L’ambizioso progetto regionale, al centro del Convegno in programma a Udine, martedì 20 settembre, presso p.le Kolbe

Università di Udine, Asufc e Cro di Aviano insieme per la prima Biobanca in rete del polo udinese

Si discuterà anche dei modelli di successo già operativi a livello nazionale ed europeo

biobanca

Un “conto corrente” speciale, a disposizione della ricerca, in cui poter conservare materiale biologico e informazioni cliniche e genetiche preziose, in totale sicurezza e a regola d’arte; un luogo rigorosamente strutturato ove la necessità di avanzamento della Scienza e il rispetto della privacy dei donatori dei campioni biologici si traducono innanzitutto in un patto di responsabilità tra gli attori coinvolti; un modello scientifico ormai imprescindibile per investire al meglio in tutti quei benefici medici che un futuro più o meno vicino potrà restituire.

In una sola parola, Biobanca, ovvero la grande sfida su cui proprio negli ultimi anni l’Università di Udine, l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale - ASUFC e il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano - CRO hanno lavorato sinergicamente traducendola in realtà, dotando così il Polo scientifico udinese di una risorsa fondamentale per la ricerca in ambito medico e biologico.

E il Convegno organizzato dal Dipartimento di Area Medica UniUD martedì 20 settembre, nell’Aula seminari in p.le Kolbe, sarà proprio l’occasione per tratteggiare i contorni dell’ambizioso progetto regionale cui di recente «si è affiancata anche la Fondazione Italiana Fegato con l’obiettivo di creare una rete transfrontaliera con la Slovenia».

Ad anticiparlo è il Prof. Francesco Curcio, Direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio dell'Istituto di Patologia Clinica dell’ASUFC che sarà proprio il punto di raccolta, preparazione e smistamento dei campioni donati. «Attraverso la Biobanca potranno essere utilizzati in maniera ottimale per migliorare la diagnosi e la terapia delle malattie con l’ambizione di raggiungere la medicina di precisione e personalizzata – precisa il Prof. Curcio – Allo stesso tempo sarà possibile tutelare anche l’interesse della collettività favorendo l’avanzamento delle conoscenze scientifiche, garantendo l’integrità dei campioni biologici, la veridicità e la completezza delle informazioni cliniche ad essi associate. In assenza di questi requisiti, infatti, i ricercatori non sono nelle condizioni di poter raggiungere risultati solidi e riproducibili».

Ecco perché «la possibilità di avere una Biobanca a Udine, integrata con la rete delle Biobanche Regionali – sottolinea il Prof. Gianluca Tell, Vicedirettore del Dipartimento di Area Medica dell’Università di Udine - rappresenta un punto di svolta importantissimo per lo sviluppo di ricerche traslazionali in ambito biomedico che costituirà un elemento fondamentale per la crescita della ricerca clinica e di base del Polo Udinese».

Aperto al pubblico e centrato su un tema dalle implicazioni certamente complesse, l’evento sarà anche una finestra aperta sulle realtà di successo già consolidate in Italia e in Europa.

«Tra le esperienze proposte, la Biobanca dell’Istituto BBMRI-ERIC di Graz, del Policlinico San Donato per il futuro della ricerca in ambito cardiovascolare e l’esperienza dell’I.R.C.C.S. NeuroMed – sottolinea il Ricercatore universitario del DAME, dott. Antonio Paolo Beltrami, che proprio durante il Convegno illustrerà anche il complesso lavoro di ricerca, unico a livello internazionale, sviluppato durante il Covid ed ulteriore forza propulsiva per il progetto Biobanca – L’evento sarà dunque una preziosa occasione per ricordare che queste realtà rappresentano un investimento necessario per il futuro; sono infatti l’unico modo per garantire al ricercatore la qualità del proprio lavoro e risultati non falsati, grazie ad una gestione ottimale dei materiali utilizzati, ed al paziente la tutela e salvaguardia dei propri interessi».