Poeta, scrittore, traduttore

Si presenta il Fondo librario Maxime Cella

Il 17 ottobre, alle 18, alla Biblioteca del quartiere “Laipacco-San Gottardo”

Foto Sara Cerneaz

Martedì 17 ottobre, alle 18, presso la Biblioteca del quartiere Laipacco-San Gottardo di Udine, si inaugura il Fondo Librario Maxime Cella. L’incontro è organizzato dalla Biblioteca civica “Vincenzo Joppi” di Udine in collaborazione con il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Ateneo friulano.

A presentare il Fondo saranno l’assessore all’istruzione, cultura e università del Comune di Udine, Federico Pirone; Carlo Londero, del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Ateneo udinese, e la responsabile della Biblioteca “Laipacco-San Gottardo”, Antonietta Ziani.

Nei mesi successivi alla morte di Maxime Cella (Rueil-Malmaison, Île-de-France, 1980 – Udine, 2019), per volontà degli eredi e degli amici più stretti, la sua biblioteca privata è stata donata alla Biblioteca “Joppi”. La donazione prevedeva che: si costituisse il Fondo Librario Maxime Cella, i libri venissero catalogati e inventariati, il patrimonio librario del Fondo venisse reso prestabile e consultabile (eccettuati libri rari, vocabolari, enciclopedie). A oggi il fondo consiste di quasi 25 metri lineari tra libri di poesia, saggistica, narrativa, filosofia, volumi rari, vocabolari, enciclopedie, riviste settoriali, fumetti. Il patrimonio librario è così peculiare per tematiche e autori, che fin da subito i volumi costituenti il Fondo sono stati oggetto di ricerca, di richiesta e di prestito, anche interbibliotecario.

Maxime Cella è stato poeta, scrittore, traduttore, colto intellettuale. È nato il 6 settembre 1980 a Rueil-Malmaison (Île-de-France) da genitori italiani e fa rientro in Italia ancora bambino: con la madre si stabilisce prima a Forni di Sopra, paese d’origine della famiglia, poi definitivamente a Udine. A 39 anni non ancora compiuti, Cella muore di leucemia il 25 giugno 2019. La malattia era stata diagnosticata poco più di sei mesi prima. Cella era professore di lingue negli istituti secondari, ma si distingueva per essere un colto letterato. Partecipava con molto interesse alle diverse iniziative del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale e del Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione, formazione e società dell’Ateneo friulano. Era un volto noto e ben voluto da docenti e studenti, conscio che era necessario restare sempre aggiornati, imparare, confrontarsi con ciò che si conosce come con ciò che si ignora. Cella si è laureato con il massimo dei voti e la lode nel 2016 con la traduzione “Il sobborgo dei postiglioni” di Platonov, racconto lungo inedito in Italia. Ora la sua traduzione ha trovato sbocco editoriale sulla rivista «Slavia» (n.4, 2019, pp. 104-160). Per quanto riguarda la poesia in proprio, Cella ha pubblicato suoi versi su riviste cartacee e online nazionali (per esempio «l’immaginazione», Manni editori, e «Nazione indiana»). Nel 2011 aveva dato alle stampe la plaquette “Dieci poesie” (Edizioni del Tavolo Rosso, Stamperia Albicocco, Udine) con un’incisione di Vincenzo Balena e una nota di Rodolfo Zucco. Da qualche tempo il suo desiderio era quello di raccogliere in volume l’intera produzione poetica di editi e inediti, opera che rimane irrealizzata e a cui attendono gli amici del poeta.