Presentazione a Bologna il 26 giugno nell’ambito del festival “Il Cinema ritrovato”

Restaurato il film "La spedizione Franchetti nella Dancalia etiopica", pietra miliare della cinematografia fascista in Africa

Muto, in bianco e nero e con didascalie, documenta la spedizione coloniale del 1929 guidata dal barone Raimondo Franchetti. Lavoro dei ricercatori del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale in collaborazione con Cinecittà – Archivio Storico Luce

Cinecittà - Archivio Storico Luce

L’Università di Udine, in collaborazione con Cinecittà – Archivio Storico Luce, ha ricostruito e restaurato una pietra miliare della cinematografia documentaristica delle vicende coloniali in Africa dell’Italia fascista. L’Ateneo friulano ha infatti recuperato, e reso nuovamente fruibile, il film del 1929 “La Spedizione Franchetti nella Dancalia etiopica”. Il documentario – muto, in bianco e nero e con didascalie – è una testimonianza significativa e di notevole valore tecnico delle missioni coloniali. Il documentario nasce dalla decisione dell’allora Istituto Luce di mandare in Etiopia, insieme al barone Raimondo Franchetti, l’operatore Mario Craveri, per filmare la spedizione che si svolse tra novembre 1928 e giugno 1929.

I restauratori

Il lavoro di ricostruzione e restauro è stato compiuto dai laboratori “La Camera Ottica”, “Digital Storytelling Lab” e “Media Lab” del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale. Andrea Mariani e Serena Bellotti hanno curato la direzione scientifica, Gianandrea Sasso quella tecnica. Alla ricostruzione hanno collaborato gli studenti dei corsi di laurea in Discipline dell’audiovisivo, dei media e dello spettacolo – Dams e di laurea magistrale in Scienze del patrimonio audiovisivo e dell’eduzione ai media.

Il film

Il docufilm, pensato per la famiglia Franchetti, venne proiettato per la prima volta in un’edizione suddivisa in quattro parti il 19 novembre 1929 al Teatro Garibaldi di Treviso. Il giorno successivo, il 20 novembre, una versione alternativa in sei parti e con un montaggio differente, venne proiettata al Teatro Augusteo di Roma, alla presenza della famiglia reale.

La ricostruzione

Il restauro è l’esito di lungo progetto di ricerca avviato nel 2017. Un lavoro che ha portato alla ricostruzione filologica dell’edizione in sei parti del film, a partire dai negativi originali posseduti dall’Archivio Storico Luce. La ricostruzione si fonda sull’interpretazione delle tracce lasciate da stampatori e montatori sui negativi originali. Nonché sul fortuito ritrovamento dell’elenco delle didascalie dell’edizione in sei parti. È stato così possibile restituire la forma del film come fu presentato durante la sua proiezione più significativa. Questo processo ha consentito di assemblare un’edizione assai prossima a quella proiettata il 20 novembre 1929, presentando una ricostruzione integrale delle didascalie fondata sulle uniche fonti certe, senza interventi correttivi.

«In mancanza di una copia positiva sopravvissuta dell’edizione in sei parti – spiegano Mariani e Bellotti –, questa edizione critica si presenta come un’approssimazione verosimile fondata sulla documentazione storica disponibile».

Scoperta l’unica copia positiva

Nel corso delle ricerche Mariani e Bellotti hanno anche ritrovato l'unica copia positiva del film appartenuta al barone Franchetti, a lungo ritenuta perduta. Si tratta di un’edizione in quattro parti, alternativa a quella ricostruita e restaurata in sei parti.

La presentazione pubblica

Il progetto ha dato vita anche al libro “La spedizione Franchetti nella Dancalia etiopica” (Silvana Editrice), scritto da Andrea Mariani e Serena Bellotti, in cui si descrive, scena per scena, il processo di edizione. Alcuni estratti del film restaurato e il volume saranno presentati a Bologna, domani, giovedì 26 giugno, alle 16.40, nell’ambito del festival “Il cinema ritrovato”. Parteciperà il gruppo di lavoro che ha promosso e curato il recupero del film. (sg)

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