Evento di Ateneo, Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile, Conferenza dei rettori
Avviato a Udine il confronto nazionale tra università per lo sviluppo sostenibile del Paese
Più di 50 atenei coinvolti nel convegno che culminerà, domani, con il nuovo manifesto volto ad accelerare l’implementazione dell’Agenda 2030 dell’Onu
Sono più di 50 gli atenei partecipanti al convegno nazionale “Le università per lo sviluppo sostenibile del Paese”, inaugurato nel primo pomeriggio a Palazzo di Toppo Wassermann. In programma fino a domani, mercoledì 12 giugno, l’evento è organizzato dall’Università di Udine e dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS), con il patrocinio della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui). L’obiettivo è analizzare ruolo e azioni degli atenei in questi anni, favorire l’aggiornamento – assieme agli enti nazionali e territoriali – sugli strumenti disponibili, i risultati attesi e le problematiche da risolvere per massimizzare l’impatto delle misure a favore dello sviluppo sostenibile. Il confronto culminerà nella redazione di un manifesto finale, a cinque anni di distanza dalla prima edizione del documento nata, sempre a Udine, durante “Conoscenza in festa” – il festival scientifico dell’Ateneo organizzato con la Crui – e intitolata Da “Le Università per la Sostenibilità” a “La Sostenibilità nelle Università” (maggio 2019).
Il convegno è stato inaugurato dai saluti del rettore Roberto Pinton; del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, con un videomessaggio; del sindaco di Udine Alberto Felice De Toni; dell’assessore regionale al lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen. A succedersi, poi, tre sessioni di lavoro: il tavolo istituzionale, introdotto e moderato dalla presidente della RUS, Patrizia Lombardi, con anche l’intervento della presidente della Crui, Giovanna Iannantuoni; la sessione dedicata al rapporto delle università con le città (16-17.30), con l’obiettivo di confrontare buone pratiche e opportunità di sperimentazioni, e quella incentrata sull’impatto sociale degli atenei (17.30-19).
«La Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile – ha ricordato il rettore Roberto Pinton – è arrivata a raggruppare 86 università, praticamente tutto il sistema universitario italiano. Cinque anni dopo il manifesto di Udine è il momento di fare il punto su quello che è stato, è e sarà il ruolo delle università nella transizione verso lo sviluppo sostenibile delle comunità territoriali, e in termini più ampi di tutto il Paese. Al termine di questi due giorni si arriverà alla nuova edizione del manifesto con cui si desidera ancora una volta sancire la disponibilità e la volontà dell’università a contribuire allo sviluppo sostenibile. Questa è solo una delle tante tappe della RUS, rete nata dalla volontà della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane».
«L’università – ha fatto presente il presidente della Regione Massimiliano Fedriga – ha il compito fondamentale di preparare le nuove generazioni alle sfide del futuro, non solo attraverso la formazione, ma anche studiando e individuando nuovi modelli di sviluppo e possibili soluzioni alle grandi trasformazioni che il Paese si troverà ad affrontare in conseguenza ai cambiamenti climatici, ambientali, economici e sociali. Modelli di sviluppo che dovranno contemperare la sostenibilità economica e sociale con la tutela dell’ambiente e la transizione energetica, rispondendo alla esigenza di assicurare un’equa distribuzione della ricchezza del nostro pianeta, al tempo stesso preservandole per le generazioni future. In questo contesto, la diffusione delle nuove conoscenze e lo sviluppo delle nuove tecnologie, mission fondamentale delle istituzioni qui rappresentate, sarà il banco di prova della capacità del Paese di rispondere ai cambiamenti che il nostro tempo ci impone».
«Proprio a Udine, nel 2019, come Conferenza dei rettori immaginammo un manifesto della rete delle università sostenibili» ha ricordato il sindaco Alberto Felice De Toni, al tempo rettore dell’Università. «Una rete molto importante perché gli stessi atenei possono essere dei case study su come si possa fare sostenibilità in molti modi. Il pianeta con 8 miliardi di persone ha davanti sfide difficilissime. Stiamo continuando il megatrend di consumare più di quello che riusciamo a produrre. I costi della non sostenibilità sono drammaticamente più alti della sostenibilità: speriamo che la nostra società lo capisca oggi perché questo è un problema planetario. Dobbiamo continuare sulla strada della sostenibilità perché è l’unica che abbiamo».
«Sostenibilità e innovazione sono temi chiave giustamente affrontati in connessione ai temi economici e ambientali nel manifesto del 2019 sottoscritto dalle università» ha affermato l'assessore regionale Alessia Rosolen. «Credo, però, che Covid e Pnrr ci abbiano indotto a porre un'attenzione profonda e particolare all'innovazione sociale. L'evoluzione delle città, la trasformazione delle relazioni, che prima della pandemia erano ferme e standardizzate, oggi sono al centro di una rivoluzione di cui la politica e il mondo scientifico devono farsi carico. Sono felice che le università si siano fatte portatrici di un impegno come questo. Ricordo che gli atenei hanno tre missioni: la didattica, che ancora una volta deve misurarsi con l'innovazione sociale, la ricerca e la diffusione della conoscenza, quest'ultima intesa non solo come trasferimento tecnologico ma anche come trasferimento di saperi alla classe politica. Credo - ha concluso l'assessore - che dobbiamo ragionare per sfide. Anche la Regione ha individuato nell'università il soggetto per immaginare come costruire un nuovo sistema di formazione e alta formazione che accompagni il variegato territorio del Friuli Venezia Giulia ad immaginare spazi e opportunità nuove».
lavori del primo giorno
Al tavolo istituzionale moderato dalla presidente della RUS Lombardi, il compito di favorire una riflessione sul ruolo che le università hanno nella transizione verso lo sviluppo sostenibile delle comunità locali e dei territori. A intervenire, oltre alla presidente della Crui Iannantuoni, anche Vannia Gava, viceministro dell’ambiente e della sicurezza energetica; Alessandra Gallone, consigliere del ministro dell’Università e della ricerca; Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis); Dorino Favot, presidente Anci Fvg; Alessia Conti, presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu).
A seguire, la tavola rotonda sul rapporto delle università con le città, moderata da Matteo Colleoni, coordinatore del Tavolo tecnico Capacity Building della RUS. A confrontarsi: Roberto Di Lenarda, delegato Crui per i rapporti con la Conferenza nazionale dei delegati dei rettori per i poli universitari penitenziari (Cnupp) e con la Conferenza nazionale universitaria dei delegati per la disabilità (Cnudd); i rappresentanti delle città carbon neutral, Arnaldo Melloni per Firenze, Andrea Ragona per Padova, Gianluca Borghi per Parma, Mirella Melchiorina Iacono per Torino; i sindaci di Udine, Alberto Felice De Toni; Gorizia, Rodolfo Ziberna, il vicesindaco di Pordenone, Alberto Parigi, e Nicolò Tudorov del Servizio transizione energetica della Regione Friuli Venezia Giulia; il Gruppo di lavoro RUS formato da Gabriella Calvano (educazione), Michele Dassisti (industria), Laura Di Renzo (cibo), Michela Gallo (cambiamenti climatici), Giuseppe Inturri (mobilità), Laura Nota (inclusione e giustizia sociale), Eleonora Perotto (risorse e rifiuti), Marco Raugi (energia).
A concludere i lavori del primo giorno, la tavola rotonda sull’impatto sociale delle università, moderata da Carmine Trecroci, del Comitato di coordinamento RUS e sotto-rete RUS Lombardia, e con la partecipazione delle sotto-reti RUS di: Abruzzo, Michelina Venditti; Campania, Furio Cascetta; Lombardia, Carmine Trecroci; Piemonte, Carmen Aina; Puglia, Isabella Pisano; Sicilia, Maurizio Cellura; Toscana, Marco Raugi; Veneto, Elena Semenzin. A intervenire, inoltre, Patrizio Bianchi, coordinatore della Rete delle Cattedre Unesco italiane (Recui); Fulvio Esposito, esperto del Forum disuguaglianze e diversità; Elisa Giacosa per la Terza missione Crui; Riccardo Pietrabissa, fondatore e past president di Netval; Andrea Romanino, direttore Sissa; Pier Andrea Serra, vicepresidente Apenet.
Il manifesto finale
Mercoledì 12 giugno i lavori riprenderanno alle 9 nell’auditorium Sgorlon e nelle aule 11 e 12 del polo di via Margreth 3 a Udine. L’obiettivo è arrivare alla redazione del documento finale della RUS alle 16 circa. I lavori, introdotti da Patrizia Lombardi, Antonio Felice Uricchio, presidente Anvur, e Matteo Colleoni, si svilupperanno in tre sessioni di lavoro dedicate a: metodi, indicatori e metriche per la valutazione dello sviluppo sostenibile, moderatori Andrea Scagni ed Elena Maggi; attività, pratiche e procedure di sviluppo sostenibile, moderatori Laura Bettoni e Mariella Nocenzi; strutture, organizzazione e programmazione dello sviluppo sostenibile, moderatori Paola Biglia e Laura Di Renzo.
L’impegno della RUS
La Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile ha dato seguito all’attuazione del Manifesto del 2019 avviando un tavolo di lavoro specifico, Capacity building e best practice, che ha prodotto un rapporto sulla definizione di indicatori, linee guida e best practice. Il Rapporto, oltre a dare indicazioni sull’organizzazione delle strutture per la governance della sostenibilità e su come identificare una “buona pratica”, vuole fornire indicazioni su come misurare il successo di azioni e iniziative di impatto sociale degli atenei relativamente a otto grandi temi: cambiamenti climatici, cibo, educazione, energia, inclusione e giustizia sociale, mobilità, risorse e rifiuti, università per l’industria.
Le azioni dell’Università di Udine
L’Ateneo friulano fa parte della RUS dal 2016. Da tempo è impegnato a favore dello sviluppo sostenibile, con iniziative formative, scientifiche e divulgative. Numerosi i progetti concretizzati, tra i principali: Casa-lavoro in bici, volto a ridurre l’impatto ambientale conseguente all’uso di veicoli a motore e a promuovere uno stile di vita più sano; il servizio di carpooling, che consente a studenti, docenti e personale di condividere la propria automobile lungo il tragitto casa-Università-casa; il Portale del riuso, attraverso cui l’Ateneo cede gratuitamente beni e attrezzature in dismissione ad altri enti pubblici, scuole e organizzazioni no profit; il corso sullo sviluppo sostenibile destinato a studenti e studentesse, al personale accademico e ad enti esterni. E ancora: l’installazione di una cinquantina di distributori automatici sostenibili e di una ventina di postazioni per l’erogazione d’acqua potabile in varie sedi; il progetto di ricerca "Zero Waste e sostenibilità turistica", volto a sensibilizzare studenti, cittadini, operatori turistici e turisti sulla riduzione dei rifiuti e la loro corretta gestione e prevenzione; l’iniziativa "Orti d'ateneo", con vari lotti agricoli a disposizione di personale e studenti presso l’Azienda Agraria Universitaria “Antonio Servadei”; l’accordo attuativo con la Regione Friuli Venezia Giulia per promuovere la sottoscrizione di Contratti di Fiume sul territorio regionale. Riguardo all’efficientamento energetico, sono stati installati alcuni impianti fotovoltaici, sostituiti migliaia di corpi illuminanti con sistemi a led e migliorati gli impianti di climatizzazione.
Il progetto 100 Mission Cities
In Europa è stato lanciato il progetto “100 Mission Cities” con l’obiettivo di giungere a una decarbonizzazione delle città entro il 2030. Le città italiane aderenti sono: Bergamo, Bologna, Firenze, Milano, Padova, Parma, Prato, Roma, Torino. Territori, città e regioni sono coinvolti in questa transizione che vede le università impegnate a supportare lo sviluppo sostenibile del Paese attraverso formazione, ricerca, innovazione, condivisione delle conoscenze, leadership esterna e capacità organizzativa interna.
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