Iniziativa triennale sostenuta dall’Unione Europea

Medicina, al via progetto con la Serbia

L’ateneo di Udine riorganizzerà i corsi
di tre atenei d'oltreconfine

        Riorganizzare e sviluppare i corsi delle facoltà di Medicina delle università di Belgrado, Kragujevac e Nis dove confluiscono l’80 per cento degli studenti serbi di medicina. È il compito che l’Unione europea ha affidato all’università di Udine dando il via al progetto Tempus denominato ’Restructuring teaching at serbian medical faculties’. L’iniziativa, di durata triennale, è finanziata con 473.230 euro. L’ateneo friulano coordina il progetto attraverso il dipartimento di Patologia e medicina sperimentale e clinica della facoltà di Medicina e chirurgia avvalendosi anche della collaborazione delle università di Catanzaro, Amsterdam e Aberdeen (Scozia). Un riconoscimento anche da Bruxelles, dunque, dell’eccellenza raggiunta dalla facoltà di Medicina udinese che da tre anni è riconosciuta dal Censis come la migliore d’Italia. 

        «L’obiettivo ’ spiega il coordinatore Francesco Saverio Impiombato, ordinario di Patologia generale all’università di Udine ’ è quello di ottenere più laureati nei sei anni canonici e meglio preparati anche dal punto di vista pratico. I colleghi serbi, quindi, sono molto collaborativi e realmente interessati a rinnovare al meglio il loro curriculum a tutto vantaggio degli studenti. Il modello della nostra facoltà, piccola ma molto qualificata e qualificante, può infatti essere esportato con facilità. Inoltre, questo progetto è un utile occasione per sperimentare soluzioni didattiche innovative come la didattica ’per obiettivi’, o ’problem based learning’, e la didattica ’a distanza’, o ’web based learning’». 

        Il progetto fa parte del programma di riforme intrapreso dalle facoltà di Medicina serbe per entrare a far parte dello Spazio europeo di alta formazione e risponde all’esigenze espresse dai docenti e dagli studenti di medicina del posto: revisione dei percorsi curriculari e dei metodi di insegnamento, ampliamento delle competenze nel campo delle nuove tecnologie, formazione avanzata al passo con gli standard internazionali, favorire la possibilità per gli studenti serbi di confrontarsi con le attuali tendenze europee in campo medico, accrescere lo scambio di esperienze per favorire le opportunità di crescita professionale. 

        «Il compito che ci è stato affidato - aggiunge il preside della Facoltà di Medicina Franco Quadrifoglio - è un'ulteriore prova del prestigio che la nostra giovane e piccola Facoltà si è meritato sul campo, grazie alle innovazioni didattiche apportate al corso di studio medico tradizionale. D'altronde alcuni studenti serbi hanno già potuto sperimentare la nostra organizzazione degli studi venendo a frequentare gli ultimi anni del nostro Corso di laurea ed hanno espresso un giudizio largamente positivo. Sono certo che questa collaborazione internazionale, oltre a costruire un nuovo modo di insegnare la Medicina in Serbia, potrà suggerire ulteriori positive modifiche al nostro modo di fare didattica per preparare medici all'altezza delle richieste sempre più complesse che vengono da parte della società nel settore sanitario». 

        I corsi presso le facoltà serbe di Medicina e chirurgia si basano sostanzialmente su insegnamenti teorici ex cathedra che non si evolvono da anni. Mancano, infatti, della necessaria pratica medica nonché delle tecnologie più diffuse in ambito clinico. Questa situazione è stata più volte sottolineata e denunciata dall’Associazione degli studenti e dall’Associazione medica serba che hanno una importante funzione di supervisione e controllo.

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