Ateneo e Fondazione Crup acquistano un nuovo strumento

Tumori avanzati, nuovo macchinario per la chemioipertermia intraoperatoria

E' il Performer, dispositivo del valore di 86 mila euro

        Somministra calore e farmaci ad alte dosi a parti del corpo completamente isolate dal resto dell’organismo durante il trattamento chirurgico dei tumori allo stadio avanzato. È il Performer, l’innovativa macchina per la circolazione extracorporea da oggi in dotazione alla clinica di Semeiotica chirurgica del Policlinico universitario di Udine. Il costo del dispositivo, del valore di 86 mila euro, è stato sostenuto in parti uguali dall’università di Udine e dalla Fondazione Crup. Questo strumento, molto efficiente e sicuro, è utilizzabile, in particolare, per la cura dei tumori del colon, dell’ovaio e dello stomaco, dei melanomi degli arti e dei sarcomi degli arti. Grazie al Performer la clinica di Semeiotica chirurgica si candida a divenire un centro di riferimento regionale per la cura delle neoplasie diffuse o in stadio avanzato. In tutta Italia sono solo una decina i centri specializzati nella chemioipertermia intraoperatoria in circolazione extracorporea. 

        «Nasce una nuova eccellenza in campo assistenziale» ha detto il rettore dell’università di Udine, Furio Honsell, nel corso della presentazione del dispositivo sottolineando come «questa iniziativa arricchisce ulteriormente la gamma dei servizi offerti dalla facoltà di Medicina e dal Policlinico, d’intesa con il polo sanitario udinese». Il presidente della Fondazione Crup, Silvano Antonini Canterin, ha espresso «soddisfazione per la realizzazione di un’iniziativa che contribuisce a migliorare le prestazioni sanitarie e la ricerca in campo oncologico». Alla cerimonia hanno partecipato anche il preside della facoltà di Medicina, Massimo Politi, e il direttore del dipartimento di Scienze Chirurgiche, Alfio Ferlito. 

        «Con il Performer – ha spiegato il direttore della clinica di Semeiotica chirurgica, Pier Paolo Cagol – è possibile effettuare trattamenti chemioterapici intensivi e localizzati ad una temperatura superiore a quella fisiologica durante le operazioni di asportazione di neoplasie avanzate». È infatti dimostrato che l’ipertermia può, di per se stessa, uccidere le cellule tumorali e aumentare l’effetto tumoricida di particolari farmaci antitumorali. La combinazione di questi trattamenti, integrata da successive cure sistematiche, garantisce risultati molto incoraggianti con una sopravvivenza dei pazienti considerati incurabili, o curabili solo a prezzo di gravi menomazioni, di gran lunga superiori a quella ottenuta con le terapie tradizionali.

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