4 Maggio 2017 –
Nell’ambito del convegno “Libertà è partecipazione!”
Bilancio di genere nelle Università: presentazione a Udine delle Linee guida
Venerdì 5 maggio a palazzo di Toppo Wassermann
In occasione del convegno “Libertà è partecipazione! Dalla formazione alla presenza lavorativa e sociale delle donne. Il ruolo degli Organismi di Parità universitari” (3-5 maggio), con il quale la Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università italiane celebra il decennale della propria costituzione, saranno presentate a Udine le Linee guida per il Bilancio di Genere degli Atenei. Il documento sarà illustrato venerdì 5 maggio nella sessione mattutina del convegno, dalle 9.30 presso palazzo di Toppo Wassermann (via Gemona 92). Interverranno Tindara Addabbo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Luisa Pulejo dell’Università di Messina, Paolo Tomasin dell’Istituto Universitario Salesiano di Venezia (Iusve) e Patrizia Tomio dell’Università di Trento.
Le Linee guida offrono una definizione del Bilancio di Genere, indicano i riferimenti normativi ed espongono le potenzialità di uno strumento fondamentale nell’ambito del gender mainstreaming, cioè di quella strategiadestinata ad introdurre una prospettiva di genere in tutte le decisioni e le azioni della Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di superare le cause delle diseguaglianze tra uomini e donne. Attraverso le Linee guida la Conferenza Nazionale intende offrire alle Università e, in particolare, agli Organismi di Parità, che spesso ne sono i promotori, uno strumento operativo che ne faciliti l’introduzione, dando attuazione a quanto auspicato, nello scorso gennaio, dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui) al fine di promuovere la diffusione del Bilancio di genere all’interno del sistema universitario.
«Si tratta – dice Renata Kodilja, delegata per le pari opportunità e presidente del Comitato unico di garanzia (Cug) dell’Università di Udine, co-organizzatore del convegno – di uno strumento operativo innovativo e utile per tutte le università che affrontano o si cimentano nella messa a punto del bilancio di genere, in grado di aiutare gli atenei in questo compito, dettando anche delle linee standard».
Il documento, che sviluppa ed estende le analisi avviate da un Gruppo di studio attivato dalla Conferenza Nazionale nel 2014 coordinato da Patrizia Tomio, Presidente della Conferenza Nazionale, ed è il frutto del lavoro di Tindara Addabbo, Luisa Pulejo, Paolo Tomasin e Patrizia Tomio, che hanno messo a fattor comune competenze di tipo aziendale, sociologico e giuridico. Nell’intento di offrire alle università uno strumento che sia anche operativo, il documento offre indicazioni sia riguardo i contenuti che il processo di Gender Budget Analysis. A partire dall’esame delle prime esperienze di rendicontazione in ottica gender sensitive, intraprese da alcuni Atenei, il documento offre una visione innovativa, che focalizza la propria attenzione sulla circolarità del processo, che deve coinvolgere in primis l’attività di programmazione.
«Predisporre il Bilancio di Genere – spiegano gli autori delle Linee guida - non significa, infatti, mettere a disposizione un set di dati statistici in un documento, anche se questi possono essere utilizzati per elaborare una analisi di contesto, come indicato nelle Linee guida. Significa, invece, avviare un processo che integri la dimensione di genere a partire dalla fase di pianificazione, individuando in maniera puntuale i portatori di interesse (stakeholders), uomini e donne, interni ed esterni e i bisogni che essi esprimono. Nella definizione di questi ultimi si è privilegiato un approccio di benessere, individuandone le diverse dimensioni nell’ambito della realtà accademica. Il ciclo, così descritto, che si integra con l’approvazione dei documenti di pianificazione strategica degli Atenei, si completa con la fase di verifica e rendicontazione. Anche per tale ragione l’adozione di questo strumento comporta un coinvolgimento, ampio e trasversale, dell’Università e dei suoi vertici».
Le Linee guida offrono una definizione del Bilancio di Genere, indicano i riferimenti normativi ed espongono le potenzialità di uno strumento fondamentale nell’ambito del gender mainstreaming, cioè di quella strategiadestinata ad introdurre una prospettiva di genere in tutte le decisioni e le azioni della Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di superare le cause delle diseguaglianze tra uomini e donne. Attraverso le Linee guida la Conferenza Nazionale intende offrire alle Università e, in particolare, agli Organismi di Parità, che spesso ne sono i promotori, uno strumento operativo che ne faciliti l’introduzione, dando attuazione a quanto auspicato, nello scorso gennaio, dalla Conferenza dei rettori delle Università italiane (Crui) al fine di promuovere la diffusione del Bilancio di genere all’interno del sistema universitario.
«Si tratta – dice Renata Kodilja, delegata per le pari opportunità e presidente del Comitato unico di garanzia (Cug) dell’Università di Udine, co-organizzatore del convegno – di uno strumento operativo innovativo e utile per tutte le università che affrontano o si cimentano nella messa a punto del bilancio di genere, in grado di aiutare gli atenei in questo compito, dettando anche delle linee standard».
Il documento, che sviluppa ed estende le analisi avviate da un Gruppo di studio attivato dalla Conferenza Nazionale nel 2014 coordinato da Patrizia Tomio, Presidente della Conferenza Nazionale, ed è il frutto del lavoro di Tindara Addabbo, Luisa Pulejo, Paolo Tomasin e Patrizia Tomio, che hanno messo a fattor comune competenze di tipo aziendale, sociologico e giuridico. Nell’intento di offrire alle università uno strumento che sia anche operativo, il documento offre indicazioni sia riguardo i contenuti che il processo di Gender Budget Analysis. A partire dall’esame delle prime esperienze di rendicontazione in ottica gender sensitive, intraprese da alcuni Atenei, il documento offre una visione innovativa, che focalizza la propria attenzione sulla circolarità del processo, che deve coinvolgere in primis l’attività di programmazione.
«Predisporre il Bilancio di Genere – spiegano gli autori delle Linee guida - non significa, infatti, mettere a disposizione un set di dati statistici in un documento, anche se questi possono essere utilizzati per elaborare una analisi di contesto, come indicato nelle Linee guida. Significa, invece, avviare un processo che integri la dimensione di genere a partire dalla fase di pianificazione, individuando in maniera puntuale i portatori di interesse (stakeholders), uomini e donne, interni ed esterni e i bisogni che essi esprimono. Nella definizione di questi ultimi si è privilegiato un approccio di benessere, individuandone le diverse dimensioni nell’ambito della realtà accademica. Il ciclo, così descritto, che si integra con l’approvazione dei documenti di pianificazione strategica degli Atenei, si completa con la fase di verifica e rendicontazione. Anche per tale ragione l’adozione di questo strumento comporta un coinvolgimento, ampio e trasversale, dell’Università e dei suoi vertici».