Nuovo macchinario per la ricerca di base

120 mila euro per studiare le cellule tumorali e come combatterle

Grazie al contributo di 75 mila euro della Fondazione Crup

        Il dipartimento di Scienze e tecnologie biomediche (Dstb) dell’università di Udine ha ottenuto un contributo di 75 mila euro dalla Fondazione Crup per l’acquisto di uno strumento dedicato alla ricerca di base, del valore di 120 mila euro. La nuova strumentazione consente di registrare i fenomeni biologici dal vivo, ossia di studiare le funzioni dei geni dal vivo. «Questo – spiega Claudio Brancolini, docente di biologia applicata alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’università Udine – permette di comprendere meglio perché le cellule tumorali possono acquisire la resistenza alla chemioterapia e determinare, così, un esito negativo per il paziente». Grazie al nuovo strumento, dunque, «è possibile- aggiunge Brancolini – identificare con maggiore efficacia e rapidità nuovi bersagli terapeutici e sviluppare terapie anti-tumorali innovative». 

        I ricercatori del dipartimento di Scienze e tecnologie biomediche dell’ateneo udinese sono da anni impegnati in questo tipo di studi. In particolare, la recente classifica ministeriale, stilata su valutazione dei migliori lavori scientifici delle Università italiane, ha collocato l’ateneo di Udine al secondo posto della graduatoria nazionale per la qualità della ricerca nell’ambito delle scienze biologiche. «Dei 10 migliori lavori per il triennio 2001-2003 selezionati dall’università friulana e sottoposti a giudizio – ricorda Brancolini -, 8 sono il frutto del lavoro dei ricercatori del Dstb, che ora possono disporre, grazie al contributo delle Fondazione Crup, di uno strumento innovativo per affrontare le nuove sfide della conoscenza». 

        I geni controllano il nostro essere e modo di vivere, e quando si alterano e funzionano male sono responsabili delle principali patologie, tra le quali la più comune è il cancro. «La ricerca e lo studio delle mutazioni dei geni coinvolti nella formazione e crescita di un tumore – sottolinea Brancolini – è fondamentale non solo per la comprensione della biologia della cellula tumorale, ma anche per individuare migliori bersagli per la terapia farmacologia». Il nuovo strumento cofinanziato dalla Fondazione Crup permette di registrare l’evoluzione dei fenomeni biologici dal vivo, acquisendo ad intervalli regolari immagini dello stesso campione lungo un certo numero di ore, ottenendo così una sequenza relativamente fluida del fenomeno studiato.

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