Prima terapia del genere messa a punto in Italia, tra le poche a livello mondiale

VivaBioCell cura l’artrite canina con le cellule staminali

Da oggi disponibile in Friuli Venezia Giulia una nuova “arma” per la cura dell’artrite dei cani

Come negli esseri umani, l’osteoartrite è una malattia degenerativa debilitante che causa dolore articolare, riduzione della motilità, costante peggioramento della qualità di vita. È una patologia frequente che colpisce prevalentemente cani anziani (1 cane su 5). I proprietari notano che il loro cane ha difficoltà nel correre, nel saltare, nel giocare, nel salire o scendere le scale: questi sono alcuni sintomi che ci possono far pensare ad una possibile patologia osteoarticolare.

VivaBioCell, azienda biotecnologica spin off accademica dell’Università di Udine, ha sviluppato una nuova tecnologia basata sull’utilizzo di cellule staminali adulte autologhe, cioé prelevate dallo stesso animale da curare. “Si tratta della prima azienda in Italia, e tra le poche in Europa e nel mondo, che propongono una cura così avanzata che presenta molti vantaggi rispetto ai trattamenti attuali quali interventi chirurgici più o meno invasivi, e /o utilizzo per lunghi periodi di farmaci con eventuali possibili effetti collaterali” afferma Massimo Moretti, uno dei ricercatori di VivaBioCell.

L’efficacia è già stata verificata grazie alla stretta collaborazione tra il team di VivaBioCell e quello della clinica veterinaria AnimalCare di Martignacco (Ud): cani che zoppicavano in maniera grave dopo alcuni mesi dal trattamento hanno riacquisito abitudini che i proprietari non riscontravano più da tempo (salire le scale o sulle poltrone).

«Dopo che si è attentamente valutato il paziente che si può sottoporre al trattamento», per Adriano Monino, veterinario presso AnimalCare, «l’intervento in sé non presenta tecnicamente rischi, non si devono avere particolari precauzioni nel postoperatorio e per l'alta potenzialità della tecnologia adottata, è un trattamento consigliato .La tecnica prevede il prelievo di tessuto adiposo mediante liposuzione dallo stesso cane a cui verranno reimpiantate le cellule staminali in una fase successiva; questa operazione abitualmente richiede circa una decina di minuti. Il passo successivo è inviare il materiale ai laboratori di VivaBioCell per selezionare e moltiplicare il numero di cellule staminali prelevate. Infine, dopo alcuni giorni di coltura, le cellule ci vengono restituite e quindi reiniettate nell’articolazione malata dell’animale».

I positivi effetti terapeutici sono visibili dopo poche settimane. «Questa tecnica ha dato validi risultati, come hanno dimostrato studi effettuati da colleghi statunitensi (ma non solo), in processi patologici degenerativi di tendini ed articolazioni sia in cavalli che in cani. È una nuova frontiera da valicare per cercare di migliorare la vita dei nostri animali e un passo in più per la nostra». Infatti, «il nostro obiettivo principale è far sì che le terapie che impiegano cellule staminali autologhe siano diffuse anche negli ospedali, per curare numerose malattie debilitanti dell’uomo – sottolinea Giacomo Cattaruzzi, docente presso l’Università di Udine e ricercatore presso VivaBioCell -. Curare gli animali è per noi un passo importante su un percorso che ci vede impegnati già dal 2007 quando VivaBioCell è stata costituita come spin-off dell’Università di Udine. Il traguardo oramai non è lontano, le cure sperimentali sull’uomo potrebbero iniziare a Londra già agli inizi dell’anno prossimo».

FONTE: VIVABIOCELL

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