Lunedì 17 maggio alle 21 al Palazzo del Monte di Pietà

Gradisca, mostruosità manga

Alla rassegna del Dams due film cult della cinematografia nipponica

            Sugli schermi del Dams di Gradisca arriva la mostruosità "manga". Visionaria, inquietante, amarissima. Con suggestioni a tinte forti da fumetto giapponese, scenari futuribili, uomini trasformati in macchine da guerra o in esseri cibernetici da una società fagocitante senza più etica. Sono questi gli ingredienti di due film cult della cinematografia di fantascienza nipponica, "Akira" (Japan 1988) di Katsuhiro Otomo e-"Tetsuo" (Japan 1988) di Shinija Tsukamoto, che lunedì 17 maggio alle 20.30 al Palazzo del Monte di Pietà di Gradisca d'Isonzo, segneranno una nuova tappa nel viaggio alla scoperta dei mostri di celluloide dagli anni '30 a oggi che fa da fil rouge alla rassegna organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Gradisca in collaborazione con il corso di laurea in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo dell'Università di Udine. Come spiegano i curatori della retrospettiva, Marco Cumin, Mauro Glavina, Silvia Moras, Stefano Paoluzzi e Carlo Castellan, l'accostamento delle due pellicole non è casuale, perché «entrambi i film dietro all’azione iperbolica e alla cruda violenza, ci rivelano un mondo di esseri umani fragili e sperduti, destinati a mutare lentamente, nella metropoli, in mostri privi di controllo senza più obiettivi ed ideali».
            Nuovi "cyber-mostri" come i ragazzini di "Akira", che, nella Tokyo devastata di un futuro cinico e violento, il governo giapponese vorrebbe trasformare in macchine da guerra. Vero oggetto di culto, debitore nelle atmosfere a "Blade Runner" e "Mad Max", il film di Otomo (autore anche del manga cui il film si ispira) per anni è stato il lungometraggio per eccellenza dell’animazione giapponese: ha goduto di una risonanza a livello mondiale (grazie anche ai premi vinti in svariati festival d’animazione e fantascienza) persino superiore a quella ottenuta da mostri sacri come Miyazaki e il suo "Nausicaa". Violento e durissimo, non consolante né legato ad un lieto fine che il pubblico occidentale spesso esige dai prodotti d’animazione, il film di Otomo, a lungo considerato un tipico esempio di anime d’azione iperbolica, bello proprio perché eccessivo, è anche la semplice e pura storia d’amicizia tra alcuni ragazzi, vittime innocenti delle colpe dei loro padri, sfruttati da adulti che non tengono più conto delle emozioni e destinati a diventare mostri dotati di poteri abnormi, temuti e usati da tutti, costretti solo a sognare una vita normale.
            Strutturalmente e ideologicamente debitore verso i "manga" e i cartoni animati giapponesi (come "Devilman" e "Mazinga") anche "Tetsuo", il film di Shinya Tsukamoto, che racconta la storia di un normale impiegato giapponese, che, frustrato da una vita monotona che reprime ogni suo desiderio, comincia a sviluppare delle escrescenze metalliche fino a trasformarsi completamente in un essere cibernetico dotato di facoltà eccezionali, un Iron Man destinato a diventare una furia distruttrice. Se per lo spettatore neofita, la pellicola è come un'esplosione pirotecnica, un bombardamento di immagini violente e confuse,  di sequenze montate al ritmo di un videoclip di musica hard rock e condite da effetti speciali artigianali e ingenui, il cinefilo non tarderà a scoprire citazioni (consapevoli, ma mai gratuite) di autori come Ballard e Burroughs o frammenti delle allucinate visioni di registi come Lynch, Raimi e Cronenberg .
            La galleria dei mostri eredi di Frankenstein e King Kong proseguirà lunedì 24 maggio alle 20.30 con "Manhunter-Frammenti di un omicidio" (Usa 1986) di Michael Mann e "Elephant" (Usa 2003) di Gus Van Sant (in versione originale con sottotitoli in italiano). A chiudere la rassegna, lunedì 31 maggio alle 20.30, "L’esperimento del dottor K" (Usa 1958) di Kurt Neumann, che sarà introdotto da Roy Menarini, critico cinematografico e docente di storia e critica del cinema al Dams di Gorizia.

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