I risultati dell’indagine in occasione
della Giornata mondiale senza tabacco

Medici e infermieri friulani: il 20% fuma, ma ha voglia di smettere

Il 60% vorrebbe dire addio alla sigaretta

        Fumatori con la volontà di porre fine a questo vizio ma con tanta necessità di formazione: è la fotografia degli operatori sanitari friulani che emerge dall’indagine realizzata dall’Azienda sanitaria “Medio Friuli”, dal Santa Maria della Misericordia, dal Policlinico universitario e dalla Casa di cura “Città di Udine”. Le quattro aziende hanno somministrato ai loro dipendenti quasi 6 mila questionari. Ne sono rientrati oltre 2mila e i risultati, divulgati in occasione della Giornata mondiale senza tabacco in programma il 31 maggio, sono positivi. Il 20% dei medici e degli infermieri friulani ammette di fumare ed il 40% di essere un ex fumatore. Un dato al di sotto della media italiana, che si attesta intorno al 30,5%. Tra i fumatori, inoltre, il 59% riferisce di voler perdere il vizio della sigaretta ed il 49% di essere disposto addirittura a partecipare a corsi di disassefuazione al fumo.
 
        Altri dati fanno ben sperare. Il 98% degli operatori è consapevole che il fumo attivo provoca danni alla salute e il 90% che esiste una relazione tra il numero di sigarette fumate e lo stato di salute. Il 97% considera il fumo passivo dannoso alla salute e il 27% ritiene che il tabagismo, insieme all’alcolismo (20%) e agli incidenti (20%), sia una delle cause più frequenti di malattia e di morte. Esiste anche la consapevolezza che la dipendenza dal tabacco vada combattuto con la prevenzione: il 55% vorrebbe approfondire le conoscenze in questo settore. Nonostante però il 76% riconosca che il personale sanitario dovrebbe essere un esempio di stile di vita e quindi non fumare, soltanto il 65% consiglia di smettere di fumare ai pazienti, anche se vengono raccolti dati sul fumo nel 82% dei casi al momento dell’anamnesi. Addirittura il 76% ammette di non aver mai inviato i pazienti verso i centri di disassuefazione.
 
        I risultati dimostrano la necessità di promuovere e tutelare la salute dei fumatori e dei non fumatori. Un obiettivo che le quattro aziende si sono poste avviando il progetto pluriennale “Prevenzione e lotta al tabagismo nelle strutture sanitarie del Friuli Venezia Giulia”, di cui l’indagine per valutare lo stato dell’arte del fenomeno del tabagismo all’interno delle quattro aziende è solo il primo passo. “Lo stile di vita del personale sanitario viene considerato dai pazienti un modello da seguire – sottolinea Massimo Baraldo, responsabile dell’ambulatorio tabagismo del Policlinico universitario – il messaggio che lancia un operatore sanitario che fuma, quindi, è molto diseducativo. L’obiettivo degli ospedali è di fornire la cura per smettere di fumare, realizzare campagne di prevenzione e offrire formazione e informazione”.
 
            Attualmente a Udine esistono cinque centri antifumo e servizi per la cura delle patologie legate alla dipendenza dalla nicotina: oltre all’ambulatorio del Policlinico universitario (tel. 0432-559833 dalle 8 alle 17), esistono il Centro di prevenzione e trattamento del tabagismo dell’Ass 4 Medio Friuli, coordinato da Hamid Kashanpour (www.udine3.fumo.it numero verde 800681515), l’Ambulatorio di pneumologia e fisiopatologia della respirazione della Casa di cura Città di Udine (tel. 0432-239111), coordinato da Oreste Bergamo, l’Ambulatorio Tabagismo, Pneumologia, Fisiopatologia respiratoria del Santa Maria della Misericordia, coordinato da Flavio Dolcet e Federico Reccardini (www.udine1.fumo.it tel. 0432-552850-552551) e l’Associazione insufficienti respiratori del Friuli Venezia Giulia in piazzetta Belloni a Udine (tel. 0432-294761).

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