Al gruppo “Epigenetica e cancro” del Dipartimento di Area medica

Ricerca sul cancro: 50 mila dollari dalla Sarcoma Foundation of America

Per un progetto di valutazione in modelli pre-clinici dell’efficacia terapeutica di alcune molecole nel trattamento dei leiomiosarcomi

I componenti del gruppo di ricerca del progetto, coordinato da Claudio Brancolini
Il gruppo di ricerca “Epigenetica e cancro” del Dipartimento di Area medica (DAME) dell’Università di Udine ha vinto un finanziamento di 50 mila dollari della Sarcoma Foundation of America per un progetto di ricerca il cui obiettivo è valutare nuove molecole per il trattamento dei leiomiosarcomi, tumori maligni rari e particolarmente aggressivi. Grazie a questo progetto, intitolato “Resetting the epigenetic addiction in leiomyosarcomas:a therapeutic perspective” e sostenuto dalla fondazione statunitense - che annualmente finanzia progetti di ricerca fino a 50 mila euro sull’eziologia, la biologia molecolare, la patogenesi, la diagnosi e il trattamento di sarcomi umani - i ricercatori di Udine potranno eseguire esperimenti per comprendere le risposte, geniche ed epigenetiche, del sarcoma ad alcune molecole inibitrici, per verificarne l’efficacia terapeutica in modelli pre-clinici.

Il gruppo di ricerca udinese, guidato da Claudio Brancolini, si occupa da tempo di comprendere le alterazioni epigenetiche dei leiomiosarcomi, che possono comparire in diversi distretti del corpo umano e, molto probabilmente, hanno origine da cellule muscolari lisce. «Un particolare sottotipo di leiomiosarcomi, quelli dell’utero – precisa Brancolini -, ha un’incidenza di 0.64 ogni 100 mila donne a partire dalla terza decade di età, ma è più comune nel periodo che precede la menopausa. Circa il 40% dei pazienti sviluppano recidive e metastasi, e in questi casi le terapie attualmente disponibili risultano inefficaci».

L’idea innovativa alla base del progetto nasce dalle recenti scoperte prodotte dal gruppo di ricerca del DAME. «In circa il 30% dei leiomiosarcomi – spiega Brancolini -, una famiglia di regolatori epigenetici, le deacetilasi di classe 2a, risultano alterate, e questa alterazione è fondamentale per sostenere l’aggressività della cellula neoplastica. Le molecole da vagliare in prospettiva terapeutica sono inibitori di nuova generazione di queste deacetilasi». Il gruppo di ricerca coinvolto nel progetto e diretto da Claudio Brancolini è costituito dai borsisti di ricerca Eros Di Giorgio e Martina Minisini e dagli studenti di dottorato Harikrishnareddy Paluvai e Luca Iuliano.

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