Frutto del progetto Uniud E-Racing, nato nel 2021, che ha sede all’Uniud Lab Village

Serena II, la nuova monoposto elettrica degli studenti: più leggera, aerodinamica, sicura e affidabile

Coinvolti una cinquantina gli studenti e 32 aziende sostenitrici, direttamente e in componentistica

È stata battezzata Serena II, è più leggera, aerodinamica, performante, sicura e affidabile della “sorella” Serena I, dalla quale ha ereditato gli stessi colori: bianco, blu e nero. È la nuova monoposto elettrica progettata e costruita dagli studenti del progetto “Uniud E-Racing” dell’Università di Udine. Il prototipo raggiunge i 120 chilometri orari, ha un motore da 80 chilowatt di potenza e pesa 310 chilogrammi, circa 35 in meno della precedente. La vettura gareggerà nel campionato internazionale Formula Student, competizione riservata alle monoposto a propulsione elettrica o tradizionale ideate e realizzate dagli studenti universitari di tutta Europa. L’investimento complessivo nel progetto è di circa 100 mila euro, coperto dall’Ateneo e dalle 32 aziende che collaborano e lo sostengono con finanziamenti diretti e in componentistica. Il progetto della piccola Formula 1 elettrica dell’Ateneo friulano è nato nel 2021. Nel 2023 il debutto ufficiale in pista. Quest’anno sarà in gara sul circuito tedesco di Hockenheim, dal 12 al 18 agosto, e in Italia dal 4 all’8 settembre all’autodromo “Riccardo Paletti” di Varano de’ Melegari (Parma).

La nuova vettura è stata presentata oggi nel piazzale della Biblioteca scientifica dell’Ateneo. Erano presenti il rettore Roberto Pinton, il direttore del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura, Alessandro Gasparetto, introdotti dal responsabile del progetto Luca Casarsa. È intervenuto inoltre il team leader della squadra, Enrico Dal Bò.

La squadra

Il progetto “Uniud E-Racing” nasce dall’idea di un gruppo di studenti dell’Ateneo friulano nell’ottobre del 2021 con l’obiettivo di partecipare al campionato Formula Student. La squadra è composta da una cinquantina di studenti ed è suddivisa in sei reparti: Aerodinamica, Business, Dinamica, Elettronica & Powertrain, Marketing e Telaio. Gli studenti appartengono a diversi corsi di studio dell’ateneo tra cui: informatica; ingegneria elettronica, gestionale e meccanica; scienze e tecnologie multimediali. La sede si trova nel Lab Village ed è il Laboratorio Turbomachinery and Energy Systems, che fa riferimento al Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura.

Le caratteristiche

Per la stagione 2024 il team ha apportato numerose migliorie alla monoposto. Serena II è infatti un po’ più piccola e leggera della “sorella”. Ora la vettura è lunga 2 metri 906 centimetri, larga 1 metro e 56 centimetri, alta 1 metro e 22 centimetri. 221 millimetri, con un passo di 1 metro 61 centimetri.

Il design del telaio ha subito modifiche significative per ridurne il peso e ottimizzarne la geometria. In particolare, la lunghezza complessiva è stata ridotta di 8 centimetri, l’arco principale è stato abbassato di 7 centimetri e l’ingombro della parete antintrusione è stato ridotto di 10 centimetri e mezzo in altezza e 4 e mezzo in larghezza. Tutte queste migliorie hanno permesso una perdita di 35 chilogrammi.

Il sistema di sospensioni è stato notevolmente alleggerito, utilizzando anche la lega di titanio. Questa nuova progettazione ha permesso inoltre di avere gli ammortizzatori anteriori più bassi migliorando la visibilità del pilota e diminuendo la resistenza aerodinamica.

Il sistema di raffreddamento è stato migliorato utilizzando radiatori più compatti, che occupano uno spazio ridotto e permettono uno scambio termico migliore.

La carrozzeria è stata ridisegnata per migliorare l’aerodinamica, riducendo la sezione frontale e posteriore grazie al ridimensionamento del telaio. L’aggiunta di un’ala anteriore, realizzata in fibra di carbonio, ha permesso di migliorare l’equilibrio della massa.

Per quanto riguarda la parte elettronica è stato progettato e realizzato un nuovo accumulatore, ora più affidabile e di peso notevolmente ridotto. Le unità di controllo elettronico (Ecu) sono state progettate e assemblate internamente e la combinazione di queste con l’uso del linguaggio di programmazione “Rust” permettendo così un controllo dettagliato del veicolo.

La Formula Student

Il campionato è a livello internazionale. L’obiettivo di Formula Student è promuovere l’innovazione e la ricerca in campo automobilistico e fornire agli studenti un’esperienza pratica per acquisire competenze ingegneristiche e imprenditoriali. Le squadre universitarie partecipanti sono giudicate per la loro abilità nel progettare e costruire una monoposto competitiva e la loro capacità di presentare efficacemente il progetto. Oltre a alle ispezioni tecniche che verificano la conformità al regolamento, gli studenti prendono parte a prove statiche, cioè esposizioni di analisi a livello ingegneristico ed economico, e a prove dinamiche, dove gareggiano con la vettura. La monoposto deve, in particolare, essere sufficientemente manovrabile da poter affrontare una gimcana e avere una autonomia di almeno 22 chilometri. La sfida si svolge d’estate in diversi Paesi in tutto il mondo, in particolare in Austria, Germania, Italia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Spagna, Ungheria e altri. Coinvolge circa 100 atenei, una ventina dei quali italiani. Deriva dall’americana Formula Saf, ideata dall’Università di Austin (Texas) nel 1981.

Le aziende sostenitrici

Sono 32 le aziende che sostengono, direttamente o tecnicamente, il progetto. Si tratta di: Fondazione Gruppo Pittini, PMP Industries, RALCitalia, Refrion LUVE Group, Tektronix, Tesla, Advantech Time, JoSoft, MAN srl, Alfa Tech, Canton Colori, F.lli Sperandio, FCS System, Gefran, Henkel, LAMA FVG, LAPP Italia, Maxo Moldings, MTS School, Oerlikon HRSflow, TecnoCMD, Top Shop, Altium, EnginSoft, Mathworks, Multisim, Parallels, RapidHarness, Siemens, Solidworks, Vi-Grade.

I saluti

«I nostri studenti del progetto “Uniud E-Racing” – ha affermato il rettore Roberto Pinton – stanno compiendo un percorso appassionato ed entusiasmante di studio, ricerca e applicazione pratica di quanto appreso in aula, in un continuo lavoro di squadra volto a trovare soluzioni innovative per migliorare i lusinghieri risultati già raggiunti. A loro e ai docenti che li affiancano, in primis il responsabile Luca Casarsa, vanno i nostri complimenti per l’impegno, l’esempio e i risultati che stanno ottenendo, portando alto il nome del nostro Ateneo. Il lavoro svolto è inoltre la dimostrazione di ciò che vuol essere il Lab Village: un incubatore dell’innovazione dell’università e delle aziende che valorizza le capacità dei nostri studenti e ricercatori in ogni settore disciplinare».

«Siamo lieti che questo progetto, nato all’interno del Dipartimento Politecnico di ingegneria e architettura – ha detto il direttore, Alessandro Gasparetto –, proceda con entusiasmo e partecipazione di molti studenti e docenti, a conferma del valore che ha in termini di didattica innovativa. La possibilità di affrontare un progetto così complesso e multidisciplinare permette, agli studenti che vi partecipano, di acquisire elevate competenze tecniche, sicuramente spendibili per un più rapido ed efficace inserimento nel mondo del lavoro».

«Siamo alla seconda edizione del progetto – ha sottolinea il responsabile, Luca Casarsa – e presentiamo una macchina completamente nuova, questo è stato fatto dagli studenti partecipanti in soli otto mesi. Ciò conferma quanto questo approccio innovativo alla didattica sia apprezzato dai nostri studenti ed è per noi uno stimolo a fare in modo che diventi un’offerta formativa stabilmente presente all’interno del nostro Dipartimento. La presenza di moltissime aziende sponsor è, inoltre, la conferma di quanto il mondo industriale apprezzi questo tipo di approccio alla didattica e alla ricerca e applicata».