Coinvolti 116 centri di tutto il mondo

Nuovo farmaco non chemioterapico per la cura dei tumori della mammella

L’oncologia di Udine coordinerà la sperimentazione in Italia

        Il dipartimento interaziendale di Oncologia di Udine, costituito dal Policlinico universitario e dell’Azienda ospedaliera Santa Maria della Misericordia e diretto da Gianpiero Fasola, sarà il centro coordinatore nazionale per la sperimentazione clinica di un nuovo farmaco non chemioterapico per il cancro della mammella. Si tratta del Bevacizumab, un anticorpo monoclonale, ossia modificato in laboratorio per raggiungere un bersaglio preciso, diretto contro un fattore di crescita dei vasi sanguigni necessari al tumore per svilupparsi. Il farmaco ha dimostrato in modelli preclinici e in alcuni studi sull’uomo di essere molto efficace contro diversi tumori, specialmente se combinato con la chemioterapia. «Gli obiettivi dello studio – dice Fabio Puglisi, referente della sperimentazione – sono di aumentare la risposta del tumore alla terapia, la durata della risposta e la sopravvivenza libera da progressione». 

        Nello studio multicentrico sono coinvolti 24 Paesi del mondo, dal Canada all’Australia, per un totale di 116 centri. A Udine il farmaco sarà impiegato in pazienti con tumore della mammella diffuso che non abbiano ancora iniziato un trattamento chemioterapico. Lo studio è partito nelle scorse settimane e sarà attivo per un anno. Questa sperimentazione si aggiunge alle oltre 30 già attive presso il dipartimento di Oncologia di Udine. «L’assegnazione del coordinamento nazionale – sottolinea il direttore del Dipartimento, Gianpiero Fasola – è per noi un riconoscimento importante degli standard raggiunti nella gestione delle sperimentazioni cliniche, ma, cosa più importante per i pazienti, è soprattutto un indice del livello di competenze multidisciplinari maturate nel Polo ospedaliero udinese per il trattamento del cancro alla mammella». 

        «Nel complesso mandato affidatoci dalla Regione e dalle due Aziende, Policlinico universitario e Azienda ospedaliera - precisa Fasola - c’è anche il compito di far crescere la ricerca a fianco dell’assistenza. Un obiettivo per il quale tutta l’équipe, non solo medica, sta lavorando con impegno».

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