Intelligenza artificiale e patrimonio culturale, Ateneo di Udine punto di riferimento europeo

Un Centro e un convegno internazionale annunciati durante la Maratona Digital Humanities

Le testimonianze Uniud

Si chiamerà AI4CH, acronimo di Artificial Intelligence for Cultural Heritage, avrà sede a Udine e rappresenterà un Centro europeo di riferimento dedicato all'elaborazione, alla ricerca e alla valorizzazione, attraverso le nuove tecnologie di intelligenza aumentata, dei testimoni della storia e della cultura nel loro senso più ampio: dalle epigrafi e antichi manoscritti alle opere d'arte contemporanea, dalla ricostruzione virtuale di siti archeologici e strutture difensive della guerra fredda alle lingue minoritarie del territorio, alla processazione del linguaggio nascosto di testi letterari e dei social network, con attenzione costante alla sperimentazione più avanzata, agli aspetti etici e alla sostenibilità. È questa la proposta, attualmente al vaglio del Senato accademico e del Consiglio di Amministrazione dell’Ateneo udinese, annunciata da Andrea Tabarroni, Professore ordinario di Storia della Filosofia medievale, al termine della tavola rotonda, condotta dal coordinatore della nuova laurea triennale in Filosofia e Trasformazione digitale, Luca Taddio, sulle questioni etiche legate all'impiego delle tecnologie digitali, che ha concluso venerdì 14 ottobre la maratona di informatica umanistica.

Scopo dell’iniziativa itinerante che ha coinvolto, oltre al Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale dell’Università di Udine, altri quattro dipartimenti di eccellenza (Lingue e Letterature Straniere dell’Università degli Studi di Verona, Lingue, Letterature e Culture dell’Università degli Studi di Bergamo, Studi Linguistici e Culturali dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Studi Umanistici dell’Università Ca’ Foscari di Venezia), era fornire una visione ampia e variegata sulle possibilità di applicazione dell’informatica umanistica in diversi ambiti, dalla linguistica alla filologia e alla letteratura, dalla storia al cinema, all’arte e all’archeologia. Ma non si esauriscono qui le sorprese della tappa udinese della maratona di informatica umanistica, che avevano incluso, grazie alle proiezioni in Casa Cavazzini curate dal Digital Storytelling Lab diretto dalla Prof.ssa Maria Pia Comand, un’anteprima della mostra archeologica nata dalla collaborazione tra l’Ateneo friulano e i Civici Musei di Udine “Dal centro dell’impero. Nuove scoperte archeologiche dell’Università di Udine nell’antica Assiria”, che inaugurerà nella prestigiosa sede cittadina del Castello il prossimo 17 dicembre.

In una scenografica Chiesa di San Francesco, destinata a location pomeridiana dell’evento grazie alla collaborazione proattiva dell’Amministrazione Comunale, allestita per l’occasione con una quinta in traliccio di alluminio di cinque metri e impreziosita dalla mega opera ‘Organism’ di Kim Seung Hwan, installata per gentile concessione di Copetti Antiquari, il Professor Gian Luca Foresti, ordinario di Computer Science, responsabile per il DMIF del Lab Village di Via Sondrio, dove avrà sede il Centro AI4CH, e presidente dell'Associazione Nazionale dei ricercatori in Computer Vision, Pattern Recognition and Machine Learning, ha svelato un'ulteriore anteprima. Si terrà infatti a Udine nel settembre 2023 il Convegno internazionale di Image Analysis and Processing (ICIAP2023), che ospiterà importanti workshop tematici dedicati al patrimonio culturale. Gli incontri sono frutto della partnership sancita tra il Dipartimento di Studi umanistici e quello di Scienze Matematiche, Informatiche e Fisiche dell'Università di Udine, quest’ultimo co-fondatore del Centro AI4CH. Tra il DIUM e il DMIF sono già all'attivo diverse collaborazioni che diverranno ora formalmente operative per la ricerca ma anche per l'interazione con il patrimonio culturale del territorio.

Un gran finale di maratona per l’Università degli studi di Udine che apre a nuovi, inediti scenari, in cui la cultura e le scienze umane sposano l’intelligenza artificiale. E se la fiaccola della Maratona Digital Humanities ha concluso il suo viaggio da Verona a Bergamo, da Modena a Venezia, ed è arrivata al traguardo udinese con grande soddisfazione della Direttrice del DIUM, Prof.ssa Linda Borean, e della Delegata dipartimentale alla ricerca, Prof.ssa Emanuela Colombi, nella progettualità e nelle azioni non ha alcuna intenzione di spegnersi.

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