Pmi friulane più competitive attraverso nuovi modelli di aggregazione

La strategia anticrisi nel patto tra Camera di Commercio e Università di Udine

Un innovativo progetto di partenariato unisce le due istituzioni e propone un nuovo sistema di cooperazione per lo sviluppo dell’economia del territorio e il trasferimento di conoscenze

Un partenariato strutturato per studiare e applicare strategie innovative di aggregazione delle Pmi friulane, per renderle più forti e competitive sul mercato. È il nuovo metodo operativo che lega la Camera di Commercio e l’Università di Udine: la Camera finanzierà l’iniziativa mettendo in campo 300 mila euro e accompagnerà l’Ateneo nella fase di elaborazione e presentazione del progetto, che si articolerà su tre filoni specifici: lo studio delle reti di imprese e dei fattori di competitività, gli strumenti finanziari più idonei per le aggregazioni, la policy pubblica da proporre per definire gli incentivi più idonei. I contenuti dell’accordo, che mira anche a sviluppare una maggiore sinergia e un più concreto trasferimento di conoscenze ed esperienze tra mondo accademico e mondo delle imprese, sono stati illustrati questa mattina in una conferenza stampa, nella Sala Giunta della Camera di Commercio. A presentarli, il presidente della Cciaa Giovanni Da Pozzo, il magnifico rettore Cristiana Compagno, Marco Simeon, componente del consiglio dell’Ente camerale di Udine e delegato dalla giunta per seguire l’iniziativa, affidata alla Facoltà di Economia con i dipartimenti di Finanza dell’impresa e dei mercati finanziari e Scienze economiche. Per l’Ateneo, è intervenuto Stefano Miani, che assieme a Simeon, a Marco Bruseschi e Giuseppe Pavan della Cciaa porterà avanti l’attività progettuale.

«Partiamo così con lo sguardo rivolto al dopo-crisi – ha introdotto Da Pozzo –: questa prima iniziativa entra nel solco delle attività che la Camera sta mettendo in campo per affrontare un sistema, economico e di relazioni, che uscirà profondamente mutato da un periodo di grande difficoltà. Lo facciamo puntando sull’Università, ma lavorando assieme a essa, con una vera e propria partnership che vuole dare anche un segnale istituzionale di un nuovo modo di operare. Oltre a questo progetto, che è il primo ed è pionieristico, presto daremo avvio a un’altra nuova iniziativa che vedrà l’Ateneo al centro: finanzieremo con circa 400 mila euro l’avvio di nuove imprese innovative che nascano dall’evento Start Cup, dando così una mano a giovani promettenti, che hanno idee e progetti ad alto valore tecnologico, aiutandoli a costruire il futuro».

Il rettore, dopo aver anticipato il positivo risultato della gestione 2009 dell’Ateneo, con obiettivi raggiunti e anche superati rispetto a quanto indicato al Ministero, è entrata nel vivo del progetto con la Cciaa. «Il ruolo dell’Università contribuisce così, con nuovi strumenti e metodologie, a ridefinire e rilanciare modelli economici di sviluppo della regione – ha detto la Compagno –. Non si tratta della solita convenzione, bensì di un partenariato strutturato, un percorso comune con grande interattività tra ricerca e mondo imprenditoriale, per definire quale sarà un nuovo modello di sviluppo dopo la crisi, legato alla ricerca di strumenti di aggregazione tra Pmi che aumentino la loro competitività, anche per accedere ai mercati internazionali. L’Università si mette dunque al servizio di un nuovo modello evolutivo per la crescita virtuosa del sistema».

Il rettore ha anche enunciato i tre filoni operativi su cui si snoderà il progetto. Il primo sarà “Reti e driver di competitività”, con la ricognizione della base scientifica e dei fattori di competitività del nostro sistema di Pmi e l’analisi dei progetti di networking già esistenti. Saranno anche valutati i casi aziendali di successo (e insuccesso) per analizzare il ruolo delle dimensioni aziendali e delle reti, in particolare in funzione dei processi di internazionalizzazione. Il secondo filone sarà la “Competitività di rete e sistema creditizio” e si addentrerà nella struttura finanziaria delle Pmi, tenendo conto del peso delle garanzie. Questa parte prevede l’individuazione di specifici progetti di sostegno alla capitalizzazione delle Pmi e l’analisi del ruolo e delle potenzialità dei Confidi. Il terzo filone approfondirà “Competitività di rete e politiche pubbliche”, con riferimento alle politiche di sostegno all’aggregazione e alla crescita dimensionale delle Pmi, attraverso l’analisi degli strumenti di supporto già in atto e lo studio di casi di successo di aziende destinatarie di interventi, per l’individuazione di percorsi applicabili al sistema.

«Con questo progetto – ha commentato Simeon – inneschiamo una collaborazione più proficua, in cui l’asset essenziale è l’Università, per diminuire la distanza tra i due sistemi. Un metodo di lavoro che dovrebbe essere applicato in tutti i settori, se vogliamo capire che solo dando struttura possiamo affrontare il cambiamento, studiando insieme modelli validi e applicabili. Vogliamo proporre esempi di possibili aggregazione per un vero sviluppo, concreto, da utilizzare davvero nella realtà economica». Miani ha poi specificato che «si parla da tempo di modelli reticolari per le imprese. Noi abbiamo l’ambizione di provare a fare un passo avanti. Fare aggregazione partendo dalla rete, studiando governance, modalità di accesso al credito e incentivi. Per fare questo lavoreremo sul campo, andando a studiare i casi e le connessioni possibili in tutti i settori».

Il progetto, dunque, si concentra sulla costruzione di aggregazioni di imprese, per l’individuazione di modelli applicabili da parte delle aziende friulane e replicabili sul territorio, anche da proporre agli attori della politica economica locale – in particolare alla Regione – affinché il processo di strutturazione sia sostenuto e incentivato adeguatamente. Aggregazione e strategia per una maggiore competitività delle Pmi, trasferimento effettivo di conoscenze tra mondo accademico e mondo economico, ma anche un nuovo modo di fare collaborazione, dunque, tra istituzioni: ecco gli obiettivi ultimi di un sistema operativo innovativo, per uno sviluppo concreto e coordinato dell’economia.

FONTE: UFFICIO STAMPA CCIAA DI UDINE

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