Torneo dei Paradigmi

Acqua, una risorsa preziosa

Manca la disponibilità di questa risorsa
nei modi e luoghi voluti

Il problema della scarsità dell’acqua è in realtà un problema di mancanza di disponibilità di questa risorsa nei modi e luoghi voluti. Il vero problema, infatti, sta nel fatto che l’acqua non è disponibile quando e dove vogliamo, e che spostarla è un costo spesso insostenibile. Una riflessione già contenuta nel titolo del convegno che si è tenuto oggi a Innovaction, Acqua oro blu?. “Si dice spesso che l’acqua è scarsa – ha spiegato Antonio Massarutto, docente di economia pubblica all’Università di Udine – quando in realtà possiamo vedere che di acqua ce n’è in abbondanza. 

Quello che manca, però, sono appunto le risorse per spostarla nei luoghi dove è carente”. Alcune soluzioni sono già a portata di mano, ma implicano un ripensamento di alcune strutture economiche e sociali. “Per esempio, privilegiare sistemi che utilizzano l’acqua a livello locale, favorire le politiche integrate, scoraggiare la nuova costruzione e migliorare invece la gestione degli impianti”. Si deve inoltre capire che ormai si è entrati nell’era delle tariffe e della privatizzazione. “La prima deve essere intesa come la fine della finanza pubblica in questo settore, e come metodo per governare la domanda, sempre che sia preposta alla nascita di un gestore che possa autofinanziarsi ed investire nelle infrastrutture. Collegato a questo è il tema della privatizzazione, che non esclude la disponibilità pubblica del bene acqua, ma si riferisce alla sua gestione tecnica”.

Il problema italiano e regionale in particolare è quello del’agricoltura, che assorbe il 60% dei consumi totali di acqua, a fronte del 25% delle industrie e del 15% ad uso personale. “Come si vede, pensare ad un riutilizzo dell’acqua in campo agricolo sarebbe già una risposta” ha sottolineato Alessandro Colautti, presidente del Consorzio per l’Acquedotto del Friuli Centrale Spa di Udine.

“Il riuso dell’acqua è un tema importante a livello globale, visto che a fronte di un aumento delle città che richiederanno grandi quantitativi di acqua ci saranno cambiamenti climatici che andranno a pesare soprattutto sui paesi in via di sviluppo” ha spiegato Carol Howe, economista e docente Unesco. Anche in questo campo le soluzioni si stanno formulando: dai divisori tra una casa e l’altra che funzionano anche da serbatoi, ai biodepuratori a membrana, alla desalinizzazione, fino ai primi grattacieli progettati per vedere riutilizzata l’acqua piovana per l’impianto di raffreddamento e le acque bianche per l’irrigazione. “Del problema, come si vede, ci dobbiamo occupare tutti, compreso il sistema finanziario ed edilizio”.

Anche una regione solitamente considerata ricca d’acqua come il Friuli Venezia Giulia deve iniziare a riflettere su questo tema. “Perché si è visto che negli ultimi 40 anni le falde idriche hanno perso annualmente una capacità che è pari all’intera fornitura idrica” ha spiegato Giorgio Verri, direttore dell’Autorità di Bacino Regionale del Fvg. Un modo per risparmiare, per esempio, potrebbe essere quello di creare un sistema computerizzato per l’irrigazione agricola, che funzioni secondo necessità e anche in base alle previsioni meteorologiche. Un progetto presentato all’Expo 2008 di Saragozza. “Allo stesso modo – ha concluso Verri – si dovrà ripensare l’urbanizzazione, che è uno dei principali ostacoli all’infiltrazione dell’acqua nelle falde e quindi al loro abbassamento”.

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