lavoro “Searching for justice” ci ha permesso di affrontare il tema della giustizia riparativa in Bosnia Erzegovina. È un documentario realizzato proprio nell’ambito del progetto Cortovisioni, che ha coinvolto un gruppo di studenti di legge dell’università di Leiden, nei Paesi Bassi, che hanno intervistato alcuni sopravvissuti al genocidio di Srebrenica e si sono interrogati sul ruolo della giustizia dal punto di vista delle vittime. Con l’ultimo cortometraggio, “Pink Elephant”, abbiamo voluto distaccarci dai temi precedenti, per dare spazio ad un corto dallo spirito più divertente. Attraverso il tema della pornografia, esplora le relazioni tra genitori e figli in una famiglia benestante di Sarajevo, con ironia e genuinità.

L’evento ha avuto un buon riscontro, hanno partecipato numerose persone e gli interventi del pubblico hanno costituito preziosi momenti di condivisione. Tra i presenti, studenti di lingue e mediazione, scienze della formazione e giurisprudenza, oltre a interessati e curiosi.

É stata una valida occasione per esplorare una modalità espressiva poco conosciuta, e trattare temi di cui non si parla mai a sufficienza, attraverso l’uso della lingua, dell’arte e della creatività.