Volume edito da Forum editrice

Piante e popoli, le specie che hanno fatto la storia dell’uomo

Mercoledì 4 dicembre, alle 11.30, Biblioteca scientifica, presentazione del libro di Raffaele Testolin

Dai cereali e le leguminose nella mezzaluna fertile al riso e miglio in Cina, dal mais e i fagioli nel centro America alla patata e al pomodoro nel sud America alle banane in Papua Nuova Guinea. Quali sono le specie vegetali che hanno fatto la storia dell’uomo? Lo racconta nel libro “Piante e popoli” (Forum editrice) il professor Raffaele Testolin, per quasi 40 anni docente di Coltivazioni arboree all’Università di Udine. Il volume sarà presentato mercoledì 4 dicembre, alle 11.30, nell’auditorium della Biblioteca scientifica dell’Ateneo (via Fausto Schiavi 44). Il rettore Roberto Pinton porterà i saluti iniziali, mentre l’autore e il libro saranno presentati da Angelo Vianello. Seguirà il dialogo tra l’autore e il giornalista Lorenzo Tosi.

Il libro racconta la nascita delle agricolture nelle diverse parti del mondo, dalla mezzaluna fertile all’estremo oriente: agricolture basate sulle specie presenti nelle diverse parti della Terra che l’uomo aveva iniziato a esplorare da 40 mila anni e forse più. Quando l’uomo abbandona l’attività di cacciatore-raccoglitore comincia a coltivare. Questa storia è sconvolta con la scoperta delle Americhe e l’avvio delle colonizzazioni delle nuove terre. Specie ‘nuove’, come patata, mais, e pomodoro vengono trasferite nel vecchio continente e messe a coltura. Altre, come banane, platani, cotone, canna da zucchero, tabacco, tè e caffè vengono diffuse nelle colonie. Gli effetti sono la messa a coltura di milioni di ettari di terreni, spesso coperti in precedenza da foresta, il trasferimento di milioni di schiavi dall’Africa alle colonie, il cambiamento delle abitudini alimentari di molti popoli.

«Molte specie – spiega il professor Testolin – perdono la ricchezza genetica che avevano nei loro centri di origine, diventando colture ‘fragili’. Questo fino alla seconda metà del XX secolo quando la presa di coscienza del rischio di perdere qualcuna di queste specie, come la patata, il caffè o la banana e la presa di coscienza della necessità di salvaguardare i centri di origine delle specie stimola i progetti di esplorazione e conservazione della biodiversità di queste specie».

La base storica e genetica che caratterizza il volume è “alleggerita” da una serie di aneddoti che rendono il libro alla portata di tutti. Come le storie avventurose dei “plant hunters”, i “cacciatori di piante” imbarcati nelle navi che solcavano gli oceani. O il furto del caffè nello Yemen ad opera dei francesi. C’è anche la coltivazione dell’oppio messa in piedi in Afganistan dalla Compagnia delle Indie inglese per pagare il tè ai cinesi. E, ancora, la disinvoltura di Henry Wickham, considerato il primo biopirata della storia, nel portare fuori dal Brasile piante di caucciù, l’albero della gomma, per avviare le coltivazioni nelle colonie inglesi. Oppure la ricerca delle misteriose isole delle spezie e il loro controllo da parte dei Portoghesi.

Raffaele Testolin è un agronomo, esperto di risorse genetiche vegetali. Laureato all’Università di Padova, ha insegnato per 40 anni all’Università di Udine. Ha soggiornato per ragioni di studio negli Stati Uniti, Nuova Zelanda, Israele, Francia, Cina. Ha tenuto corsi e seminari in numerose università e centri di ricerca italiani e stranieri. Ha allestito e caratterizzato collezioni di melo, vite e actinidia. Appassionato di divulgazione scientifica è autore di oltre 200 pubblicazioni su riviste e alcune decine di libri. Testolin è convinto che l’uomo non abbia fatto la storia, ma che la storia l’abbiano fatta le piante che l’uomo ha via via scoperto, diffondendo i ‘semi’ del cambiamento. E’ anche convinto che se il mondo fosse governato dalle piante la comunità dei viventi sarebbe meno turbolenta.