L'Ateneo di Udine ha dato il via alla fase di consolidamento e rilancio

«Una fase di consolidamento e rilancio». Così il rettore Cristiana Compagno ha definito oggi, davanti alle rappresentanze territoriali firmatarie del “Patto” per l’università di Udine, la situazione dell’Ateneo alla luce dell’ampia manovra di razionalizzazione e riqualificazione della spesa messa in atto e approvata la scorsa settimana dagli organi di governo. «Come ogni organismo – ha detto il rettore – l’università di Udine ha vissuto le sue fasi di sviluppo e rapida espansione. Ora è il momento dell’assestamento necessario alla successiva fase evolutiva».

 

Nella riunione con i firmatari del “Patto” con i territori di riferimento, Compagno ha ribadito con forza che «il valore di questa istituzione non può essere messa in discussione – ha detto -, e non si devono confondere i problemi legati alla situazione finanziaria dell’Ateneo con la sua qualità nella ricerca e nella didattica, come dimostrato da tutti gli indicatori nazionali».

 

La manovra di riassetto «non va letta – ha detto il rettore – come una fase negativa. Porta in sé, infatti, il consolidamento e il rilancio. Per raggiungere il primo, abbiamo dolorosamente operato. Ora, per il rilancio, chiedo il sostegno alle istituzioni firmatarie del “Patto”». Dal rettore, dunque, l’appello affinché il Patto non rimanga sulla carta, ma giunga dal territorio una proposta concreta e condivisa sulle eventuali modalità di finanziamento all’università di Udine.

 

«Il “Patto” – ha detto il delegato per i Rapporti con il comitato dei sostenitori dell'Università, Sandro Fabbro – è un cono di luce verso il futuro. A esso va data concretezza». In questo senso «chiederemo nuove adesioni – ha anticipato Fabbro». «Inoltre – ha aggiunto il rettore -, lavoreremo con la Regione per mettere a punto un modello di finanziamento, che incrementi il fondo destinato all’università e lo ripartisca secondo criteri di merito e di equità allocativa».